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Maroni: “nessuna discriminazione”

La legge sulle imprese artigianali e il cosiddetto albo per gli artigiani voluto per tutelare l’economia e il mercato del lavoro ticinesi non violano gli accordi di libera circolazione

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È stato un incontro ufficiale, con tutte le formalità del caso. Oggi, all’11esimo piano di Palazzo Lombardia a Milano, il governatore Roberto Maroni e il presidente del governo ticinese Norman Gobbi hanno discusso di tutta una serie di temi che vedono Lombardia e Ticino protagonisti: dalle infrastrutture, passando per la cultura al nuovo assetto della Regio Insubrica e alla nascita dell’EUSALP, la nuova macroregione alpina che ingloba anche Confederazione elvetica e Italia.

Temi “spinosi”

Poi, sono stati affrontati anche i temi che lo stesso Maroni ha definito più spinosi: l’accordo italo-svizzero sulla doppia imposizione che comporterà un aumento della pressione fiscale per i lavoratori frontalieri (“una questione in divenire”) e, soprattutto, la legge sulle imprese artigianali (LIA) e il cosiddetto albo per gli artigiani, voluto da Consiglio di Stato e Gran Consiglio per tutelare l’economia e il mercato del lavoro ticinesi ma che obbliga i piccoli imprenditori italiani ad adempiere a tutta una serie di requisiti per poter operare oltre confine. Una misura definita dalla Confartigianato italiana e dal ministro italiano degli esteri Paolo Gentiloni come discriminatoria e lesiva dei principi di libera circolazione.

“Nessuna discriminazione”

Ai microfoni della RSI, tuttavia, lo stesso Maroni ha gettato acqua sul fuoco: “Parlando con Norman Gobbi mi sono convinto che la misura non è discriminatoria. È una legge fatta per regolamentare e tutelare l’artigianato locale ma che certo comporta oneri per i lavoratori italiani; a riguardo istituiremo un tavolo di monitoraggio all’interno della Regio Insubrica per capire come risolvere questi problemi”.

Per quanto riguarda i lavoratori italiani che ogni giorno varcano la frontiera Maroni ha aggiunto: “I frontalieri sono indispensabili per il Ticino, il cantone deve tutelarli maggiormente, senza di loro l’economia si ferma”

Sempre esprimendosi sulla LIA, Gobbi ha dichiarato: “La legge non viola gli accordi di libera circolazione. Le procedure a cui un ditta elvetica deve adempiere per operare in Italia sono molto più complicate e penalizzanti”. La norma serve a tutelare un’economia locale confrontata con una pressione sui prezzi e per combattere l’economia sommersa e chi non paga l’IVA e non rispetta gli obblighi salariali, ha aggiunto il campo del Dipartimento delle istituzioni.

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Il presidente ticinese Norman Gobbi

Ludovico Camposampiero

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