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Le luminarie e le candele

I negozi di alimentari Caritas offrono la merce a prezzi ribassati. Keystone

In Svizzera aumentano le persone povere e le associazioni che tentano di aiutarle. Fra queste, ci sono anche i negozi di alimentari Caritas e con-dividere, che trasformano lo spreco dei supermercati in risorsa.

Puntuali come ogni anno, le luminarie sono tornate ad accendersi per rischiarare la corsa agli acquisti. Alcune persone si lanciano raggianti in questa gara, altre invece se ne rimangono desolate a casa. In Svizzera, infatti, sempre più persone vivono vicine o al di sotto della soglia di povertà. Per loro, il bagliore del Natale sa soltanto illuminare il fondo del barile della loro situazione economica, fondo che da tempo stanno raschiando.

I «working poor» sono circa 850’000, stando ai dati pubblicati sul sito dell’associazione svizzera «Tischlein, deck dich» (Tavolino magico o tavolino apparecchiati, dal titolo di una fiaba dei fratelli Grimm). Si tratta spesso di famiglie monoparentali, giovani, anziani o disoccupati non aventi più diritto all’indennità di disoccupazione che centellinano ogni franco per giungere alla fine del mese e che dalla loro lista della spesa hanno stralciato il superfluo.

Per aiutare queste persone sono nati in Svizzera negli ultimi anni numerosi progetti di sostegno alimentare. Fra questi ci sono anche con-dividere nel canton Ticino e i negozi di alimentari Caritas nella Svizzera tedesca e francese.

Vittime del proprio successo

«Le richieste di aiuto alimentare continuano a crescere – ci spiega Fra Martino Dotta di con-dividere – e paradossalmente non siamo felici del nostro successo. Saremmo infatti più contenti se la nostra iniziativa non fosse più necessaria».

Anche Rolf Maurer, responsabile dei negozi Caritas in Svizzera, conferma questa tendenza: «La domanda di prodotti alimentari o di uso quotidiano a basso costo continua ad aumentare. Calcoliamo di aprire entro cinque anni altri 16-20 negozi in Svizzera. L’ultimo, il 19esimo, è stato inaugurato nel mese di novembre a Sursee».

Lo spreco diventa risorsa

I negozi di alimentari Caritas e con-dividere funzionano in maniera pressoché analoga: raccolgono presso le grandi catene di distribuzione i prodotti alimentari destinati al macero. Questi sono di ottima qualità, ma possono presentare dei difetti nell’imballaggio o un’ammaccatura, provengono da sovrapproduzioni o sono prossimi alla data di scadenza. Le due iniziative li ridistribuiscono fra le persone indigenti attraverso negozi, centri di distribuzione o mense sociali.

Lo spreco è così trasformato in risorsa. Stando ancora ai dati pubblicati dall’associazione Tavolino magico, vengono buttate annualmente circa 250’000 tonnellate di prodotti alimentari. A questo profondo pozzo di cibo sprecato, tentano di attingere sia con-dividere che i negozi di alimentari Caritas.

«L’anno scorso siamo riusciti a raccogliere 257 tonnellate di prodotti alimentari invenduti e per il 2009 prevediamo un aumento», ci informa Fra Martino Dotta.

Dal canto suo, Rolf Maurer si dice un po’ dispiaciuto per la tendenza allo spreco dei grandi distributori: «Buttano via la merce, invece di metterla a disposizione di associazioni come la nostra e quando sono chiamati a giustificare questo atteggiamento, sanno trovare sempre delle scuse incredibili».

Fra gli imputati finiscono anche i consumatori. Una ricerca pubblicata recentemente negli Stati uniti da parte del National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases rivela infatti che il 40% dei nostri acquisti alimentari se ne va nella spazzatura. Stando agli studiosi statunitensi, soltanto il 40% degli sprechi deriva di fatto dalla produzione e dalla distribuzione, il resto 60% è da attribuire invece ai cittadini spreconi.

Piccoli lussi

Muniti di tessera, consegnata dai servizi di assistenza sociale e valevole per un anno, le persone in difficoltà economica possono fare gli acquisti presso i punti vendita di con-dividere e di Caritas.

«Nei nostri negozi si trovano tutti i prodotti di prima necessità: latte, farina, pane, riso… venduti mediamente a un prezzo inferiore del 40% rispetto a quello normale. L’acquisto da noi dà la possibilità di risparmiare un gruzzoletto a chi deve inventarsi ogni giorno come sopravvivere. Con i soldi messi da parte possono permettersi magari un piccolo lusso: un biglietto per il cinema o l’entrata in piscina», ci ricorda Maurer.

«Fra i nostri clienti – continua il responsabile dei punti vendita Caritas – ci sono svizzeri o stranieri, persone anziane, giovani o famiglie. Molto dipende dal luogo in cui si trova il negozio. A Ginevra – per esempio – sono specialmente famiglie con bambini».

I quattro punti di distribuzione a Locarno, Bellinzona, Mendrisio e Lugano di con-dividere offrono settimanalmente prodotti freschi o di stagione a un prezzo simbolico di 1.- franco per persona beneficiaria.

«Nel 2006, quando abbiamo iniziato, le persone in possesso di una carta d’acquisto erano circa 10, oggi sono pressappoco 2000. Per rispondere alle numerose richieste d’aiuto apriremo prossimamente altre due sedi: una a Biasca, l’altra a Chiasso», specifica Dotta.

Una festa sbiadita

I grandi distributori si sbarazzano dei caratteristici prodotti di Natale o di Pasqua in esubero soltanto a festività conclusa. Babbo Natale e i coniglietti di cioccolato ritornano così a mesi di distanza dalle ricorrenze sugli scaffali delle sedi di Caritas e con-dividere. Finiscono poi nelle borsa della spesa dei «working poor»: sono l’immagine triste di una festa lontana e ormai sbiadita.

«I nostri negozi di alimentari Caritas hanno confezionato perciò 12’000 sacchettini di Babbo Natale contenenti un po’ di leccornie per i più piccoli», ci racconta Maurer.

Luca Beti, swissinfo.ch

Al momento sono 19 e vengono gestiti dalle sedi cantonali della Caritas.

L’acquisizione della merce è gestita dalla centrale di negozi Caritas a Rothenburg nel canton Lucerna. La distribuzione e lo stoccaggio vengono organizzati da personale del settore della vendita al dettaglio.

Un tempo questa associazione riceveva il 70% della merce gratuitamente, oggi questa quota è scesa al 40 %. Per far fronte alla richiesta di prodotti alimentari di prima necessità, i negozi Caritas acquistano a prezzo vantaggioso la merce dai grandi distributori al dettaglio e la rivendono sottocosto.

È un progetto di sostegno alimentare per persone in difficoltà finanziaria. È nato nel 2006 con la collaborazione delle associazioni Soccorso operaio svizzero Ticino (SOS Ticino) , Tavolino Magico e Mense svizzere.

Il progetto con-dividere è finanziato da fondazioni ed enti privati. I furgoni per la raccolta della merce circolano grazie al sostegno finanziario di banche e imprese private.

Si occupano di distribuire gratuitamente ad istituzioni sociali, opere e movimenti che si occupano di persone in difficoltà, derrate alimentari, la cui data di consumo non è ancora scaduta, raccolte presso grossisti, dettaglianti e produttori.

L’associazione è stata creata nel 1999 e distribuisce prodotti alimentari, con corta data di scadenza, provenienti da sovrapproduzioni o con imballaggi danneggiati, direttamente a persone singole e a famiglie indigenti in Svizzera. I beneficiari che settimanalmente ricevono tale forma di sostegno sono circa 6’000.

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