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Le scuole svizzere all’estero si riprendono – lentamente – dal coronavirus

alunni in una scuola
Fondata nel 2017, la Scuola svizzera di Pechino è l'ultima arrivata nella rete di istituti elvetici all'estero. educationsuisse

Dopo l'interruzione dell'attività scolastica causata dalla pandemia di coronavirus, le scuole svizzere all'estero guardano al futuro. Innanzitutto, definendo ciò che le rende "svizzere".

I responsabili e le responsabili delle 18 scuole svizzere all’estero si incontrano nel Canton Turgovia dall’11 al 13 luglio per la loro prima conferenza annualeCollegamento esterno completa in Svizzera dopo tre anni.

Più di 100 persone saranno presenti alla giornata ufficiale, aperta agli ospiti, il 13 luglio. 

Turgovia è il Cantone patrono del Colegio Pestalozzi, la scuola svizzera di Lima, in Perù, uno degli istituti elvetici più colpiti durante la pandemia. Per oltre un anno, ha dovuto svolgere i corsi a distanza.

La maggior parte delle altre scuole, sparse tra America Latina, Asia e parte dell’Europa, sono “più o meno tornate alla normalità”, afferma Barbara Sulzer Smith, responsabile di educationsuisseCollegamento esterno, l’organizzazione che rappresenta le scuole svizzere all’estero. 

Il ministro dell’Interno Alain Berset ha potuto constatare di persona la situazione quando ha visitato la Scuola svizzera di Roma nel maggio di quest’anno in occasione di uno speciale anniversario. “Dopo confinamenti e insegnamento a distanza – gestiti in modo esemplare dalla Scuola svizzera di Roma – è ancora più bello poter festeggiare i 75 anni in loco”, ha scritto su Twitter.

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Quest’anno solo la scuola svizzera all’estero più recente, quella di Pechino, ha dovuto ricorrere nuovamente all’insegnamento a distanza, rileva Barbara Sulzer Smith. Le scuole della capitale cinese sono state chiuse a maggio dopo la ricomparsa di un focolaio di Covid-19.

Le sfide

“In alcune scuole la sfida è stata quella di riportare in classe ragazzi e ragazze e di far sì che riprendessero una vista scolastica normale”, ci dice la responsabile di educationsuisse.

Sebbene il tedesco di alcuni alunni – la principale lingua delle scuole svizzere all’estero – ne abbia un po’ risentito a causa della mancanza di opportunità di esercitarsi, il livello generale di scolarizzazione ha potuto essere preservato, grazie a un apprendimento a distanza efficace, aggiunge.

Tuttavia, il numero di persone iscritte nelle scuole svizzere all’estero è in leggero calo. Le ultime cifre per il 2020 (quelle del 2021 saranno pubblicate a breve) fanno stato di 7’970 allievi ed allieve, rispetto agli 8’000 del 2019.

“Alcune famiglie svizzere espatriate sono tornate in Svizzera [a causa della pandemia], ma alcune scuole hanno registrato un afflusso di nuovi studenti, perché le famiglie del posto hanno capito che i nostri istituti offrono una buona istruzione anche in tempi di crisi o di pandemia”, osserva Barbara Sulzer Smith.

Sebbene siano state originariamente create per le famiglie espatriate, oggi solo il 20% circa degli allievi e delle allieve delle scuole svizzere all’estero è di nazionalità rossocrociata. Il resto del corpo studentesco è composto di giovani del posto o di altre famiglie di espatriati. Le scuole sono a pagamento, ma sono senza scopo di lucro e si appoggiano su un Cantone patrocinatore, che fornisce il supporto pedagogico (ma non i finanziamenti). Per contro, la Confederazione contribuisce con un sussidio (quasi 19 milioni di franchi durante l’anno scolastico 2021/2022).

scuole svizzere estero
swissinfo.ch

Per potere ottenere la denominazione ufficiale, le scuole svizzere all’estero devono soddisfare determinati criteri stabiliti dalla legge elvetica. Ad esempio, la maggioranza del corpo insegnante deve essere svizzera.

Definire la “svizzeritudine”

Negli ultimi anni, però, si sono moltiplicati gli appelli affinché la rete definisca con maggiore precisione la propria Swissness, soprattutto a fronte di un mercato delle scuole internazionali altamente competitivo. Solo a Singapore, sede di una delle scuole svizzere, si stima che vi siano oltre 60 scuole internazionali. Anche la Cina ha un mercato molto affollato.

Ciò ha portato alla stesura di una nuova Carta delle scuole svizzere all’estero, che sarà presentata al pubblico il 13 luglio. Questa definisce ciò che le 18 scuole svizzere all’estero intendono per Swissness nei loro valori, ma anche nell’apprendimento, nell’insegnamento e nella gestione dell’istituto. Include anche il modo in cui le scuole svizzere agiscono come poli culturali e lavorano in rete.

Ad esempio, si afferma che la partecipazione alle decisioni scolastiche da parte del corpo insegnante, studentesco e dei genitori è molto importante. Questo rispecchia l’importanza della democrazia diretta in Svizzera e si differenzia da altri sistemi scolastici, in cui è spesso la dirigenza dell’istituto ad avere l’ultima parola.

“Molti di questi valori della Carta vengono già vissuti nelle scuole svizzere all’estero, ma noi vogliamo renderli più visibili”, conclude Barbara Sulzer Smith.

In Italia esistono ben quattro scuole svizzere: a Milano (con una sede anche a Cadorago, in provincia di Como), Bergamo, Roma e Catania.

Durante l’anno scolastico 2020/2021, queste quattro istituti contavano 1’171 allievi ed allieve, stando all’Ufficio federale della cultura. Quella più grande è la Scuola svizzera di Roma (521 studenti) seguita da Milano/Cadorago (417), Bergamo (169) e Catania (64).

In passato vi erano scuole svizzere anche in altre città italiane: a Napoli, Firenze e Luino. Quella di Napoli è stata la prima scuola svizzera fondata all’estero, addirittura nel lontano 1838. L’istituto ha chiuso i battenti nel 1984.

 Traduzione di Daniele Mariani

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