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May a Firenze, “Lasciamo l’Ue ma non l’Europa”

Gran Bretagna e Ue possono essere "creativi" nello stabilire una nuova relazione dopo la Brexit. Lo ha detto la premier britannica Theresa May a Firenze nel suo discorso di Firenze in cui ha spiegato ai partner europei la posizione di Londra all’indomani del referendum del giugno 2016. Per il primo ministro è dovere di Londra e Bruxelles trovare un accordo e lei si sente in proposito "ottimista".

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“Lasciamo l’Ue, ma non lasciamo l’Europa”, ha ribadito la leader conservatrice che ha voluto assicurare che “in nessun modo” il Regno Unito intende abbandonare la sua alleanza con i Paesi del continente e il suo impegno comune per “la democrazia, i diritti umani, la difesa” e contro minacce internazionali fra le quali ha citato anche il programma nucleare della Corea del Nord.

“Noi non voltiamo le spalle all’Europa, né smettiamo di essere membri orgogliosi” del continente europeo, ha rimarcato, pur rivendicando come una scelta democratica e di “sovranità” quella fatta con il referendum dell’anno scorso in favore della Brexit.

Il successo dell’Ue è ”profondamente” nell’interesse nazionale del Regno Unito, ha continuato l’inquilina del numero 10 di Downing Street, aggiungendo che “la Gran Bretagna resta un fiero membro della famiglia di nazioni europee” e intende offrire piena garanzia per i diritti dei cittadini Ue residenti nel Paese.

Un accordo di transizione “è nell’interesse” sia dell’Ue sia del Regno Unito dopo la Brexit, ha aggiunto Theresa May, formalizzando la proposta di una fase “di attuazione” durante la quale Londra punta a restare nel mercato unico, offrendo in cambio il mantenimento dei suoi impegni finanziari verso Bruxelles. Tale periodo, secondo i media, dovrà essere di due anni e prevedere un versamento di circa 20 miliardi di euro al bilancio comunitario, cifra sensibilmente inferiore a quella pretesa da Bruxelles.

Nella fase di transizione di due anni dopo la Brexit, che si concluderà entro il 2021, in Gran Bretagna resterà in vigore una serie di norme Ue e la giurisdizione delle corti europee, ha precisato la premier britannica, ma il Regno si riserva di riacquisire piena sovranità sul “controllo dei suoi confini”.

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