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Doppio braccio di ferro in Polonia

Migliaia di persone sono scese in piazza in Polonia per contestare la nuova legge che manda in pensione un terzo dei giudici dell'Alta corte. E intanto la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro il governo di Mateusz Morawiecki.

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Il provvedimento, in vigore da martedì, coinvolge 37 giudici su 73, obbligati a dimettersi a 65 anni. Per l’opposizione, il partito ‘Legge e Giustizia’ che è al potere, sta distruggendo l’ordine democratico e l’autonomia della giustizia attraverso una legge che impone un controllo politico sui tribunali.

Secondo il governo, invece, la misura è un modo per rendere i tribunali più democratici e i giudici più responsabili verso gli elettori, allontanando il rischio corruzione.

Noncurante del provvedimento – e sostenuta da migliaia di persone scese in piazza in tutto il paese – la presidente della Corte suprema Malgorzata Gersdorf (che avrà 65 anni in novembre) martedì si è recata in tribunale, circondata dall’abbraccio dei manifestanti che hanno passato la notte davanti al palazzo.

“È una purga alla Corte suprema mascherata da riforma delle pensioni”, ha dichiarato Malgorzata Gersdorf. Il suo mandato di sei anni dovrebbe scadere nel 2020. Da qui il sospetto che sia una legge voluta proprio per colpire il numero uno della giustizia polacca, più volte critica verso il partito di governo. Lei però tira dritto: “Non ho intenzione di dimettermi”, ha sentenziato appoggiata da una sessantina di colleghi.

Procedura d’infrazione

Altrettanto tenace la difesa del premier Morawiecki che alle domande degli europarlamentari durante la plenaria a Strasburgo, ha replicato: “Prima di parlare, guardate più da vicino quello che accade da noi. Oggi i giudici sono molto più indipendenti”. E ha concluso: “Non siate paternalistici” perché “la democrazia in Polonia non è mai stata così viva”.

Non la pensano così i polacchi scesi in piazza e qualche dubbio si avverte anche a Bruxelles. La Commissione europea ha infatti aperto una procedura di infrazione contro Varsavia. “Se c’è una minaccia al sistema di diritto, non possiamo semplicemente chiudere un occhio”, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis perché “non possiamo limitarci a dire che è solo una questione nazionale”.

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