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Covid-19: una pandemia di disoccupazione di lunga durata

persone in coda
Centinaia di persone fanno la coda davanti a un centro di collocamento del Kentucky, negli Stati Uniti, il 18 giugno 2020. Reuters / Bryan Woolston

Mentre la crisi sanitaria ha ridotto drasticamente le prospettive di lavoro, le cifre della disoccupazione di lunga durata sono in aumento in molti Paesi. Una bomba a orologeria, secondo gli esperti.

Olivier Schopfer è alla ricerca di un lavoro dal dicembre 2018 e ha più di 30 anni di esperienza nella contabilità. Dopo diversi incarichi temporanei sovvenzionati, alla fine del 2019 l’uomo residente nel Canton Vaud (Svizzera francese) è stato finalmente assunto da una fiduciaria. Tuttavia, il suo contratto è stato interrotto dopo un mese di lavoro.

Le ragioni sono economiche. “L’azienda lavorava molto con i ristoratori”, spiega il 50enne a swissinfo.ch. “Quando è iniziata la crisi, mi hanno detto che semplicemente non era più possibile pagare il mio stipendio”.

Come in Svizzera, dalla primavera del 2020 molti governi hanno decretato misure di contenimento più o meno rigide per combattere la pandemia di Covid-19, interrompendo le attività di interi settori economici. In un clima di diffusa incertezza, molte aziende hanno rimandato le assunzioni. Altre, trovatesi subito in difficoltà, sono state costrette a licenziare.

Le cifre della disoccupazione sono evolute in modo diverso nei vari Paesi, a seconda della struttura dei loro mercati del lavoro, dell’estensione delle restrizioni sanitarie e delle misure adottate a salvaguardia dell’occupazione. Ma in un anno, le cifre della disoccupazione sono aumentate quasi ovunque.

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In Svizzera, il tasso di disoccupazione rimane basso, ma in gennaio ha toccato il livello più alto dalla primavera 2020. Ha raggiunto il 5% secondo l’Ufficio internazionale del lavoro (ILO) e il 3,7% secondo la definizione più restrittiva della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), che considera solo le persone registrate presso un ufficio di collocamento.

E mentre un reale miglioramento delle prospettive di lavoro sembra inimmaginabile a breve termine, c’è una crescente preoccupazione che questo periodo di disoccupazione possa trascinarsi per mesi, o addirittura anni, per una vasta fascia della popolazione.

Disoccupazione a lungo termine storicamente alta

Articoli recenti della stampa internazionale sottolineano il livello storicamente alto della disoccupazione di lunga durata alla fine del 2020. “Quasi 500’000 disoccupati di lunga durata in più” in GermaniaCollegamento esterno, una crescita del 37% su un anno in AustriaCollegamento esterno, il 52% in più in SpagnaCollegamento esterno… In FranciaCollegamento esterno, questa situazione riguarda 3 milioni di persone, “un livello mai raggiunto prima”.

La disoccupazione è detta “di lunga durata” a partire da un anno. I dati dell’ILO (grafico seguente) risalgono per lo più soltanto al terzo trimestre del 2020 e non riflettono ancora l’impatto della seconda ondata. Ciononostante, una tendenza all’aumento può essere vista quasi ovunque, tranne in Grecia – dove il tasso di disoccupazione di oltre sei mesi era uno dei più alti prima della crisi – e in Corea del Sud, spesso presentata come uno dei Paesi migliori nella gestione della pandemia.

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Gli Stati Uniti e il Canada hanno registrato la crescita più marcata. Dati più recenti sono disponibili per i due Paesi e mostrano che l’aumento è proseguito: nel quarto trimestre del 2020, la quota di persone disoccupate da almeno sei mesi ha raggiunto il 2,8% della popolazione attiva negli Stati Uniti e il 2,2% in Canada.

In Svizzera, secondo l’Ufficio federale di statistica (USTCollegamento esterno), la disoccupazione di lunga durata nel quarto trimestre del 2020 concerneva 89’000 persone, 22’000 in più rispetto all’anno precedente. La durata mediana della disoccupazione è aumentata da 215 a 234 giorni.

Secondo l’ultimo rilevamento della SECOCollegamento esterno, nel gennaio 2021, 30’700 persone erano registrate presso un ufficio di collocamento da almeno un anno, con un incremento del 119% rispetto all’anno precedente. Anche la loro quota sul totale delle persone in cerca di lavoro è cresciuta.

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Aumento contenuto dal lavoro a tempo ridotto

Secondo Rafael Lalive, professore di economia all’Università di Losanna e al centro Enterprise for Society (E4S), queste cifre suggeriscono che la disoccupazione di lunga durata potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. Tuttavia, “il deterioramento del mercato del lavoro non è stato così drammatico come temuto finora”, osserva.

In Europa, una politica statale in particolare sembra aver finora permesso di limitare i licenziamenti: la disoccupazione parziale (indennità per lavoro ridotto, o ILR, in SvizzeraCollegamento esterno), che consiste nel sovvenzionare le imprese per le ore di lavoro perse, al fine di evitare il tracollo.

“I disoccupati che seguiamo hanno diverse spiegazioni per la loro situazione e la Covid è una ragione in più.”

Maëlle Moret, Insertion Suisse

Più di 1,3 milioni di persone in Svizzera e 32 milioni in Europa, ovvero quasi un quarto della popolazione attiva, hanno beneficiato di tale dispositivo durante la prima ondata nell’aprile 2020. In novembre, il lavoro ridotto riguardava quasi 300’000 persone nella Confederazione ed è in seguito stato esteso per il 2021. In questo modo, però, alcuni posti di lavoro sono mantenuti “artificialmente” e uscirne sarà difficile, prevede il giornale francese Le FigaroCollegamento esterno.

Negli Stati UnitiCollegamento esterno e in CanadaCollegamento esterno, dove non esiste una tale misura, la disoccupazione di lunga durata si sta avvicinando al livello record registrato durante l’ultima recessione nel 2010. “Un certo numero di lavoratori sanno che saranno ricontattati quando il loro datore di lavoro ricomincerà ad assumere”, puntualizza tuttavia l’economista Rafael Lalive.

Ritrovare un lavoro, una “missione impossibile”

Olivier Schopfer non si perde d’animo e sta attualmente seguendo un programma di occupazione temporanea proposto da un’associazione di reintegrazione. Vede il coronavirus come una “battuta d’arresto” e assicura che le offerte di lavoro nel suo campo non sono diminuite. Tuttavia, il numero di annunci si è ridotto in molti settori: vendite, turismo, eventi, produzione…

Un recente servizioCollegamento esterno della Televisione svizzera di lingua francese ha ad esempio dato la parola a un orologiaio e a un dirigente del settore industriale. Ritrovare un lavoro nei loro ambiti è diventato “quasi una missione impossibile”, deplorano.

“I disoccupati che seguiamo hanno diverse spiegazioni per la loro situazione e la Covid è una ragione in più”, dice a swissinfo.ch Maëlle Moret, responsabile della sezione francofona di Insertion Suisse, l’organizzazione che riunisce gli attori dell’inserimento professionale.

Più la disoccupazione dura, più è difficile uscirne

Per alcuni, la disoccupazione è solo una fase, che finirà quando le prospettive miglioreranno. Ma altri devono fare i conti con un’esclusione a lungo termine. La disoccupazione di lunga durata è l’ultimo indicatore a migliorare quando arriva la ripresa, osserva il professor Lalive.

Numerosi studi hanno dimostrato che le persone che sono state disoccupate per molto tempo hanno meno probabilità di ritrovare un impiego. Questo perché il mondo del lavoro evolve velocemente, la rete di contatti si restringe e la fiducia in sé stessi viene meno.

Le aziende generalmente non amano i “percorsi non standard”, aggiunge Rafael Lalive. Le persone le cui qualifiche non corrispondono alla professione, o quelle che sono disoccupate nonostante una lunga esperienza, rischiano di essere contattate con meno frequenza. Questo è il motivo per cui le persone di più di 55 anni hanno maggiori difficoltà a ritrovare un lavoro, come risulta da uno studio pubblicato dalla SECO.

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Olivier Schopfer ritiene che, oltre alla sua età (59 anni), anche la sua formazione secondaria sia un ostacolo, e questo già prima della crisi. “Spesso mi fanno notare che non ho un’istruzione superiore”, racconta, aggiungendo che gli è stata rifiutata una formazione di perfezionamento poiché questa non sarebbe redditizia dati i pochi anni che gli restano da lavorare. A volte, ha la sensazione che una rimunerazione basata sulla sua esperienza costerebbe troppo al datore di lavoro.

La situazione economica complica ulteriormente le cose. I lavori poco pagati e poco qualificati, che sono tradizionalmente delle vie verso il reinserimento, “sono oggi i più difficili da trovare, perché molti impieghi sono stati eliminati”, rileva Benoît Gaillard, co-responsabile della comunicazione e delle campagne dell’Unione sindacale svizzera (USS). La professionista del reinserimento professionale Maëlle Moret sottolinea che la gamma di misure di sostegno per le persone in cerca di lavoro, come gli stage o i programmi di occupazione temporanea, è anch’essa più limitata.

Lo spettro dell’esclusione

Quando perdura, la disoccupazione può avere gravi conseguenze materiali e psicologiche e comporta il rischio di assistere a un aumento del numero di beneficiari dell’assistenza sociale e delle situazioni di esclusione.

“Ci saranno forse persone che porteranno le stigma di questo periodo per molto tempo.”

Benoît Gaillard, Unione sindacale svizzera

L’USS teme che aumenteranno le disuguaglianze tra le persone poco colpite dalla crisi e coloro che sono rimasti a lungo esclusi dal mercato del lavoro e hanno accumulato mesi di difficoltà finanziarie, soprattutto perché si tratta spesso di redditi bassi. “Ci saranno forse persone che porteranno le stigma di questo periodo per molto tempo”, avverte Benoît Gaillard.

Per evitare una ripresa a due velocità, l’USS sostiene, tra le varie misure, l’estensione del diritto alle indennità di disoccupazione. Il governo federale aveva deciso di concedere, dal marzo 2020, fino a 120 indennità giornaliere supplementariCollegamento esterno ai disoccupati per evitare che esauriscano il diritto all’indennità. Il parlamento ha deciso il 4 marzo di prolungare le indennità.

In questa seconda ondata, il governo ha agito in ritardo, ritiene l’USS. Il sindacato è preoccupato per le persone che stanno esaurendo ora il loro diritto alle indennità di disoccupazione, “in un periodo in cui è ancora illusorio sperare di trovare lavoro”.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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