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Bilancio in chiaro-scuro per la Commissione Ue di Juncker

Jean-Claude Juncker
Il presidente della Commissione Ue uscente, il lussemburghese Jean-Claude Juncker Keystone / Stephanie Lecocq

La futura Commissione Ue, la cui composizione dovrà essere ratificata dall’Europarlamento che viene rinnovato questo fine settimana, sarà chiamata a raccogliere una difficile eredità.

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L’esecutivo di Bruxelles ha dovuto infatti affrontare il quinquennio forse più problematico dalla fondazione della costruzione europea. In politica estera la squadra di Jean-Claude Juncker ha dovuto gestire le tensioni con l’Amministrazione Trump riguardo a commercio estero, politiche ambientali e nucleare iraniano e con la Russia di Putin sullo scacchiere orientale.

Ma a preoccupare sono state soprattutto le crisi interne: il rischio default della Grecia nell’estate del 2015 e la legge di bilancio 2019 messa a punto dal Governo Conte. La veemente polemica con il nuovo governo di uno dei sei paesi fondatori costituisce un pericoloso precedente per l’Ue.

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C’è stata poi la pattuglia di Visegrad a mettere i bastoni fra le ruote ad ogni occasione in tema di migranti e diritti individuali. La mancata intesa sulle politiche migratorie e sull’asilo a livello comunitario costituisce una cocente sconfitta per la Commissione Ue che non ha saputo risolvere la questione che coinvolge da vicino l’elettorato dei Ventotto.

Sostanziali passi in avanti verso un’Europa più sociale non sono stati compiuti, alimentando così la disaffezione nei confronti di istituzioni viste come mera emanazione degli ambienti finanziari. E poi l’Ue ha dovuto subire lo smacco nel giugno 2016 del voto britannico favorevole alla Brexit, il cui esito finale però è ancora tutto da decifrare e la recente avanzata di partiti e movimenti euroscettici e nazionalisti.

Al suo attivo ci sono la prima legge sui diritti d’autore che contempla i nuovi media, l’abolizione del roaming su tutto il territorio dell’Unione e i primi provvedimenti regolatori nei confronti dei colossi web che finora sono riusciti a sfuggire a controlli normativi e fiscali a livello planetario. Il lavoro per i commissari Ue che verranno designati in autunno quindi non manca.

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