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Le stelle svizzere dell’architettura

Il nuovo museo dell'Acropoli di Atene, concorso vinto da Bernard Tschumi. www.labiennale.org

Conosciuti in tutto il mondo, gli architetti svizzeri esportano non solo la loro bravura, ma anche un'immagine moderna e dinamica della Svizzera.

La Svizzera rappresenta una delle culle più importanti dell’architettura contemporanea nel mondo.

Non esiste uno “stile svizzero”, un movimento riconoscibile di tendenza. Quello che accomuna gli architetti svizzeri è semmai la buona scuola di base, unita all’amore per la precisione e la cura dei dettagli, non solo nei disegni, ma anche sul cantiere.

Dal Ticino al Reno

Francesco Borromini, uno dei maestri del Barocco italiano, era emigrato a Roma nel 17° secolo dal Ticino. Le Corbusier era svizzero: visse per 30 anni a La Chaux-de-Fonds prima di emigrare a Parigi, da dove progettò edifici in Europa, Asia e Sud America che lo resero uno dei capiscuola del modernismo.

Negli anni ’60 lo studio bernese Atelier 5, con i suoi progetti d’abitazione alternativi, attira l’attenzione internazionale. Ma sono i ticinesi, come Luigi Snozzi e soprattutto Mario Botta, che negli anni ’80 danno vita alla prima “scuola” svizzera da esportazione.

Ognuno brilla di luce propria

Negli anni ’80 cominciano ad emergere altri nomi, come lo studio basilese Diener&Diener, che nel bel mezzo del movimento “postmoderno”, indica la strada di un ritorno alla semplicità.

Ad attirare l’attenzione di giurie e committenti stranieri sono sempre più numerosi gli architetti svizzero-tedeschi. Herzog & de Meuron, i primi svizzeri a ricevere il premio Pritzker, il “Nobel” dell’architettura nel 2001.

H&D, oltre allo stadio St.Jakob di Basilea, firmano uno dei progetti museali più interessanti degli ultimi decenni: la nuova Tate Gallery di Londra. Altro nome famoso è quello di Peter Zumthor, autore, tra l’altro, delle famose Terme di Vals e del padiglione svizzero all’Expo di Hannover.

Gli svizzeri alle Olimpiadi e sull’Acropoli

Uno dei successi internazionali più recenti viene dagli architetti zurighesi Heinz Moser und Roger Nussbaumer dello studio burckhardtpartner, che hanno vinto il concorso del Centro culturale e sportivo Wukesong di Bejing, per le Olimpiadi estive del 2008 a Pechino.

Tra gli architetti romandi di maggior spicco vi è il losannese Bernard Tschumi, vincitore del concorso per il nuovo museo dell’Acropoli di Atene. La sua carriera si svolge principalmente tra Parigi e gli Stati Uniti, dove è anche famoso come docente e rettore di prestigiose università. Altro romando attivo internazionalmente è Rudolphe Luscher (autore del nuovo stadio di Berna). Nonostante abbia vinto diversi progetti internazionali, finora non è però ancora riuscito a realizzarli.

Apertura d’orizzonti

Naturalmente una lista completa degli architetti svizzeri di talento sarebbe molto più lunga: ci sono ancora, tanto per citarne qualcuno, lo zurighese Theo Hotz, che ha realizzato la Messe di Basilea, l’edificio della fiera campionaria; Meili&Peter, lo studio che ha costruito una scuola a Bienne, che è il più grande edificio in legno realizzato in Svizzera negli ultimi anni.

Per terminare, bisogna ricordare che non solo gli architetti svizzeri si sono aperti verso l’esterno, ma anche la Svizzera, fino a qualche anno fa una specie di “mercato chiuso”; della costruzione, negli ultimi anni ha regolarmente invitato famosi architetti stranieri per realizzare progetti in Svizzera.

Jean Nouvel ha costruito il Centro di cultura e congressi di Lucerna, Renzo Piano il museo Beyeler a Riehen e sta realizzando il Museo Paul Klee a Berna. E non dimentichiamo naturalmente il contributo a Expo.02 di Nouvel e dello studio viennese Coop Himmel-b(l)au, autori rispettivamente delle Arteplage di Morat e di Bienne.

swissinfo.ch

L’architettura “svizzera” non esiste. Esiste una tradizione di buona scuola di base, con concoscenze tecniche solide, cura nei dettagli e gusto per la sperimentazione e l’innovazione.

Achitetti svizzeri invitati all’8° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia:
Diener & Diener
Herzog & De Meuron
Bernard Tschumi
Peter Zumthor

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