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Le stazioni alpine potrebbero sentire il caldo estivo

Keystone

I cambiamenti climatici non influiscono solo sulla stagione turistica invernale delle regioni alpine. Nelle montagne potrebbe cambiare anche il turismo estivo.

Le temperature elevate rischiano di provocare un numero maggiore di catastrofi naturali, e di modificare il paesaggio. Secondo gli esperti, il caldo potrebbe però anche attirare più turisti.

Se per quanto riguarda la stagione invernale, già si sa che alcune stazioni sciistiche a bassa altitudine faranno sempre più fatica a garantire ai turisti un innevamento sufficiente, nelle regioni di montagna le conseguenze del riscaldamento globale non dovrebbero rivelarsi così drastiche in estate.

“I cambiamenti climatici presentano una serie di vantaggi per le stazioni turistiche alpine”, spiega a swissinfo il professor Thomas Bieger, esperto di turismo presso l’Università di San Gallo.

“Con l’aumento delle temperature la gente sarà probabilmente sempre più interessata ad andare in cerca di un po’ di frescura nelle regioni di montagna”, aggiunge.

Secondo l’esperto, anche il clima più secco potrà rivelarsi un vantaggio. Gli scienziati ritengono che le temperature in Svizzera potrebbero crescere di 3° gradi entro il 2050 rispetto ai valori del 1990. Ciò causerà una riduzione della pioggia del 20%.

Le conseguenze non saranno però solo positive. Da rapporti recenti risulta infatti che i ghiacciai, una delle attrazioni principali delle regioni alpine, sono in fase di preoccupante scioglimento.

Catastrofi naturali

I cambiamenti del paesaggio avranno come conseguenza l’aumento delle catastrofi naturali, quali le frane e le alluvioni.

Un recente studio dell’Università di Berna, effettuato su mandato delle stazioni turistiche delle Alpi bernesi, invita caldamente le autorità a premunirsi contro simili rischi.

In futuro, la gestione delle crisi e l’analisi dei rischi assumeranno un’importanza fondamentale per garantire la sicurezza dei turisti e mantenere accessibili le vie di comunicazione. Inoltre, si sottolinea nello studio, vanno migliorate le pubbliche relazioni durante le crisi.

Un monito simile si trova in un rapporto governativo pubblicato lo scorso mese di marzo. Gli autori giungevano alla conclusione che il probabile aumento di turisti durante la stagione estiva non basterà a compensare le perdite registrate in inverno. “Per rimanere concorrenziali le destinazioni turistiche devono adattare la loro offerta alle nuove condizioni climatiche”, si legge nel rapporto.

Reazioni

Sono molti i cantoni alpini che già si stanno preparando alle nuove sfide in ambito climatico.

“Il peggio a cui dobbiamo prepararci è un aumento delle catastrofi naturali. Occorre prepararsi alle conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai”, dice a swissinfo Hansjörg Trachsel, ministro del turismo del canton Grigioni.

“Ma siamo molto ben preparati al verificarsi di tale rischio. Sappiamo esattamente dove si situano i pericoli e in quelle zone non costruiremo più nulla oppure solo edifici particolarmente solidi. Premunirci sicuramente ci aiuta, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia”, aggiunge.

Per Trachsel l’aumento delle temperature si rivelerà un vantaggio. Già ora accade che quando il caldo e lo smog si fanno soffocanti, i turisti milanesi vanno a rifugiarsi nella regione ad est del cantone, famosa per le stazioni turistiche di San Moritz e di Davos.

Incertezze

Lo stesso accade nel canton Vallese. Il ministro cantonale del turismo, Jean-Michel Cina, afferma tuttavia che nella regione non si vogliono per ora adottare misure che potrebbero rivelarsi avventate.

“Dobbiamo prestare attenzione ai cambiamenti climatici anche in estate, ma non per i prossimi anni. Il principale problema da risolvere attualmente non concerne la stagione calda bensì l’inverno, perché corriamo il rischio di non avere più acqua a sufficienza per produrre la neve artificiale”, spiega a swissinfo.

L’aumento delle temperature ha già dato alcuni spunti per nuovi prodotti ai responsabili per il turismo delle regioni alpine, sottolinea dal canto suo Thomas Bieger. Alcune stazioni ad esempio, stanno migliorando la loro offerta di escursioni e di arrampicate, così come di centri di benessere. Inoltre, numerose società turistiche sono in fase di consolidamento in modo da potere effettuare ulteriori investimenti, aggiunge l’esperto.

Gli effetti precisi del cambiamento climatico non possono tuttavia secondo lui essere previsti con precisione. “Potrebbero accadere cambiamenti climatici totalmente inaspettati. Il centro Europa potrebbe persino divenire più freddo”, spiega.

“Non è quindi il caso essere già pronti ora per simili eventualità quando non si sa cosa accadrà fra 30 o 40 anni”, conclude Bieger.

swissinfo, Isobel Leybold-Johnson
traduzione, Anna Passera

Il turismo era uno dei temi affrontati in un rapporto sui cambiamenti climatici pubblicato lo scorso mese di marzo dall’Organo consultativo sui cambiamenti climatici (OcCC).

Nello studio si afferma che le zone di lago e le destinazioni alpine potrebbero attrarre più turisti in estate grazie all’aumento delle temperature. La diminuzione dell’innevamento potrebbe per contro rivelarsi fatale per le stazioni sciistiche a bassa quota.

La mancanza di neve e lo scioglimento dei ghiacciai avranno un impatto sull’attrattiva delle ragioni turistiche. Il disgelo del permafrost rischia di rendere meno stabili gli impianti di risalita delle stazioni sciistiche e potrebbe provocare valanghe e cadute di massi.

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