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Immigrazione: gli svizzeri forse voteranno di nuovo

Se Berna non troverà un’intesa con Bruxelles per applicare l’iniziativa «contro l’immigrazione di massa», il popolo svizzero sarà nuovamente chiamato alle urne. I promotori dell’iniziativa denominata «Fuori dal vicolo cieco» hanno infatti raccolto le 100'000 firme necessarie.

Il testo è di tenore diametralmente opposto rispetto all’iniziativa promossa dall’Unione democratica di centro e approvata nel febbraio 2014 dal 50,34% dei votanti. Esso chiede infatti di abrogare gli articoli costituzionali che reintroducono i contingenti per la manodopera straniera.

Il termine ufficiale per depositare l’iniziativa presso la Cancelleria federale scade il 2 giugno 2016. L’obiettivo è però stato raggiunto con largo anticipo, ha comunicato martedì il comitato promotore, che punta ora a convincere altri 20’000 cittadini per essere sicuro della riuscita.

I promotori considerano il testo come un piano B, qualora l’articolo costituzionale accettato dal popolo non potesse essere attuato. I sostenitori della cosiddetta iniziativa RASA (dal tedesco «Raus aus der Sackgasse») ritengono che l’approvazione di questo articolo ha rimesso in questione la via bilaterale conducendo la Svizzera in un vicolo cieco, da cui bisogna uscire.

Il comitato si dice formato da un gruppo di cittadini non legati ad alcun partito politico ed è sostenuto da circa 300 personalità del mondo della formazione, della scienza, del lavoro e della cultura. Vi figurano, ad esempio, il rettore designato dell’Università di Ginevra Yves Flückiger, l’artista Pipilotti Rist, l’ex direttore di Pro Helvetia Bernard Cathomas, l’ex calciatore Andy Egli, l’ex presidente del Tribunale federale, Giusep Nay, il clown Dimitri nonché il professore di storia Georg Kreis. L’iniziativa è appoggiata anche dal Sindacato dei servizi pubblici (SSP/VPOD) e dall’associazione swisscleantech.

Il commento di Fabrizio Triulzi, responsabile dell’attualità nazionale della RSI:



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