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Materiale di guerra svizzero per tre paesi

La vendita di materiale militare all'estero resta un soggetto controverso Keystone

Il governo svizzero ha approvato delle esportazioni di sistemi di difesa antiaerei e di fucili di assalto verso l'Arabia Saudita, il Pakistan e l'India per un totale di mezzo miliardo di franchi.

Il partito socialista e il Gruppo per una Svizzera senza esercito criticano aspramente la decisione.

“Queste esportazioni non pongono problemi: i sistemi di difesa antiaerei non possono essere utilizzati contro la popolazione civile”, ha affermato Othmar Wyss del Segretariato di Stato dell’economia (seco).

Per quanto riguarda l’India, Wyss ha affermato che anche l’Unione europea esporta verso questo paese. In tutti e tre i casi sono state chieste, ed ottenute, garanzie perché il materiale bellico non venga riesportato.

“Decisione scandalosa”

Il sì del governo non è tuttavia piaciuto alla sinistra ed ai gruppi che si battono contro questo tipo d’esportazioni.

Il partito socialista considera la decisione del Consiglio federale come uno schiaffo alla Commissione di gestione. Quest’ultima, in un rapporto pubblicato un mese fa, aveva concluso che la Svizzera non poteva autorizzare delle esportazioni di materiale bellico verso questi tre paesi, ha indicato la consigliera nazionale ginevrina Maria Roth-Bernasconi in un comunicato.

La deputata intende chiedere alla Commissione di fare pressione affinché il governo modifichi la sua risoluzione.

Da parte sua, il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSSE) parla di “decisione scandalosa”. L’invio di materiale di guerra in regioni di guerra è inaccettabile, sostiene l’organizzazione. Il GSSE ricorda che l’iniziativa lanciata quest’estate per proibire l’esportazione di materiale militare ha già raccolto quasi 65’000 firme.

Mesi di polemiche

Queste tre transazioni non sono le uniche che, negli ultimi tempi, hanno portato la questione riguardante l’esportazione di materiale bellico svizzero all’ordine del giorno.

L’anno scorso, la Confederazione avrebbe voluto vendere 180 carri blindati M113 agli Emirati Arabi Uniti (EAU) che prevedevano di rivenderli all’Iraq.

L’affare aveva però suscitato numerose polemiche e lunghi mesi di discussioni. Nel marzo del 2006 il governo aveva deciso d’inasprire le procedure d’autorizzazione per l’esportazione del materiale di guerra.

Le previste vendite agli EAU, come quella di 736 altri carri al Pakistan, erano così state annullate.

swissinfo e agenzie

Le transazioni autorizzate comprendono l’esportazione di 20 sistemi di difesa antiaerea, corredati di munizioni, verso l’Arabia Saudita per 375 milioni di franchi. 21 apparecchi analoghi saranno venduti al Pakistan per 136 milioni di franchi. Da parte sua l’India intende acquistare 140 fucili d’assalto, con relativi accessori e pezzi di ricambio, per un valore di 519’000 franchi.

Quest’anno la Svizzera ha esportato materiale bellico per 321 milioni di franchi (dati aggiornati al 31 ottobre 2006). Nel 2005 e nel 2004 erano state accordate autorizzazioni per un valore rispettivamente di 259 e 402 milioni di franchi.

L’importazione, l’esportazione e il transito di materiale di guerra sottostanno ad un’autorizzazione da parte della Confederazione.

Le esportazioni sono autorizzate se gli acquirenti non svolgono attività che violano il diritto internazionale, i principi di politica estera della Svizzera o i suoi obblighi internazionali.

Secondo la legge sul materiale di guerra, il destinatario deve fornire garanzie affinché le forniture vengano autorizzate.

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