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Le centrali nucleari aprono nuovi interrogativi

Gli esperti sono tuttora alla ricerca delle ragioni del guasto intervenuto al generatore della centrale di Leibstadt Keystone

In Svizzera, dopo una nuova panne, si riaffacciano gli interrogativi sulla sicurezza delle ormai vecchie centrali atomiche.

Secondo gli organi di sorveglianza della Confederazione non vi è nessun pericolo. L’organizzazione ambientalista Greenpeace si dice invece preoccupata.

Tutti e cinque gli impianti nucleari svizzeri – Beznau I (1969), Beznau II (1971), Mühleberg (1971), Gösgen (1978) e Leibstadt (1984) – sono in buono stato, il livello di sicurezza è alto e il rischio di radiazioni molto basso.

In sintesi, è quanto figura nel rapporto della Divisione principale per la sicurezza degli impianti nucleari (DNS), presentato a fine aprile nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berna.

“Ogni anno da 10 a 20 milioni di franchi vengono spesi per mantenere ad un alto livello tecnico di sicurezza le centrali atomiche”, ricorda Ulrich Schmocker, direttore della DNS.

Nuovo guasto a Leibstadt

Queste parole non hanno però rassicurato tutti, soprattutto dopo l’incidente intervenuto lo scorso 28 marzo al generatore di Leibstadt, che ha bloccato il funzionamento della turbina e della produzione di energia.

Il guasto non avrebbe provocato nessun rischio di fuga di radioattività, hanno dichiarato i responsabili dell’azienda Leibstadt AG.

Ma il danno si è rivelato più grave del previsto: invece di due mesi di interruzione ventilati inizialmente, il reattore resterà probabilmente spento almeno per mezz’anno, fino a settembre.

Le spese per ripristinare il guasto sono stimate a pochi milioni di franchi. Ma l’interruzione della produzione di energia a Leibstadt – il più grande, moderno e anche costoso impianto nucleare svizzero – comporterà perdite per centinaia di milioni di franchi.

La centrale produce infatti ben il 17% dell’elettricità consumata in Svizzera.

Cause ancora sconosciute

Un mese dopo l’incidente, l’azienda elettrica di Leibstadt non ha ancora fornito spiegazioni sulle origini del guasto, che ha fatto fondere una parete formata da lastre di acciaio.

Un dato che sorprende e che non contribuisce di certo ad alimentare la fiducia nei confronti di questa tecnologia, tuttora controversa.

Lo stesso direttore della DNS si vede confrontato ad un interrogativo, al quale non sa dare una risposta: “Il danno è sorprendente, dal momento che il generatore era stato smontato e controllato attentamente nel corso della revisione del 2004”.

Sicurezza garantita

Secondo Ulrich Schmocker, la sicurezza dell’impianto non sarebbe però rimessa in discussione e neppure la sua durata di esercizio, prevista sull’arco di 50 a 60 anni.

“La centrale di Leibstadt non è meno sicura degli altri impianti svizzeri”, sottolinea il direttore della DNS.

Gli organi federali di sorveglianza hanno cercato di sviluppare una “cultura dell’errore positiva”: si tratta di imparare dagli sbagli commessi, in modo da poter migliorare continuamente le procedure di lavoro, le direttive e le tecniche.

Ulrich Schmocker denota però un ulteriore margine di miglioramento di questi processi proprio a Leibstadt.

“Rispetto ad altri paesi, la Svizzera fa tantissimo per la sicurezza dei suoi reattori. Ma non accetto che le direttive non vengano rispettate, come è già successo a Leibstadt”, afferma Schmocker.

La DNS intende compiere nel 2005 nuove verifiche presso questa centrale.

Critiche di Greenpeace

Per Greenpeace l’incidente del 28 marzo dimostra la necessità di un cambiamento della politica energetica in Svizzera.

“Questo guasto è un ulteriore elemento che rafforza le nostre richieste in favore di un rapido smantellamento delle centrali atomiche in Svizzera”, dichiara Leo Scherer, responsabile del dossier nucleare presso l’organizzazione ambientalista.

A suo avviso, un danno di queste dimensioni del generatore potrebbe estendersi anche al reattore, dal momento che le due componenti sono collegate.

Scherer sottolinea a sua volta gli interrogativi che rimangono sulle ragioni della panne: “In base alle informazioni attuali potrebbe trattarsi di un difetto di produzione. Ci si può quindi chiedere se problemi simili non rischiano di prodursi in altri settori della centrale”.

Greenpeace chiede quindi una perizia globale degli impianti di Leibstadt.

Futuro del nucleare incerto

Per l’aziende elettriche, il guasto giunge in un momento poco favorevole.

Le società stanno infatti cercando di far pressione per la costruzione di nuove centrali, destinate a sostituire i vecchi impianti di Beznau e Mühleberg, che dovranno essere disattivati entro il 2019.

Ma guasti simili possono rendere soltanto più incerto il futuro dell’energia nucleare in Svizzera.

swissinfo, Renat Künzi
(traduzione Armando Mombelli)

La Svizzera dispone di 5 impianti nucleari che producono quasi il 40% dell’energia elettrica consumata a livello nazionale.
Si tratta di Beznau I (1969), Beznau II (1971), Mühleberg (1971), Gösgen (1978) e Leibstadt (1984).

In seguito ad un guasto al generatore intervenuto lo scorso 28 marzo, la centrale di Leibstadt resterà disattivata almeno fino a settembre.

Si tratta della maggiore perdita nella produzione di energia atomica avvenuta finora in Svizzera.

Con una produzione annuale di 9 miliardi di KWh, gli impianti di Leibstadt coprono infatti il 17% del consumo nazionale di elettricità.

Dal momento che il fabbisogno energetico viene coperto anche con importazioni dall’estero, il guasto non dovrebbe creare impasse nell’erogazione di elettricità.

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