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Libera circolazione: una battaglia all’ultima scheda

Gli ospedali svizzeri non potrebbero funzionare senza il personale proveniente dai paesi dell'Unione Europea. Keystone

Il fronte dei fautori della libera circolazione delle persone è sempre in vantaggio, ma non riesce a distanziare in modo netto gli oppositori. La crisi economica accresce l'incertezza sull'esito finale della votazione dell'8 febbraio. È quanto emerge dal secondo sondaggio realizzato dall'istituto gfs.bern.

“È una campagna dura con molte emozioni. Nessuno dei due fronti è riuscito a raccogliere una maggioranza sicura, anche se i fautori mantengono una posizione di vantaggio rispetto agli avversari della libera circolazione delle persone. Il risultato sarà molto probabilmente serrato,” esordisce Claude Longchamp, direttore dell’istituto gfs.bern.

Dal secondo sondaggio, realizzato dal suo istituto fra il 19 e il 24 gennaio 2009, emerge che il 50% delle persone intenzionate a votare è favorevole al rinnovo dell’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE e alla sua estensione a Bulgaria e Romania. Il 43% delle persone intervistate è contrario, mentre il rimanente 7% è ancora indeciso.

Rispetto al primo sondaggio, effettuato a fine dicembre, gli oppositori alla libera circolazione delle persone hanno guadagnato terreno (3 punti percentuali), mentre i favorevoli hanno fatto registrare un aumento di un punto percentuale. La percentuale di indecisi è in calo.

Sorprende invece la diminuzione delle persone che dichiarano di voler recarsi alle urne (dal 48% al 46%). Secondo Longchamp ciò significa che in questa campagna la confusione è grande tanto quanto la volontà di spiegare in modo chiaro la posta in gioco l’8 febbraio.

I senza partito propendono per il no

L’analisi degli schieramenti di partito mette in evidenza una migliore mobilitazione degli elettori del centro-sinistra rispetto a quelli del centro-destra.

Gli elettori, che non appartengono ad alcun partito, hanno invece cambiato completamente opinione fra dicembre e gennaio. La maggioranza è in questa fase contraria alla libera circolazione delle persone.

“La confusione e lo scetticismo sono aumentati fra le persone che non appartengono a un partito. È un risultato importante e sorprendente, poiché i senza partito rappresentano fino a un terzo delle persone che intendono recarsi alle urne”, rileva Claude Longchamp.

Ad aver contributo al cambiamento d’opinione degli elettori senza partito vi sarebbe l’incertezza legata alle possibili conseguenze di un no alla libera circolazione delle persone sul primo pacchetto di accordi bilaterali.

I fautori faticano a far passare il messaggio secondo il quale un no alla libera circolazione delle persone condurrebbe a un annullamento degli accordi bilaterali I. Un argomento, che è stato relativizzato in questa fase della campagna, e farebbe quindi meno presa sugli elettori, sostiene Longchamp.

Polarizzazione negli argomenti a favore e contro

I sostenitori della libera circolazione delle persone sono invece riusciti sinora a far passare molto bene il messaggio chiave dell’importanza economica dell’accordo con Bruxelles.

Le misure d’accompagnamento, decise dal parlamento per evitare il dumping salariale, sono al secondo posto in termini di popolarità fra gli argomenti a favore. Il loro effetto sulle intenzioni di voto è tuttavia controverso.

Sono due gli argomenti più popolari fra gli avversari della libera circolazione delle persone: il carattere anti-democratico della votazione, dovuto alla decisione del parlamento di unire in un solo decreto il rinnovo e l’estensione della libera circolazione, e il timore di un aumento degli oneri supplementari per le assicurazioni sociali, in particolare per l’assicurazione disoccupazione.

Ad avere un maggiore effetto sulle intenzioni di voto è tuttavia la paura di un’immigrazione eccessiva e di un incremento della criminalità.

Il contesto economico fa la differenza

La campagna di votazione dell’8 febbraio presenta una costellazione politica analoga allo scrutinio popolare del 25 settembre 2005, quando il popolo svizzero approvò con il 56% di voti favorevoli l’estensione della libera circolazione delle persone ai 10 nuovi stati membri dell’UE.

Molti i punti in comune fra le due campagne di votazione: due fronti politici contrapposti di uguale forza, una tendenza simile nel processo di formazione dell’opinione pubblica, l’importanza degli argomenti di natura economica, e il ruolo determinante degli indecisi.

Il clima economico è invece completamente mutato: “Oggi ci troviamo in una fase congiunturale negativa. Gli argomenti economici sono recepiti dagli elettori, ma il loro effetto è relativizzato. Per questa ragione il fronte dei contrari è più forte rispetto al 2005”, osserva Longchamp.

Sarà quindi ancora una volta il voto degli indecisi a fare la differenza. Nel 2005 i voti degli indecisi (12% secondo l’ultimo sondaggio) erano andati in parti uguali a fautori e contrari. Le battute finali della campagna saranno decisive per l’esito dello scrutinio. Dalle urne potrebbe uscire un 51,7% a favore dei sì. Ma il guru dei sondaggi non si sbilancia oltre e rimanda tutto all’8 febbraio…

swissinfo, Andrea Arcidiacono

Il secondo sondaggio in vista della votazione popolare dell’8 febbraio è stato realizzato dall’istituto gfs. Bern fra il 19 e il 24 gennaio 2009.

Sono state intervistate telefonicamente 1211 persone aventi diritto di voto in tutta la Svizzera.

Il margine d’errore del sondaggio è di +/- 2,7 punti percentuali (calcolato sull’insieme delle persone intervistate) rispettivamente di +/- 3,3 punti percentuali (calcolato sull’insieme delle persone che intendono recarsi alle urne).

I risultati del sondaggio non possono essere considerati come una previsione, ma sono semplicemente una fotografia istantanea del processo di formazione dell’opinione pubblica.

Il secondo sondaggio ripropone il consueto divario fra le varie regioni linguistiche con alcuni sviluppi interessanti.

Nella Svizzera francese il fronte dei sì è in calo (dal 61% al 56%), mentre in Ticino i fautori della libera circolazione recuperano nettamente terreno (dal 31% al 41%). Nella Svizzera tedesca il fronte dei favorevoli rimane sostanzialmente stabile (dal 47% al 48%).

Secondo Longchamp le campagne di votazione in Ticino iniziano più tardi rispetto alla Svizzera tedesca. Questo può spiegare l’incremento delle persone favorevoli fra dicembre e gennaio.

L’accordo concede ai cittadini elvetici ed europei il diritto di scegliere il paese in cui soggiornare e lavorare.

La libera circolazione non è incondizionata. Per ottenere un permesso di soggiorno occorre essere in possesso di un contratto di lavoro, dimostrare di esercitare un’attività indipendente oppure disporre di mezzi finanziari sufficienti e di un’assicurazione malattie.

Per evitare fenomeni di dumping salariale e sociale, la Confederazione ha introdotto delle misure di accompagnamento. In caso di abuso salariale reiterato possono essere adottate misure che garantiscono condizioni salariali minime obbligatorie.

L’estensione della libera circolazione alla Bulgaria e alla Romania avverrà gradualmente. Durante un periodo di sette anni l’immigrazione da questi paesi sarà sottoposta a diverse restrizioni: contingenti, priorità alla manodopera indigena, controllo preventivo delle condizioni salariali e lavorative.

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