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Le dighe del lago del Grimsel potranno essere ampliate

Simulazione elettronica del progetto di innalzamento della diga Keystone

L'approvvigionamento in energia elettrica rinnovabile è di importanza nazionale: così il governo del canton Berna ha motivato venerdì la sua decisione di autorizzare l'innalzamento di due dighe del lago del Grimsel.

Il progetto è però combattuto dalle organizzazioni ambientaliste: le acque sommergerebbero un sito paludoso protetto.

Il governo del canton Berna ha dato il suo avvallo al controverso progetto di ingrandimento del lago di Grimsel. Per rafforzare le capacità di produzione, soprattutto in inverno, i responsabili della centrale intendono alzare di altri 23 metri la grande diga artificiale che si trova quasi in cima al passo alpino che separa i cantoni di Berna e del Vallese, e prevedono anche la costruzione di un nuovo e imponente ponte sospeso a 2000 metri sul livello del mare. Anche la strada dovrà essere deviata.

Gli ambientalisti si oppongono al progetto, ritenendo che non valga la pena sacrificare una superficie equivalente a 136 campi di calcio in un paesaggio d’importanza nazionale, per un aumento di produzione discutibile. Con l’innalzamento di 23 metri la capacità del lago sarebbe infatti portata da 95 a 170 milioni di metri cubi.

Bisogna ricordare che il governo svizzero ha iscritto la regione del Grimsel nell’inventario federale delle zone palustri. Oltre a compromettere il sito protetto, le organizzazioni ecologiste denunciano anche il modo in cui l’acqua viene pompata e passata attraverso le turbine, producendo energia “sporca”.

Una decisione difficile

Il governo elvetico lo scorso mese ha deciso di imprimere una nuova direzione alla politica energetica del paese per evitare una possibile futura penuria energetica. La nuova strategia si basa su una migliore efficienza energetica, un più grande ricorso alle energie rinnovabili (dunque anche gli impianti idroelettrici), una migliore cooperazione internazionale e la costruzione di nuovi impianti a grande potenza.

Al proposito, il Consiglio federale ritiene irrinunciabile la realizzazione di nuove centrali nucleari. Quale soluzione transitoria, viene inoltre proposto di puntare su nuove centrali a gas. Gli ambientalisti si oppongono naturalmente sia all’atomo sia alle centrali a gas (che producono troppo CO2).

Tra gli argomenti a favore dei lavori di ingrandimento dell’impianto del Grimsel, che costeranno 210 milioni di franchi, c’è il fatto che un lago artificiale più grande accumulerà anche più acqua. Durante periodi di forti precipitazioni diminuirebbero così i rischi di inondazioni.

Nonostante le misure di compensazione ecologica previste, gli ambientalisti hanno però già annunciato che porteranno il caso davanti alla giustizia.

Negli ultimi anni le dighe e le centrali elettriche del Grimsel sono diventate una metà turistica: fino a 30’000 persone vengono ogni anno a visitare gli impianti e i cunicoli della centrale elettrica.

Per attirare i turisti, la ditta responsabile dell’impianto gestisce anche tre alberghi e ristoranti, con tanto di sale per congressi. Tra le turbine della centrale idroelettrica vengono addirittura organizzati dei concerti.

swissinfo e agenzie

La forza idrica è la principale fonte per la produzione di energia elettrica in Svizzera.

In Svizzera vi sono attualmente 527 centrali idroelettriche di più di 300 kW di potenza.

Il 57% circa della produzione indigena di energia elettrica proviene dallo sfruttamento della forza idrica.

Obiettivo della Confederazione è di potenziare di almeno il 7% la produzione entro il 2030.

La protezione delle paludi, delle torbiere e dei biotopi di particolare bellezza e di importanza nazionale è iscritta nella Costituzione elvetica dal 1987, quando il popolo svizzero approvò contro ogni previsione un’iniziativa in tal senso.

L’iniziativa fu lanciata in seguito al progetto dell’esercito di costruire una piazza d’armi nella zona palustre di Rothenthurm, sul territorio dei cantoni di Svitto e Zugo.

Per tradurre in pratica l’articolo costituzionale, le autorità federali hanno in particolare provveduto a stilare un inventario delle zone poste sotto tutela. La salvaguardia delle aree da proteggere è di competenza dei cantoni.

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