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Dopo il matrimonio per tutti, la strada è ancora lunga

due donne con un bambino piccolo
Il progetto 'matrimonio civile per tutti' include l'accesso alla procreazione assistita per le coppie di donne. Anne-Camille Vaucher

La Svizzera è uno degli ultimi Paesi d'Europa ad approvare il matrimonio per coppie dello stesso sesso. Dopo essersi attirata le critiche delle organizzazioni internazionali a difesa degli omosessuali, riceve oggi complimenti. Ci sono però ancora dei passi in avanti da fare per raggiungere la parità dei diritti.

Tra gli ultimi Paesi dell’Europa occidentale a non autorizzare il matrimonio civile per tutti, la Svizzera ha la possibilità di recuperare il ritardo. Dopo la Camera del popolo (camera bassa), la Camera dei Cantoni (Consiglio degli Stati) ha accettato martedì di estendere tale diritto a tutte le coppie.

Il progetto di legge include la donazione di sperma per le coppie lesbiche, la naturalizzazione facilitata del partner e l’adozione congiunta. L’adozione del figlio del partner è già consentita dal 2018, ma la procedura è lunga e insidiosa.

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Le associazioni a difesa dei diritti delle persone LGBTIQ* hanno atteso a lungo questa svolta. “Il voto del Consiglio degli Stati è una grande vittoria di tappa sulla strada verso l’uguaglianza”, reagisce Matthias Erhardt, vicepresidente del comitato nazionale ‘Matrimonio civile per tutti’.

Lentezza svizzera

La Svizzera è abituata a lunghi iter politici, ma in questo caso ci sono voluti sette anni. Il progetto ‘matrimonio per tutti’ era stato lanciato nel 2013 da un’iniziativa parlamentare del partito dei Verdi liberali. Diverse versioni del testo sono state in seguito discusse dai deputati.

La Confederazione non è stata all’avanguardia. I Paesi Bassi sono stati il primo Stato al mondo a permettere il matrimonio tra persone dello stesso sesso già nel 2001.

Quando la Svizzera ha introdotto l’unione registrata per le coppie dello stesso sesso nel 2007, cinque nazioni europee (Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Svezia e Islanda) accordavano non solo l’unione civile ai partner dello stesso sesso, ma anche tutti i diritti parentali, ossia l’adozione, l’accesso alla procreazione assistita e il riconoscimento di entrambi i genitori dello stesso sesso alla nascita.

Critiche a livello internazionale

Queste carenze hanno valso alla Svizzera rimostranze da parte di diverse organizzazioni internazionali. Il Consiglio dei diritti umani ha, tra l’altro, puntato il dito contro le leggi discriminatorie e inique della Confederazione nei confronti degli omosessuali, nel quadro del suo esame periodico universale. 

Negli ultimi anni la Svizzera era scesa al 27° posto nella classifica ILGA-EuropaCollegamento esterno relativa alla parità dei diritti per le persone LGBTIQ. Lo scorso 9 febbraio ha adottato una legge che protegge la comunità omosessuale e bisessuale dalla discriminazione e dalle incitazioni all’odio. Una revisione legislativa che le ha permesso di salire al 23° postoCollegamento esterno, con un tasso di parità del 36%, ciò che rimane ben al di sotto della media europea del 48%Collegamento esterno.

Oggi le persone LGBT rischiano la pena di morte nel Brunei e in altri 11 Paesi del mondo. Le relazioni omosessuali continuano a essere illegali in più di 70 nazioni, secondo l’ultimo rapporto sull’omofobia Collegamento esternodi ILGA.

Oggi, la decisione della camera alta viene salutata a livello internazionale come un gradito passo avanti. “È una buona notizia. Le persone LGBTIQ hanno fatto un passo verso l’ottenimento degli stessi diritti familiari di tutti gli altri in Svizzera”, commenta Katrin Hugendubel, direttrice della campagna di ILGA-Europa, l’associazione internazionale per la difesa dei diritti delle minoranze sessuali.

Amnesty International definisce il voto “una decisione storica per la parità dei diritti”. “La Svizzera riconosce finalmente che non c’è motivo di negare i diritti fondamentali alle coppie dello stesso sesso e alle famiglie arcobaleno”, afferma Alexandra Karle, direttrice della sezione svizzera dell’ONG.

Persone transgender non abbastanza protette

Tuttavia, c’è ancora del lavoro da fare per ottenere la parità dei diritti per le persone LGBTIQ, avvertono gli esperti in Svizzera e all’estero. “Ci sono ancora molti punti su cui la Svizzera dovrebbe migliorare”, dice Nadia Boehlen, portavoce della sezione svizzera di Amnesty International. In particolare, Boehlen deplora il fatto che la legge non consenta di punire la transfobia, ossia le discriminazioni e le incitazioni all’odio basate sull’identità di genere. Le persone trans* sono una popolazione particolarmente vulnerabile.

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È però difficile quantificare l’entità delle discriminazioni o delle aggressioni subite dalla comunità LGBTIQ svizzera, poiché non esiste una statistica nazionale completa in materia. Una lacuna criticata anche da Amnesty International, secondo cui “le forze dell’ordine dovrebbero registrare i crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere”.

ILGA-Europa ritiene che la Svizzera debba vietare gli interventi medici sui minori intersessuali quando questi non sono necessari. “Bisogna garantire che il riconoscimento legale del sesso si basi sull’autodeterminazione”, dice Katrin Hugendubel. L’organizzazione internazionale sottolinea che la Confederazione deve impegnarsi anche nel settore dell’asilo concesso agli omosessuali. Rammenta a questo proposito la recente condanna della Svizzera da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo per l’espulsione di un cittadino gambiano gay.

Parola al popolo

Bisognerà ancora aspettare per assistere al primo matrimonio tra persone dello stesso sesso in Svizzera. La Camera del popolo esaminerà nuovamente la questione durante la sessione invernale per appianare le divergenze. Secondo il progetto del Consiglio degli Stati, la sposa della madre biologica del bambino sarà riconosciuta come madre alla nascita solo se il neonato è stato concepito con l’aiuto di una banca del seme svizzera. Una restrizione criticata dalle associazioni per i diritti degli omosessuali, che temono che alcuni bambini possano trovarsi senza una piena protezione legale alla nascita.

Inoltre, l’Unione federale democratica (UDF) ha già annunciato l’intenzione di lanciare un referendum contro il matrimonio civile per tutti. “Noi rifiutiamo questa diluizione del matrimonio”, scrive il piccolo partito cristiano ultraconservatore in un comunicato. Se riuscirà a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni, la decisione finale spetterà al popolo.

L’iter politico è quindi tutt’altro che finito. Sembra che stia evolvendo più lentamente delle mentalità, considerando che oltre l’80% degli svizzeri si dichiara favorevole al matrimonio per le coppie dello stesso sesso, secondo uno studioCollegamento esterno commissionato da Pink Cross, l’associazione ombrello delle organizzazioni omosessuali in Svizzera.

*L’acronimo LGBTIQ è usato per indicare le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali.

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Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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