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Svizzera, Primo maggio all’insegna della parità di genere

Le manifestazioni del Primo maggio che si sono svolte in una cinquantina di località in Svizzera sono state caratterizzate dalla rivendicazione della parità di genere, una sorta preludio allo sciopero delle donne, previsto il 14 giugno. A Zurigo i dimostranti sono stati circa 16'000 e le bandiere viola dei movimenti femministi dominavano il corteo.

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Ci sono tre crisi a livello globale, a cui nemmeno la Svizzera sfugge: quella climatica, quella sociale e le ingiustizie che ancora oggi le donne devono subire, ha detto Pierre-Yves Maillard, che quest’anno per la prima volta ha preso la parola in qualità di presidente dell’Unione sindacale Svizzera (USS) intervenendo a Olten, nel canton Soletta.

Le proteste dei giovani contro la crisi climatica hanno avuto il grande merito di ampliare il dibattito politico e farci uscire dalla rassegnazione, ha detto il neopresidente. La mobilitazione ora deve allargarsi perché in Europa è in corso anche una vera e propria crisi sociale che non tocca solo milioni di persone escluse dal mondo del lavoro, ma anche salariati e pensionati che temono di non più poter pagare l’affitto o dar da mangiare ai figli.

In Svizzera la situazione non è drammatica come in altri paesi, ha puntualizzato Maillard, ma le rendite del II pilastro sono in calo mentre i premi di cassa malattia continuano ad aumentare, mettendo in grave difficoltà le famiglie. Le discriminazioni e le violenze che milioni di donne subiscono nel mondo sono “la più vecchia e grave ingiustizia della storia”, ha sottolineato il presidente dell’USS.

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Anche il ministro dell’interno Alain Berset, parlando a Soletta, ha evocato le disparità di genere. Il Primo maggio “è un giorno in cui si valuta se viviamo davvero in una società giusta – o in una società che afferma di essere giusta”. “Le donne guadagnano ancora molto meno degli uomini nel nostro paese, è ingiusto e viola la nostra costituzione”, ha dichiarato.

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