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“Evitare l’estinzione di una specie è solo il primo passo”

due varani di komodo in lotta
Il varano di Komodo lotta per la sua sopravvivenza: nell'ultimo aggiornamento della Lista rossa dell'UICN è passato da "vulnerabile" a "in pericolo". Andrey Gudkov / Biosphoto

Ogni specie è essenziale per l'equilibrio degli ecosistemi da cui tutti dipendiamo. L'Unione internazionale per la conservazione della natura (UICN), con sede in Svizzera, ha presentato un nuovo strumento per salvare le specie di piante e animali minacciate di estinzione, lo "statuto verde". Intervista alla ricercatrice che ha contribuito a svilupparlo.

Il 28% delle specie studiate dall’UICN – 38’543 su 138’374 – è a rischio di estinzione: lo si evince dalla Lista rossa aggiornata pubblicata in occasione del Congresso mondiale della natura in corso a Marsiglia. Durante l’evento che si svolge ogni quattro anni, l’organizzazione internazionale con sede a Gland, in Svizzera, ha anche presentato il suo nuovo “statuto verde”, uno strumento che valuta l’impatto dei programmi di ripristino e di salvaguardia delle specie minacciate.

“Ci abbiamo lavorato per dieci anni”, afferma Molly GraceCollegamento esterno, ricercatrice all’Università di Oxford e coordinatrice del gruppo di lavoro che ha sviluppato il nuovo strumento dell’UICN.

SWI swissinfo.ch: Molti hanno già sentito parlare della Lista rossa delle specie minacciate. Ora l’UICN ha introdotto lo “statuto verde”. Qual è la differenza?

Molly Grace: La Lista rossa documenta il rischio di estinzione con cui è confrontata una specie. È uno strumento essenziale che ci permette di valutare quali specie necessitano di un’azione di conservazione. Tuttavia, prevenire l’estinzione è solo il primo passo. L’obiettivo finale è che la specie si riprenda e prosperi affinché possa svolgere le sue funzioni ecologiche nel suo habitat.

molly grace
Molly Grace è coordinatrice del gruppo di lavoro che ha sviluppato lo “statuto verde” dell’UICN. Università di Oxford

Grazie allo statuto verde possiamo valutare l’impatto dei programmi di conservazione, passati e futuri, e il livello di ripristino di una specie. È uno strumento complementare alla Lista rossa che offre una prospettiva più ottimista agli sforzi di conservazione di una specie.

Come funziona il nuovo strumento?

Alla specie viene assegnato uno score da 0 a 100 che riflette la dimensione e la ripartizione della popolazione attuale rispetto alla situazione originaria, prima dell’influsso umano. Zero significa che la specie è estinta, 100 che si è pienamente ristabilita.

Finora abbiamo valutato 181 specie. Ma in totale ce ne sono circa 160’000. Abbiamo ancora parecchio lavoro da svolgere.

Può fare un esempio concreto di come può essere usato lo statuto verde?

Il condor della California è considerato “in pericolo critico” sulla Lista rossa dell’UICN. Dalla valutazione del suo statuto verde è però emerso che andando avanti con i programmi di conservazione sarà possibile assistere a una forte ripresa della specie, fino a quasi il 75% di un completo ripristino.

Anche il caso del panda gigante è interessante. Sulla Lista rossa aggiornata è passato dalla categoria “in pericolo” a “vulnerabile”. Un miglioramento che cela però un rischio, ovvero che le azioni di conservazione non siano più considerate una priorità, dato che la specie è in ripresa. Grazie a uno strumento come lo statuto verde, possiamo invece celebrare il successo segnalando al contempo che se interrompiamo gli sforzi la situazione si degraderà fortemente.

panda
Il panda non è più a rischio estinzione. Keystone / Remko De Waal

Lo statuto verde può contribuire anche alla conservazione di specie in difficoltà in Svizzera?

Certamente. Una specie che abbiamo analizzato e che è presente anche in Svizzera è il lupo grigio. Sebbene sia una specie di “minor preoccupazione” sulla Lista rossa, le abbiamo attribuito uno statuto verde di “ampiamente decimata”: dalla nostra analisi è emerso che senza azioni di conservazione ci saranno sempre meno lupi grigi in Svizzera e in Europa.

Oltre 38’500 specie sono a rischio di estinzione. Si tratta del 28% delle quasi 140’000 specie considerate dall’UICN. A essere minacciati sono il 26%* dei mammiferi, il 41% degli anfibi, il 14% degli uccelli, il 33% dei coralli e il 34% delle conifere.

Tra le specie per le quali la situazione è peggiorata c’è il varano di Komodo, la lucertola più grande del mondo. Anche squali e razze sono in declino a causa della pesca intensiva e del riscaldamento globale: la quota di specie minacciate è ora del 37%, contro il 24% nel 2014.

Al contrario, lo statuto di quattro specie di tonno pescate commercialmente è in miglioramento, indica l’UICN.

In Svizzera, quasi il 60% delle oltre mille specie di insetti sono minacciate o potenzialmente minacciate, secondo il primo rapporto d’insieme sullo stato di salute degli insetti nella Confederazione.

* In precedenza avevamo scritto erroneamente 33%. Il dato è stato corretto il 17 settembre 2021.

Quali sono i programmi di conservazione delle specie che hanno avuto più successo?

Un ottimo esempio di ripristino è la libellula dalle zampe gialle (Stylurus flavipes), un insetto che necessita di acque pulite. A causa dell’inquinamento di fiumi e specchi d’acqua c’è stato un forte declino della specie. Le regolamentazioni efficaci adottate negli ultimi decenni nell’Unione europea hanno però contribuito a migliorare la qualità dell’acqua e ora la libellula dalle zampe gialle è considerata una specie completamente ripristinata.

In generale, i programmi di conservazione più riusciti sono quelli che coinvolgono il maggior numero possibile di gruppi di interesse e che tengono conto dei bisogni umani. Se non riusciamo a trovare un compromesso tra esseri umani e fauna selvatica, sarà piuttosto quest’ultima a uscirne sconfitta.

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È risaputo che specie quali la tigre, il rinoceronte di Sumatra o l’elefante asiatico sono in pericolo di estinzione. Quali altre specie sono anch’esse minacciate ma passano più inosservate?

Un gruppo a cui la gente probabilmente non pensa sono i funghi, spesso ignorati dalle prospettive di conservazione. Eppure, svolgono un ruolo cruciale nella decomposizione e nel ciclo dei nutrienti. Tra gli animali posso citare la rana di Darwin (Rhinoderma darwinii), lo zibetto delle palme Owston (Chrotogale owstoni) e l’antilope delle steppe (Saiga tatarica), cacciata per le sue corna.

Anche se molte persone non hanno mai sentito nominare queste specie, non possiamo fare finta di nulla e distogliere lo sguardo. Ogni specie svolge un ruolo nel mantenere l’equilibrio degli ecosistemi da cui dipendiamo.

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