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Le ONG vogliono una convenzione internazionale sull’acqua

In molte regioni del mondo, come in Cambogia, l'accesso all'acqua potabile è ancora una chimera Keystone

L'acqua è un bene pubblico che va protetto con un trattato internazionale: è quanto chiede un gruppo di organizzazioni non governative svizzere.

Alliance Sud, la comunità di lavoro di sei grandi organizzazioni elvetiche di cooperazione, ha lanciato l’appello in occasione di un forum intitolato “Accesso all’acqua – Un diritto umano”, organizzato a margine della Giornata mondiale dell’acqua.

“Siamo convinti che l’acqua, al pari del clima o della biodiversità, debba essere posta sotto la protezione di un trattato internazionale”, dichiara a swissinfo Rosmarie Bär, responsabile della problematica dell’oro blu in seno a Alliance Sud, che ha organizzato la conferenza tenutasi a Berna.

“Una convenzione internazionale – aggiunge – rappresenterebbe uno strumento importante per le popolazioni affinché possano chiedere il diritto all’accesso all’acqua, sia su scala locale che nazionale. Inoltre permetterebbe loro di essere coinvolti in maniera democratica nelle decisioni politiche che riguardano questo bene”.

Un trattato potrebbe essere adottato già nell’autunno del 2008, anche se saranno necessari diversi anni per la procedura di ratifica.

Cooperazione pubblico-privato

Per Wolfgang Amadeus Brülhart, responsabile della sezione politica dei diritti umani del Dipartimento federale degli esteri, l’accesso all’acqua è già implicitamente riconosciuto come un diritto umano. Il punto dolente è però come tradurre in pratica questo diritto.

“A livello multilaterale, la Svizzera si è soprattutto concentrata nel sostenere le convenzioni e le risoluzioni internazionali”, spiega Brülhart.

Per migliorare l’accesso all’acqua potabile, le autorità elvetiche mettono inoltre l’accento sulla cooperazione tra industria privata e autorità locali.

Un approccio che è però criticato con forza dalle ONG. “Il settore privato ha un ruolo da svolgere, ma non può essere il proprietario dell’acqua. L’acqua è un bene pubblico e non deve appartenere a un monopolio privato”, sottolinea Rosmarie Bär. “L’accesso all’acqua è un diritto umano e gli Stati sono responsabili di far rispettare i diritti umani”.

Maude Barlow, cofondatrice di “Blue Planet Project”, un’associazione che lotta per garantire un accesso equo all’acqua, è ancora più esplicita: “La lobby dell’acqua minerale non è la sola ad approfittare della crisi, esiste anche un cartello mondiale dell’acqua”.

Tema della Giornata mondiale dell’acqua 2007 delle Nazioni Unite è “Fronteggiare la scarsità d’acqua”.

La mancanza d’acqua richiama alla mente soprattutto l’immagine della siccità. Tuttavia, sottolineano gli organizzatori della giornata, questa è solo la punta dell’iceberg. L’agricoltura, l’urbanizzazione, l’industrializzazione, nonché il riscaldamento climatico stanno mettendo a dura prova le riserve idriche. La scarsità d’acqua è legata soprattutto all’inquinamento e allo spreco.

Microinquinanti

In Svizzera, la qualità dell’acqua è generalmente buona – vedi eccellente – e negli ultimi 50 anni sono stati compiuti molti passi in avanti, soprattutto grazie alla costruzione di numerose centrali di depurazione.

Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, vi sono però ancora diverse sfide da affrontare, in particolare quelle legate all’inquinamento da sostanze microinquinanti.

“I prodotti chimici contenuti nei detersivi, nei dentifrici, nelle medicine, nei pesticidi e nelle vernici finiscono in fin dei conti nell’acqua”, spiega Stephan Müller, responsabile della divisione Protezione delle acque. “Malgrado le concentrazioni assai basse, questi prodotti possono essere nocivi”.

Le sostanze ormonali sono le più problematiche, poiché influiscono sul processo riproduttivo dei pesci, precisa Müller.

Un programma nazionale di ricerca sta cercando di far luce su questo problema e l’Ufficio dell’ambiente ha lanciato un progetto per sviluppare degli impianti in alcune stazioni di depurazione al fine di combattere i microinquinanti.

“Gli effetti di queste sostanze non sono ancora molto chiari, poiché i processi sono estremamente lenti. Questi prodotti colpiscono prima gli animali, poi tutta la popolazione e infine l’intero ecosistema”, spiega Stephan Müller.

“A lungo termine potrebbero rivelarsi molto pericolosi e non sarebbe praticamente più possibile invertirne gli effetti”.

swissinfo, Simon Bradley
(traduzione di Daniele Mariani)

La Giornata mondiale dell’acqua è celebrata ogni anno il 22 marzo, come stabilito da una risoluzione dell’ONU adottata nel 1992.
Gli Stati sono invitati a promuovere delle manifestazioni per rendere attenta l’opinione pubblica al problema delle risorse idriche.
Tema di quest’anno è “Fronteggiare la scarsità d’acqua”. L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) funge da coordinatrice.

I tre quarti del pianeta sono ricoperti da acqua, ma solo una piccolissima parte è costituita da acqua dolce. Di questa, il 70% circa viene impiegata per la produzione agricola, percentuale che in alcuni paesi in via di sviluppo raggiunge il 95%.

Secondo le Nazioni Unite, più di una persona su sei nel mondo, ovvero 1,1 miliardi, non ha nemmeno accesso ai 20-50 litri giornalieri d’acqua dolce pulita, la quantità minima che l’Onu considera necessaria per soddisfare i bisogni primari di una persona.

Due persone su cinque non hanno servizi igienico-sanitari adeguati ed ogni anno 1,8 milioni di bambini muoiono a causa di malattie legate all’acqua insalubre.

Secondo il rapporto 2006 del Programma dell’ONU per lo sviluppo, sarebbero necessari 10 miliardi di dollari per dimezzare entro il 2015 il numero di persone che non hanno accesso all’acqua potabile. Una somma pari a quanto si spende ogni cinque giorni nel mondo per il settore militare.

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