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“Per il clima bisogna fare di più”, nuovo sciopero degli allievi svizzeri

manifestazione a Losanna
Migliaia di giovani hanno sottolineato il loro disappunto nei confronti dell'attuale politica climatica. Nella foto: la manifestazione a Losanna. Keystone

Migliaia di scolari, studenti e apprendisti hanno saltato venerdì le lezioni in diverse parti della Svizzera per manifestare, chiedendo che le emissioni di gas serra siano eliminate entro il 2030 e che venga dichiarata l'emergenza ambientale. L'adesione è stata notevole: gli organizzatori hanno parlato di 22'000 dimostranti, contro i 6'000 pronosticati alla vigilia.


Grande successo è stato riscontrato soprattutto nella Svizzera francofona. A Losanna, secondo quanto riportato all’agenzia ats da un portavoce della polizia municipale, sono stati addirittura oltre 8’000 i giovani in formazione radunatisi in centro per sfilare, scandendo slogan come “no all’inquinamento, sì all’ecologia”. I presenti hanno espresso la loro inquietudine riguardo al riscaldamento climatico e l’esasperazione per la situazione attuale. La rivendicazione lanciata è che la società si impegni maggiormente in favore della protezione dell’ambiente.

Eloquenti i numerosi cartelloni branditi dalla folla, che hanno ad esempio preso di mira il nucleare e affrontato temi come l’innalzamento del livello degli oceani. “Salvare la Terra non è domandare la Luna” e “Non c’è un pianeta B” recitavano alcune delle scritte apparse.

In molti hanno raggiunto la manifestazione alla pausa delle 10:00, abbandonando il proprio liceo o scuola professionale, per ritrovarsi nei pressi della stazione del capoluogo vodese. Tra i sostenitori illustri vi è da annoverare il premio Nobel del 2017 per la chimica Jacques Dubochet. “I giovani non possono aspettare, è la loro vita e non la lasceranno a nessuno”, ha scritto sul “Journal de Morges”.

L’evento ha riscontrato minor successo a Zurigo. Stando agli organizzatori, gli studenti riunitisi davanti all’edificio centrale del Politecnico federale si aggiravano intorno alle 2’000 unità. Questa stima è però contestata dalla polizia, che ha contato solo qualche centinaio di partecipanti.

Il corteo ha attraversato la città per concludersi in riva al lago. Si tratta del terzo “sciopero” del genere a Zurigo, dopo quelli del 14 e 21 dicembre. Le assenze da scuola non saranno condonate, ma verranno conteggiate.

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Diverse centinaia di giovani si sono trovati a Lucerna, così come nel canton Argovia, ad Aarau e a Baden. Sulla piazza della stazione del capoluogo cantonale gli studenti stamani erano circa 300. Questi hanno chiesto che “i lobbysti del petrolio” siano spediti “in galera”.

A Neuchâtel quasi 1’500 allievi hanno manifestato e una risoluzione è stata depositata alla cancelleria cantonale che anticipa il lancio di una mozione popolare. 

Nel primo pomeriggio a Ginevra si contavano pure migliaia di partecipanti. Il ritrovo di partenza è stato Place Neuve, da dove è iniziato un percorso che ha in Place des Nations il traguardo finale. Il dipartimento cantonale dell’istruzione pubblica ha consentito agli alunni di aderire all’iniziativa. Per i minorenni era comunque necessaria l’autorizzazione dei genitori.

I manifestanti a Basilea, accorsi a centinaia (oltre 1’000 per i promotori), hanno scimmiottato il celebre slogan usato in campagna elettorale dal presidente americano Donald Trump. Su un cartellone è infatti stata mostrata la frase “Make nature great again”.

A Bienne, nel canton Berna. i ragazzi erano un migliaio e adunate simili si sono svolte anche nel canton Giura, a Friburgo, Zugo, Soletta, San Gallo, Coira e Sion.

All’origine del movimento, vi è la militante svedese di 16 anni, Greta Thunberg, che ogni venerdì non si presenta in classe per protestare contro le lacune dell’attuale politica climatica. L’adolescente è anche attesa al Forum economico mondiale (Wef) di Davos. Un suo ritratto nel servizio della Radiotelevisione svizzera.


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