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Il giorno in cui la Prima Repubblica iniziò a sgretolarsi

La stagione di Tangentopoli si aprì esattamente trent'anni fa con l'arresto di Mario Chiesa. È cambiato qualcosa da allora? Lo abbiamo chiesto al giornalista Gianni Barbacetto.

Tutto cominciò il 17 febbraio 1992, con l’arresto di Mario Chiesa, allora presidente del Pio Albergo Trivulzio. L’uomo venne colto in flagrante mentre accettava una tangente di 7 milioni di lire dall’imprenditore Luca Magni che gestiva una piccola società di pulizie e che voleva assicurarsi la vittoria nCollegamento esternoell’appalto per le pulizie dell’ospizio milanese. Ma proprio per le richieste sempre più esose di Chiesa, il piccolo imprenditore Magni aveva contattato un magistrato ed ex poliziotto, Antonio Di Pietro, per denunciare il presidente Chiesa e insieme decisero d’incastrarlo.

Iniziava così, quasi per caso, la stagione di Tangentopoli e di Mani Pulite, con decine di arresti, confessioni, fughe, denunce, manette illustri, politici e partiti alla sbarra, dimissioni, cortei di gente comune a favore dei magistrati e di chi indagava.

“Mani pulite, 30 anni dopo”. Il giornalista Gianni Barbacetto non solo ha sempre seguito tutte quelle vicende in prima persona ma ha tenuto una sorta di diario quotidiano diventato poi un libro, scritto a sei mani con Marco Travaglio e Peter Gomez. Un libro – oggi ripubblicato perché non ci si dimentichi di quel che è stato – che racconta l’Italia dell’illegalità permanente. Un documento storico che rimarrà per sempre sul tradimento della politica. Una dettagliata cronaca di fatti e misfatti attorno al 1992: un anno di elezioni stravinte dal partito degli astenuti (17,4 per cento) e dalla Lega nord, con la Prima Repubblica che va in galera e Falcone e Borsellino trucidati a Palermo. Un anno in cui si scopre che la corruzione è ormai un fatto nazionale, nessun partito escluso (70 procure al lavoro, 12’000 persone coinvolte per fatti di tangenti, circa 5’000 arresti). “L’Italia sta risorgendo”, salutò così l’anno nuovo, il 1993, il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. E oggi per Barbacetto poco o niente sembra cambiato, nel mondo politico, da allora.

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