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Le immagini come luoghi di esplorazione

Frammenti di "Nature Silenziose", l'eposizione di Flor Garduno allo Spazio Officina di Chiasso swissinfo.ch

Silenziose come la donna da cui sono nate. "Nature silenziose", dunque, è il titolo della mostra che il comune di Chiasso dedica alla fotografa Flor Garduño.

Un’esposizione di prestigio che inaugura ufficialmente lo “Spazio Officina”, uno dei tasselli del Polo delle arti e della cultura della città di confine.

Alla presentazione della sua esposizione, Flor Garduño non parla. O, perlomeno, non si esprime a voce alta. Eppure lei, in mezzo alle sue “Nature Silenziose”, parla con lo sguardo, parla attraverso le sue fotografie.

All’interno dello Spazio Officina – con le sue strutture metalliche, i pavimenti grigio perla e le pareti bianchissime – i lavori della fotografa messicana sono messi in valore. E nella vastità degli spazi hanno una loro precisa collocazione, come tante tappe di un viaggio nella memoria.

Come stazioni di una ricerca mai veramente conclusa, sempre aperta e ricchissima di percorsi. E dove i corsi e i ricorsi della storia, e delle storie, che Flor Garduño porta dentro di sé, si intrecciano e si svelano attraverso un linguaggio simbolico.

Tra santini, animali e ninfee

L’esposizione, allestita dagli architetti Pia Durisch e Aldo Nolli, è costituita da 32 fotografie di grande formato, delle quali 18 inedite. Propone dunque una selezione dei lavori di Flor Garduño, nati da appunti di viaggio, da immagini raccolte durante anni.

La sua ricerca si snoda lungo diversi canali tematici. “Dall’evocazione espressa dei dettagli di diversi oggetti fotografati, quali elemento misterioso e mezzo per scoprire la presenza di chi li ha posseduti, alla sottile ambiguità dei soggetti ripresi nel mondo animale e vegetale”.

“La natura o i frammenti della natura morta – evidenzia la nota di presentazione della mostra – diventano natura silenziosa e viva, così li percepisce l’artista e così li consegna all’occhio di chi guarda”.

“Alcuni hanno voluto scorgere nel lavoro di Flor una miscela di fotografia documentaria e di ricerca di ‘reale meraviglioso’. Ma non si tratta né dell’uno, né dell’altro”.

I paesaggi di “Doña Flor”

In fondo le impressioni sono lasciate al visitatore che incontra nella mostra tanti dettagli e statue di santi, fiori secchi, cavalli veri e cavallini di legno, libri e occhi che spuntano da un altrove quasi ignoto, ninfee giganti. Ma c’è un’immagine, forse, che si rivela come sintesi di memorie e identità.

Apre infatti la mostra una fotografia – la prima che il visitatore incontra – intitolata “Doña Flor”: è una vetrina stracolma di oggetti, cartoline, boccette di profumo, statuine, centrini, biglietti di auguri, sguardi femminile.

Segni e ricordi solo apparentemente disordinati. Ma pieni di significati. E di “cose della vita” che dicono tanto, se si ascolta il loro apparente silenzio.

Un viaggio nel mondo, o nei mondi, di Doña Flor, viene proposto anche dalla Galleria Cons Arc, sempre a Chiasso, che presenta una decina di immagini della fotografa messicana realizzate negli ultimi anni. Sono raccolte in particolare foto di nudi, di oggetti e ritratti.

Cultura: Chiasso scommette…e rilancia

Laddove c’era un garage per le automobili, ora sorge lo Spazio Officina. Una struttura polivalente vicino al Max Museo, appena inaugurato, e poco distante dal Cinema Teatro.

Chiasso raccoglie, e legittimamente con orgoglio, i primi frutti di un lungo e paziente lavoro di riqualifica del territorio.

E lo ha fatto puntando sulla cultura. Una scelta non scontata in tempi in cui lo sviluppo di un paese, che non si misura solo secondo parametri economici, sembra venga affidato ai centri commerciali.

“La decisione di puntare sulla cultura per il rilancio di Chiasso – dichiara a swissinfo il sindaco Claudio Moro – nasce dalle opportunità che abbia trovato sul territorio. E, naturalmente, anche dalla volontà politica di portare avanti un discorso di progettualità e di realizzare dei progetti”.

Guardando oltre il confine

“In fondo tutto è partito un po’ dalla ristrutturazione del Cinema Teatro. A cui – precisa il sindaco – si è aggiunta l’iniziativa del Max Museo. E, da ultimo, la riqualifica del terreno su cui oggi sorge lo Spazio Officina”.

“In questi anni di grandi cantieri e di importanti lavori pubblici e privati – osserva Moro – la rifondazione della città di Chiasso passa anche, ma non solo, attraverso la creazione di spazi culturali che vogliono anche essere punto di incontro e di dialogo per la poopolazione”.

Chiasso insomma ha deciso di puntare sulla cultura per scommettere sul suo rilancio. E per continuare a guardare, quasi come per vocazione naturale, fuori dalle proprie frontiere di città di confine.

swissinfo, Françoise Gehring, Chiasso

L’evento espositivo dell’autunno 2005 è dedicato alla fotografia d’arte: due mostre della fotografa messicana Flor Garduño.

Una donna e un’artista di fama internazionale che risiede da molti anni in Ticino, portando con sé il proprio bagaglio culturale e le proprie radici latine.

L’opera di Flor Garduño affonda le radici della sua ricerca nel fervido clima culturale pieno d’originalità e forza creativa del Messico di Manuel Alvarez Bravo (di cui è stata allieva ed assistente) e di Tina Modotti, oltre che di quello, ricco di valenze simboliche, di Frida Kahlo e Diego Rivera.

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