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Mafia delle sigarette, sette assoluzioni e due condanne

Il procuratore federale Lienhard Ochsner circondato dai giornalisti dopo la pronuncia della sentenza sul processo alla mafia delle sigarette Keystone

Sette assoluzioni e due condanne al processo della cosiddetta mafia delle sigarette, il più importante caso giudicato finora in Svizzera. Questa la sentenza comunicata mercoledì dalla Corte del Tribunale penale federale a Bellinzona.

E’ contenuto in 27 pagine il dispositivo della sentenza del Tribunale penale federale (TPF) che mercoledì 8 luglio a Bellinzona ha assolto sette dei nove imputati accusati dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) di contrabbando di sigarette, riciclaggio di denaro e sostegno alle organizzazioni criminali. Si chiude così il capitolo del maxiprocesso per quanto riguarda il giudizio di prima istanza.

La procura federale attende ora la motivazione scritta della decisione. Dopo un attento esame, determinerà se interporre ricorso al Tribunale federale. “Sentita la breve motivazione fornita oralmente – ha fatto sapere l’MPC – vi sono tuttavia già sin d’ora importanti ragioni per inoltrare ricorso”.

Ricordiamo che in base all’atto di accusa, i soldi della malavita campana (Camorra) e pugliese (Sacra Corona Unita) approdavano in Ticino, entravano nel circuito legale dei conti bancari e, una volta riciclati – gli inquirenti parlano di un miliardo di franchi – venivano investiti in sigarette esentasse sul mercato parallelo internazionale (mercato grigio). Le sigarette erano poi trasportate per via aerea, marittima e terrestre in Montenegro dove venivano depositate e messe a disposizione dei clan delle organizzazioni criminali.

I punti chiave della sentenza

Il più grande processo del genere mai celebrato in Svizzera prima d’ora, ha in particolare messo in evidenza le difficoltà legate alla lotta contro il riciclaggio di denaro e la discrepanza del concetto di contrabbando tra la legislazione svizzera e quella italiana, determinante nella formulazione delle pene.

“La visione romantica del contrabbando – ha esordito il presidente della Corte Walter Wütrich – non ha nulla a che vedere con la realtà attuale e il caso che questo tribunale è chiamato a giudicare. Qui si tratta di milioni di franchi e di criminalità organizzata. Gli imputati hanno avuto, direttamente o indirettamente, relazioni con ambienti criminosi. Sapevano che cosa stavano facendo”.

Ripercorrendo singolarmente ruoli e responsabilità dei nove imputati in base all’esito del dibattimento, il giudice ha evidenziato i fitti intrecci del traffico di sigarette. Ha inoltre ricordato che anche per il diritto svizzero la Sacra Corona Unita (mafia pugliese) e la Camorra (mafia campana) sono organizzazioni criminali. Solo due dei nove imputati sono però stati riconosciuti colpevoli di avere avuto contatti diretti con la criminalità organizzata: Paolo Savino, condannato a due anni e nove mesi, e Paolo Virgilio, condannato a 2 anni.

Dopo avere contestualizzato giuridicamente il reato di contrabbando e di ricicalggio di denaro, la Corte si è pronunciata per un verdetto di assoluzione per gli atri sette imputati: Fredy Bossert, Franco Della Torre, Michele Varano Patrick Monnier, Luis Garcia, Nelly Scheurer, Roland Rebetez. I sette imputati assolti dovranno anche essere risarciti.

Tra sospiri di sollievo e insoddisfazione

Sorrisi a 360 gradi per i sette imputati assolti, in particolare il cambista ticinese Fredy Bossert, che all’uscita del Tribunale si è limitato a dire che “dopo aver passato cinque anni di inferno, ora giustizia è stata fatta”. Per gli altri un sospiro di sollievo – come per la famiglia di Paolo Savino per il quale è stata annulata la confisca dei beni – e una gran voglia di archiviare il processo.

Lienhard Ochsner, uno dei procuratori federali titolari dell’inchiesta Montecristo, ha dichiarato ai giornalisti che “il verdetto di colpevolezza per quanto riguarda i due condannati, va nel senso delle accuse formulate dalla procura federale e pertanto su questo punto il TPF ha seguito le tesi accusatorie”.

Il Ministero pubblico della Confederazione è però palesemente insoddisfatto per le sette assoluzioni, stabilite in funzione della mancanza dell’intenzione o del dolo eventuale. “Il verdetto di assoluzione – ha commentato Ochsner – è piuttosto sconcertante. Dal momento che la Corte ha riconosciuto che gli accusati avevano un’ampia informazione sul fatto che le organizzazioni criminali esercitavano il controllo del mercato nero delle sigarette in Italia, la decisione sorprende”.

“Si può solo sperare – ha aggiunto in conclusione il magistrato – che il danno alla reputazione della Svizzera, in questi tempi senz’altro difficili, rimanga contenuto. La Svizzera ha tutte le ragioni per tenere lontano dalla Svizzera i fondi delle organizzazioni criminali con un dispositivo efficace”.

Lottare contro il riciclaggio

Nella sua lunga requisitoria, il Ministero Pubblico della Confederazione aveva più volte sottolineato che la Svizzera deve dare il proprio contributo alla lotta contro le organizzazioni criminali, veri e propri gruppi transnazionali del crimine “che sfruttano le possibilità specifiche locali in vari paesi per le loro attività”. L’inchiesta Montecristo ha dimostrato come i tentacoli della criminalità organizzata non conoscano confini e si estendano anche in Svizzera.

In un’intervista rilasciata a swissinfo, il procuratore federale Pieluigi Pasi, capo della sede distaccata di Lugano del Ministero pubblico della Confederazione, ha affermato che per rafforzare ulteriormente la lotta al riciclaggio di denaro, occorrerebbe rivedere i termini di prescrizione, spesso troppo per i casi di riciclaggio internazionale.

“Se non si è in presenza di un’aggravante – ha sottolineato il procuratore – la prescrizione è di sette anni: un lasso di tempo talvolta insufficiente per portare a termine in tempo indagini complesse che necessitano di approfondite ed articolate analisi finanziarie e di un’ attività istruttoria condotta attraverso gli strumenti dell’assistenza giudiziaria e con la collaborazione di autorità inquirenti straniere. Allungando il termine di prescrizione si scoraggerebbe ulteriormente l’utilizzo della nostra piazza finanziaria per queste attività criminali”.

Françoise Gehring, Bellinzona, swissinfo.ch

I nove imputati – quattro cittadini svizzeri, tre italiani, uno spagnolo e un francese di età compresa tra i 56 e i 73 anni – erano stati accusati di “partecipazione, eventualmente sostegno, a un’organizzazione criminale e riciclaggio di denaro”.

In base all’atto di accusa, avrebbero riciclato oltre un miliardo di franchi, provento del contrabbando di almeno 215 milioni di stecche di sigarette dal Montenegro all’Italia fra il 1994 e il 2001.

Le accuse hanno pesato su due dei nove imputati; sette sono infatti stati assolti.

Secondo il codice penale svizzero, il riciclaggio di denaro è “un atto suscettibile di vanificare l’accertamento dell’origine, il ritrovamento o la confisca di valori patrimoniali sapendo o dovendo presumere che provengono da un crimine” (art. 305bis CP).

La dissimulazione è realizzata mediante investimenti di ogni tipo nel quadro del mercato finanziario legale. Grazie a questo procedimento, i valori patrimoniali originariamente “sporchi” vengono “riciclati” ed entrano cosi nel ciclo economico legale.

La lotta contro il riciclaggio di denaro è una componente essenziale nella lotta contro lo spaccio di droga, contro il crimine organizzato e da alcuni anni anche contro il finanziamento del terrorismo.

Dato che il riciclaggio del denaro avviene perlopiù in uno Stato diverso da quello in cui è commesso il reato preliminare, è essenziale che la lotta contro il riciclaggio di denaro sia coordinata a livello internazionale.

Dal primo febbraio di quest’anno il dispositivo di lotta conto il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo è stato rafforzato, dopo che il Consiglio federale ha adatto il diritto svizzero alle rivedute raccomandazioni del GAFI. (Gruppo di azione finanziaria).

Il nuovo diritto, ritenuto essenziale per la buona reputazione della piazza finanziaria elvetica, si concentra su una decina di provvedimenti. Il campo d’applicazione della legge sul riciclaggio di denaro, per esempio, è stato esteso al finanziamento del terrorismo al contrabbando e alla falsificazione.

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