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Smacco per Uber Eats a Ginevra

Corriere
Uber Eats permette attualmente la consegna a domicilio da circa 1'700 ristoranti in Svizzera. © Keystone / Martial Trezzini

La giustizia ginevrina considera Uber Eats come un datore di lavoro a tutti gli effetti che deve quindi versare salari e contributi sociali dei suoi collaboratori, considerati impiegati. La società di consegna a domicilio ha annunciato il ricorso al Tribunale federale.

Secondo quanto stabilito dalla Corte di giustizia ginevrina, tra Uber Eats i suoi corrieri c’è un rapporto di lavoro ai sensi della relazione di subordinazione alla quale sono sottoposti. Questo esclude che l’attività di chi fa le consegne possa essere considerata un’attività indipendente.

Lo scorso anno, l’Ufficio cantonale dell’impiego aveva chiesto a Uber Eats di iscriversi nel registro di commercio e di fare richiesta per un’autorizzazione a esercitare. La società aveva presentato il ricorso a cui la Corte di giustizia ha risposto in questi giorni.

Un segnale

“Uber deve versare retroattivamente salari e contributi sociali per queste persone, di cui tutti abbiamo potuto costatare le condizioni di lavoro precarie”, ha dichiarato il Consigliere di Stato (“ministro” del governo cantonale) Mauro Poggia.

Il sindacato Unia, che si batte da anni affinché Uber si prenda le proprie responsabilità come datore di lavoro considera la decisione una “grande vittoria e un segnale per il resto della Svizzera”.

Fino al Tribunale federale

Uber Eats tuttavia non demorde e ha annunciato che si rivolgerà alla più alta autorità giuridica elvetica, il Tribunale federale. “La decisione non riflette né il modello con il quale operiamo, né le ragioni che spingono i corrieri a utilizzare l’applicazione Uber Eats. In qualsiasi momento possono infatti decidere di lavorare con altre app”, ha dichiarato Kamilla Lambotte, responsabile della società in Svizzera.

Il ricorso ha un effetto sospensivo e fino a che i giudici federali non daranno il loro responso Uber Eats potrà continuare a esercitare nel cantone.

Non solo cibo

Il braccio di ferro tra le autorità ginevrine e il gigante statunitense continua anche sul servizio per cui Uber è  più conosciuta: quello di trasporto con conducente. L’amministrazione ha vietato alla società di svolgere l’attività nel cantone e anche in questo caso c’è stato un ricorso.

Le autorità considerano Uber come un’impresa di trasporto e gli autisti come impiegati che devono dunque essere trattati come tali e non come soci.

Per esercitare Uber dovrebbe, a dire del cantone, rispettare la legge cantonale sui taxi e il codice delle obbligazioni. Uber ritiene di essere un semplice fornitore di servizi che stipula un contratto di partenariato con i conducenti che vogliono utilizzare la sua piattaforma. Una sconfitta davanti al Tribunale federale rischia di costare molto caro alla società statunitense.

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG dell’11.06.2020)

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