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Legittima difesa, tempi duri in arrivo per i ladri

Il PM chiede l'archiviazione per il caso D'Appollonio, l'80enne che aveva sparato a dei rumeni nel suo salotto.

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Difendersi dalle aggressioni è possibile in Italia?

Fino ad oggi i giudici hanno sfornato sentenze sfavorevoli a chi si è difeso dentro casa, o sul luogo di lavoro, dalle aggressioni dei ladri. A spiegare perchè è uno dei massimi esperti di diritto penale in Italia, il Presidente del Tribunale Militare Vincenzo Santoro:«se un ladro si introduce furtivamente in un’abitazione e, impossessatosi di tutti i miei averi di una vita, li porta via, io non mi posso difendere sparando. Perché secondo la legge italiana c’è una sproporzione tra la difesa dei beni patrimoniali e il valore della vita umana».

La legge italiana ammette dunque la legittima difesa solo come estrema ratio, e solo di fronte ad un’ aggressione verso la vita della vittima.

Magistrati sul banco degli imputati

Ma Santoro ammette: «Dal caso Birolo in poi, sul banco degli imputati ci sono saliti i magistrati, perchè il sentire comune è solidale con chi si difende dentro casa sua.

In effetti -spiega- l’aggressione di chi si introduce notte-tempo dentro un’abitazione, viene percepita come una minaccia diretta non soltanto al patrimonio, ma anche alla persona».

Ma se fino ad oggi, reagire uccidendo, ha significato risarcimenti milionari e galera, domani le cose potrebbero cambiare: la giurisprudenza dell’ultim’ora sta dando ragione al sentire comune.

Un caso esemplare

Il primo caso che in queste ore si sta concludendo diversamente dal passato, è il caso di Ilario D’Appollonio, l’ultra-ottantenne romano, che si è trovato nel salone di casa tre romeni che aggredivano la moglie, ed ha sparato, uccidendone uno e ferendone un altro. Questa volta il Pm ha richiesto l’archiviazione del caso.

Il magistrato della pubblica accusa romano si è mosso dunque diversamente dal giudice bergamasco che nel 2014 ha giudicato Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Corezzola, che uccise ad aprile 2012 un ladro, nel suo negozio. Il caso è finito con una sentenza di eccesso colposo di legittima difesa. La cassazione ha confermato la condanna, per cui Birolo dovrà rimanere in prigione per circa tre anni, mentre la sua famiglia dovrà alla vittima un risarcimento di 325 mila euro.

«Fondamentale – spiega Santoro – nel caso Birolo, è stato il fatto che il ladro stava guadagnando l’uscita della tabaccheria, e per giunta era giorno. Dunque non era ragionevole, per il tabaccaio, temere per la propria incolumità».

Una sentenza peraltro, quella Birolo, che ripropone in copia carbone la cassazione penale del 3 luglio 2014, la n. 28802, sulla condanna dell’imputato che difese la propria abitazione dall’intrusione di alcuni ladri imbracciando un fucile da caccia, e uccidendone uno, quando questi si mise alla guida della sua mercedes nel giardino.

Ma nel caso D’Appollonio, ha pesato sulla decisione del Pubblico Ministero, il fatto che si trattasse di un’aggressione notte-tempo, fatta nel salone di casa da tre malviventi coperti nel volto, armati, che stavano aggredendo sua moglie.

La sentenza potrebbe creare giurisprudenza

Quando arriverà la sentenza di archiviazione, certamente sarà un precedente importante, nell’applicazione della legge sulla legittima difesa, in favore di chi si difende dentro il proprio domicilio. Ma non basta.

Il dibattito sulla legittima difesa resta acceso, tanto che parte dell’avvocatura e della magistratura stanno portando avanti un referendum che cancelli il limite alla possibilità di difendersi in Italia. Inoltre molta parte della politica presenta nuove proposte di legge in merito, e la discussione si sposta in Parlamento.

Giorgia Meloni, Presidente Fratelli d’Italia: «Abbiamo presentato una proposta di legge che ritocca il limite alla legittima difesa. Così domani, un ladro che entra dentro casa nostra, dovrà mettere in conto che qualcosa potrebbe andare storto. Basta a occuparsi solo dei ladri che hanno perso la vita. Pensiamo anche a chi non si è difeso, ed è stato ucciso».

Sulla stessa linea, il Segretario Nazionale Idv Ignazio Messina, che porta in Parlamento una proposta di legge che cancelli il “tappo” del 55 cp. alla legittima difesa, quando le aggressioni avvengano nella propria abitazione.

Sabrina La Stella

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