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Lo spettacolo dei robot svizzeri in California

I mini elicotteri di Zufferey in una simulazione al computer

La NASA e i pompieri americani sono interessati ai robot volanti concepiti dagli ingegneri svizzeri Jean-Christoph Zufferey e André Noth.

A fine ottobre, i due ricercatori hanno presentato le loro creazioni al pubblico americano nei locali di Swissnex, l’antenna scientifica del consolato svizzero di San Francisco.

Jean-Christophe Zufferey e André Noth sono partiti per gli Stati uniti con le valigie piene di prototipi. Le loro creature, un aliante solare con un’autonomia di volo di diverse ore e un elicottero in miniatura capace di orientarsi da solo tra le stanze di un appartamento, sono piccoli gioielli d’ingegneria robotica.

A prima vista li si crederebbe giocattoli per bambini viziati, ma questi robot volanti hanno un enorme potenziale: un giorno, forse, voleranno su Marte o verranno impiegati dalle forze armate.

Thomas Zimmerman del laboratorio di ricerca IBM in California si è detto impressionato dal livello tecnologico raggiunto dai due giovani ingegneri elvetici. «Se penso ai gravi incendi che hanno devastato il sud della California e poi guardo questo aliante solare, non posso fare a meno di dirmi che potrebbe essere molto utile ai vigili del fuoco per individuare i focolai».

Meglio della NASA

Anche la NASA, l’agenzia spaziale statunitense, lavora ad un progetto simile, ma non è ancora riuscita a mettere a punto un prototipo leggero quanto quello concepito da André Noth, ricercatore del Politecnico federale di Zurigo.

A 27 anni, Noth è responsabile del progetto «Sky Sailor». Il suo obiettivo: arrivare a costruire un aliante di tre metri di apertura alare in grado di volare senza pilota per 24 ore sfruttando unicamente l’energia solare.

Sinergie

Noth è convinto che il viaggio in California, culla di molte imprese hi-tech, permetterà di trovare delle sinergie con altri ricercatori specializzati in robot volanti e, perché no, di sedurre l’industria.

«È vero», afferma Noth, «il nostro aliante potrebbe essere utilissimo ai pompieri, perché permetterebbe loro di avere in tempo reale le coordinate GPS dei punti dai quali sta partendo un nuovo incendio. Ma si può pensare anche a delle applicazioni in ambito spaziale. I nostri alianti, lanciati ad esempio da Marte, potrebbero servire a cartografare il pianeta rosso».

Sguardi incuriositi e divertiti

Chris Anderson, redattore capo della prestigiosa rivista Wired, un mensile dedicato alle nuove tecnologie, dopo aver dato una prima occhiata ai robot ha affermato: «Sono ancora più piccoli di quello che pensavo. Non vedo l’ora di scoprire cosa sono in grado di fare. Sono un vero appassionato di oggetti volanti in miniatura. Se André e Jean-Christophe riusciranno a far scendere i costi di fabbricazione sotto i 1000 dollari al pezzo, sono sicuro che negli Stati uniti ci saranno degli sbocchi verso l’industria dei giocattoli e del tempo libero».

L’idea di Anderson ha suscitato uno scambio di sguardi divertiti tra i due ricercatori elvetici. Certo, sono in California per trovare dei finanziamenti, ma non hanno intenzione di svendere le loro invenzioni.

Jean-Christophe Zufferey, del Politecnico federale di Losanna, più che all’industria dei giocattoli pensa ad una start-up e ha in programma di parlarne con i rappresentanti del Pentagono e della NASA. Senza rivelare troppo, però. Perché, dice ridendo, «non vorremmo che ci rubassero le idee!»

Ricerche complementari

Jean-Christoph Zufferey ha approfittato del viaggio per incontrare alcuni ricercatori dell’università di Barkeley che, come lui, lavorano su progetti di robotica applicati all’aviazione.

Da qualche anno, Zufferey sta sviluppando un elicottero in miniatura che dovrebbe poter volare per strada e all’interno degli edifici evitando gli ostacoli. Questo grazie a dei sensori di distanza. «I nostri sensori sono ancora troppo pesanti», concede Zufferey. «Ma il giorno in cui riusciremo a renderli più leggeri susciteremo di sicuro l’interesse di eserciti e forze di polizia».

A meno che non arrivino prima gli americani. In effetti, quando si parla di robot in miniatura, è difficile dire quale dei due paesi sia più avanti con le ricerche. In un certo senso, spiega Jean-Christophe Zufferey, ci si nutre gli uni dei lavori degli altri.

«È vero che a Berkeley sono più avanti per quanto riguarda la parte meccanica. Sono in grado di costruire dei robot che sbattono le ali grandi come un moscerino. E questo in Svizzera non lo sappiamo fare. In compenso siamo più bravi di loro nel controllo informatico delle nostre creature. In definitiva, le nostre ricerche sono complementari».

swissinfo, Stephane Hiscock, San Francisco
traduzione, Doris Lucini

Nato a Friburgo nel 1980, André Noth si è diplomato al Politecnico federale di Losanna.

Nel 2006 è stato assunto dal Politecnico federale di Zurigo che gli ha chiesto di continuare le sue ricerche su un aliante solare nel quadro del progetto «Sky Sailor».

Ha tenuto diverse conferenze sul tema dei robot volanti e i risultati delle sue ricerche sono stati presentati in numerosi articoli scientifici.

Dopo aver ottenuto nel 2001 un master in micro ingegneria all’università Carnegie Mellon di Pittsburg, Jean-Christophe Zufferey ha raggiunto il laboratorio di sistemi intelligenti del Politecnico federale di Losanna.

Nel 2006 ha ricevuto il premio di miglior ricercatore assegnato dall’ABB. Appassionato di aviazione, lo scorso agosto ha organizzato un simposio sui robot volanti.

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