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Il servizio civile? Troppo attrattivo, le regole vanno cambiate

infermiere aiuta anziana a camminare
I cosiddetti 'civilisti' rappresentano una risorsa molto importante soprattutto nel settore delle cure. © Keystone / Christian Beutler

Il Governo svizzero intende ridurre il numero delle ammissioni al servizio civile, frenando così l'emorragia con cui è confrontato l'esercito.

Il timore delle autorità è che l’effettivo regolamentare di 100’000 militari possa essere compromesso se l’aumento del numero di ammissioni al servizio civile proseguirà al ritmo attuale. “È necessario agire con una certa urgenza”, ha dichiarato mercoledì il ministro dell’economia Guy Parmelin, da cui dipende il servizio civileCollegamento esterno.

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Per questa ragione e considerata anche l’evoluzione demografica, il Governo svizzero ha presentato una revisione legislativaCollegamento esterno per cercare di rendere meno attrattivo il servizio civile. Otto le misure previste nel messaggioCollegamento esterno del Consiglio federale.


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In particolare, il numero minimo di giorni di servizio civile sarà portato a 150. In questo modo si vuole ridurre il numero di persone che, dopo avere effettuato la scuola reclute, opta per il servizio civile.

In Svizzera, il servizio militare è distribuito su più anni: dopo la scuola reclute di 18 settimane, ogni soldato deve effettuare dei corsi di ripetizione annuali fino a circa 30 anni, per un totale di 245 giorni di servizio per un soldato semplice. Chi sceglie il servizio civile deve invece svolgere un servizio 1,5 volte più lungo di quello militare.

 A preoccupare è anche il “passaggio al servizio civile di specialisti e quadri dell’esercito”. Ad esempio, ha indicato Parmelin, persone che svolgono gratuitamente in seno all’esercito la formazione per conseguire la patente di camionista e poi decidono di fare il servizio civile. In particolare si lamenta la carenza di personale sanitario: “Nel 2017 mancavano più di 270 medici per la truppa, gli stati maggiori e i centri di reclutamento”, si legge nel messaggio.

Per cercare di fermare l’emorragia, la nuova legge – che dovrà ancora essere approvata dal Parlamento – prevede da un lato di aumentare la durata del servizio civile per i sottufficiali e ufficiali che decidono di lasciare l’esercito, dall’altro di vietare quegli impieghi nel servizio civile che richiedono studi in medicina o veterinaria.

Infine, tra le misure per ridurre l’attrattiva del servizio civile, non sarà più possibile effettuarlo all’estero.

Durante il suo intervento, il ministro dell’economia ha rilevato che il Consiglio federale non intende mettere in dubbio il servizio civile, ma ha anche ricordato che esso è stato creato nel 1996 per coloro che vogliono far valere un conflitto di coscienza, evitando così una condanna penale. Attualmente la legge non prevede la libera scelta tra servizio civile e militare, ha poi sottolineato il consigliere federale.

L’analisi del corrispondente della RSI Nicola Zala:

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Uguaglianza di trattamento

Le misure proposte dal Governo sono aspramente criticate dal Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) e dalla Federazione svizzera del servizio civile (CIVIVA), che ribadiscono la minaccia di referendum se il parlamento dovesse seguire il governo.

Le misure proposte rimettono in discussione il diritto all’obiezione di coscienza e al servizio civile stesso, afferma CIVIVA in una nota. Il progetto governativo – aggiunge – “calpesta l’uguaglianza di trattamento tra reclute e civilisti”, che già oggi assolvono un servizio lungo una volta e mezzo quello militare.

Con gli otto provvedimenti oggi illustrati il Consiglio federale mette ancora più ostacoli sulla via dei giovani che vogliono fare qualcosa per la società, deplora da parte sua il GSsE, che caldeggia a sua volta il referendum, già minacciato all’avvio della procedura di consultazione nel giugno 2018.

Lisa Mazzone, copresidente di CIVIVA e parlamentare dei Verdi, dubita che il progetto possa superare lo scoglio della Corte europea dei diritti dell’uomo: “L’obbligo di assolvere al minimo 150 giorni di servizio è incompatibile con il principio della parità di trattamento. Questa misura implica che alcuni coscritti dovranno in futuro effettuare un servizio civile molto più lungo del servizio militare”.

“Il Consiglio federale dovrebbe chiedersi come mai tante persone non vedano alcun senso nel servizio militare e preferiscano compiere missioni di servizio civile invece di prendersela con loro”, rileva dal canto suo Lewin Lempert, segretario del GSsE.

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