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Le iniziative anti-pesticidi verso una sconfitta alle urne

Nella campagna elvetica, le iniziative anti-pesticidi hanno portato a virulenti dibattiti. Keystone / Jean-christophe Bott

La maggioranza degli svizzeri si appresta a respingere le due iniziative popolari che vogliono vietare i pesticidi, lo rivela il secondo sondaggio SSR in vista delle votazioni del 13 giugno. Le leggi sul CO2, sulla gestione della crisi sanitaria e quella contro il terrorismo dovrebbero essere tutte accettate dal popolo.

La Svizzera probabilmente non diventerà uno dei primi Paesi al mondo a vietare i pesticidi di sintesi sul suo territorio.

Se i due testi, a metà aprile, sembravano avere ancora un certo margine di vantaggio, ad oggi la maggioranza dei cittadini intende rifiutare le due iniziative popolari che hanno nel mirino i prodotti fitosanitari, anche se con meccanismi diversi.

Per la seconda inchiesta demografica in vista della votazione federale del 13 giugno 2021, l’Istituto gfs.bern ha interpellato, tra il 18 e il 26 maggio, 17’959 persone con diritto di voto, selezionate in maniera rappresentativa e distribuite in tutte le regioni linguistiche elvetiche, Il margine d’errore statistico è compreso tra i +/- 2,8 punti percentuali.

Stando al secondo sondaggio della SSR realizzato a metà maggio dall’Istituto gfs.bern, il 53% degli interpellati ha intenzione di rifiutare l’iniziativa “Acqua potabile pulita e cibo sanoCollegamento esterno“.

Durante la campagna, il sostegno al testo, che intende mettere fine a tutte le sovvenzioni pubbliche destinate agli agricoltori che non utilizzano metodi di produzione sostenibili, è calato di dieci punti percentuali. Solo il 44% delle persone è ora favorevole, contro il 54% di un mese prima. Il 3% resta indeciso.

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L’iniziativa popolare “Per una Svizzera senza pesticidi sinteticiCollegamento esterno” segue la stessa evoluzione con un’erosione dei sostenitori. In questo caso il margine è però più stretto.

Il 51% di chi ha risposto ha intenzione di respingere il testo che chiede il divieto puro e semplice di utilizzare diserbanti, insetticidi e fungicidi di sintesi nel settore agricolo svizzero, così come in quello privato e commerciale.

Il testo è sostenuto dal 47% dei cittadini contro il 54% emerso dal primo sondaggio. Solo il 2% non ha ancora un’opinione definitiva.

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Le iniziative sui pesticidi ricalcano chiare divisioni politiche: gli elettori di sinistra e dei Verdi liberali (PVL, ecologisti di centro-destra) le appoggiano, mentre i sostenitori dagli altri partiti, così come coloro che non sono affiliati a nessuna forza politica, vi si oppongono.

Lo scetticismo nei confronti di un divieto dei pesticidi ha il sopravvento nella maggior parte dei gruppi di popolazione. La città e la campagna sembrano sempre profondamente divise sulla questione. Tuttavia, anche nei grandi agglomerati, più inclini a proibire queste sostanze, il sì alle iniziative anti-pesticidi ha perso terreno. Senza sorprese, nelle zone rurali è previsto un rifiuto netto.

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Gli svizzeri all’estero, gli ambienti universitari e i membri di nuclei famigliari ad alto reddito continuano a sostenere le proposte, anche se, pure in seno a questi gruppi il no guadagna terreno.

L’idea di una produzione agricola rispettosa dell’ambiente non è più sufficiente per convincere i votanti. Ha invece preso piede la paura di mettere in pericolo un’agricoltura svizzera che già lotta per la sua sopravvivenza.

Erosione dei sì alla legge sul CO2

Gli svizzeri sostengono la strategia elaborata da Governo e Parlamento per far sì che il Paese raggiunga i suoi obiettivi climatici, anche se gli oppositori hanno ottenuto punti durante la campagna. Il 54% degli interpellati sostiene la nuova legge sul CO2 contro il 60% registrato in occasione del primo sondaggio. Il 43% si è detto contrario e il 3% non sa ancora come compilerà la scheda.

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Senza sorprese, il testo che intende ridurre le emissioni di CO2 ha il sostegno dei partiti di sinistra e del PVL.

Le persone senza affiliazione politica si erano dette favorevoli al testo a metà aprile, ma ora una maggioranza vi si oppone.

Il fronte del sì ha dunque perso un considerevole margine di vantaggio, pur restando in testa. L’istituto gfs.bern ritiene sia difficile prevedere il risultato del voto.

Ampio sostegno alla legge contro il terrorismo

La nuova legge sul terrorismo, che ha suscitato controversie anche al di là delle frontiere elvetiche, ha il sostegno del 62% di chi ha risposto al questionario. Il 32% vi si oppone e il 6% resta indeciso.

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In occasione del primo sondaggio, la maggior parte degli elettori di tutti i partiti era favorevole all’adozione del progetto di legge. Non è più il caso. I sostenitori di Verdi e i socialisti hanno ormai intenzione di votare contro il testo, così come raccomandato dai partiti. Gli elettori delle altre forze politiche continuano a dare ampio appoggio alla legge, anche se l’opposizione si è leggermente rafforzata.

L’istituto gfs.bern prevede che dalle urne uscirà un sì il 13 giugno.

Verso un sì alla legge covid

Infine, il 64% degli interpellati è a favore della base giuridica per la gestione della crisi sanitaria, contro il 67% emerso dal primo sondaggio. Il 32% ha l’intenzione di votare no e il 4% è indeciso. Il fronte del sì ha dunque mantenuto il suo vantaggio.

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Un grande consenso sociale si è creato attorno alla legge covid. La necessità di disporre di una base legale per affrontare la pandemia sembra essere ampiamente riconosciuta.

Solo la destra conservatrice e coloro che diffidano del Governo rifiutano a maggioranza il testo. Un risultato che riflette le critiche formulate dall’Unione democratica di centro (UDC – destra conservatrice) nei confronti della strategia dell’esecutivo per lottare contro il coronavirus.

Salvo sorprese, il sì dovrebbe spuntarla il 13 giugno.



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