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Lavorare meno per vivere meglio

Una ripartizione migliore della quantità di lavoro permetterebbe a molti dipendenti di consacrare più tempo allo svago e al riposo Ulrich Zillmann

I ministri dell'Unione europea si sono accordati su una direttiva che lascia aperta la possibilità diuna settimana lavorativa di 65 ore. Alcuni economisti svizzeri sostengono al contrario che non si dovrebbe lavorare più di 28 ore.

Ci sono voluti anni di discussioni, ma alla fine la Commissione europea si è detta soddisfatta. «Abbiamo creato maggiore sicurezza e migliori condizioni per i lavoratori, pur mantenendo la flessibilità di cui l’industria ha bisogno», ha commentato Vladimir Spidla, commissario europeo agli Affari sociali, all’indomani dell’accordo raggiunto dai ministri del lavoro dei 27 Stati membri.

L’intesa, che necessita ancora dell’approvazione dell’Europarlamento, prevede una deroga al tetto delle 48 ore a settimana vigente nell’Unione europea (Ue). Per gli stipendiati disposti ad effettuare ore supplementari sarà possibile prolungare – a determinate condizioni – la durata lavorativa a 60-65 ore alla settimana (vedi dettagli a fianco).

Legislazione flessibile

«La decisione dei ministri, peraltro non ancora definitiva, non avrà alcuna ripercussione sul mercato del lavoro elvetico», dice a swissinfo Rita Baldegger, portavoce della Segreteria di Stato dell’economia.

«Le normative dell’Ue concernenti le ore di lavoro non sono state riprese dalla Confederazione», rammenta Baldegger, sottolineando che la legislazione svizzera è sufficientemente flessibile per consentire alle aziende di rispondere ai propri bisogni. «Seguiremo ad ogni modo con attenzione gli sviluppi futuri a Bruxelles».

La Legge federale sul lavoro fissa la durata massima della settimana lavorativa a 45 ore per i dipendenti dell’industria, il personale d’ufficio, gli impiegati tecnici e le persone attive nella vendita al dettaglio. Per tutti gli altri il limite sale a 50 ore.

Mediamente, rileva l’Ufficio federale di statistica, nelle aziende in Svizzera si lavora 41,7 ore settimanali (2007). I più sollecitati sono i silvicoltori (43,1) e gli agricoltori (42,8), seguiti dai conducenti di trasporti terrestri (42,7) e dagli addetti della nettezza urbana (42,6). In fondo alla lista figurano i collaboratori dell’industria del tabacco (40,2), dell’editoria e dell’orologeria (40,5). Sull’arco dei dodici mesi, i dipendenti a tempo pieno hanno effettuato 51 ore di straordinario.

Nonostante il leggero calo registrato negli ultimi anni, in Svizzera si continua a lavorare troppo, sostiene l’economista elvetico Werner Vontobel, per il quale «28 ore a settimana sono sufficienti per mantenere l’attuale livello di consumo».

La rabbia del lavoro

La provocatoria affermazione del redattore economico del domenicale SonntagsBlick si basa su una semplice constatazione: mentre alcuni si lamentano dell’eccessivo carico di lavoro, altri faticano a trovare un impiego. Due situazioni correlate tra loro, annota Vontobel, dal momento che più i primi lavorano, meno lavoro rimane per gli altri.

«La soluzione a questa doppia aberrazione è una migliore ripartizione della quantità di lavoro», afferma Werner Vontobel, autore assieme al giornalista Philipp Löpfe del libro Arbeitswut (“La rabbia del lavoro”).

Dividendo il totale delle ore lavorate per il numero di persone in età lavorativa (esclusi gli invalidi o gli ammalati), i due economisti giungono alla conclusione che la settimana dei salariati potrebbe ridursi a poco meno di 28 ore in Svizzera e addirittura a 25 in Germania.

Una professione per tutti

In generale, osserva Vontobel, nei paesi industrializzati la produttività cresce dall’1,5 al 2,5% all’anno, mentre l’aumento del tasso di consumo si limita allo 0,5-1,5%. «Il timore di perdere il lavoro riduce la tendenza al consumo».

Dando (meno) lavoro a tutti si potrebbe invece mantenere o persino migliorare il livello di vita (più tempo libero, meno stress), senza per questo nuocere all’economia, che può contare su mezzi di produzione sempre più rapidi e performanti.

Oltre ad una migliore ripartizione del lavoro, suggeriscono i due autori, la “rabbia del lavoro” potrebbe essere placata procedendo all’introduzione di salari minimi – «con i quali si possono ridurre le disparità salariali e il tasso di disoccupazione»- e ad un rafforzamento dello stato sociale.

Più tempo per lo svago e la formazione

Il principio del “lavorare meno” è condiviso – per altre ragioni – anche dal deputato socialista Jean-Claude Rennwald, che in un’iniziativa parlamentare depositata nell’ottobre 2007 chiede l’introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni, sulla base di una durata massima di 36 ore.

«Gli svizzeri lavorano ancora circa due ore in più della media europea», sottolinea il sindacalista. «L’idea dell’iniziativa non è esclusivamente di avere più tempo a disposizione per i momenti di svago – puntualizza a swissinfo – ma anche di consacrare più spazio alla formazione continua».

«Una riduzione del tempo di lavoro permetterebbe inoltre di generare impieghi supplementari», rileva Rennwald, citando l’esempio della settimana di 28 ore presso il fabbricante di automobili Volkswagen e quella di 35 in Francia.

L’iniziativa dovrebbe essere trattata dal Consiglio nazionale (camera bassa del parlamento) nel corso di quest’anno. In passato, le proposte volte a ridurre le ore lavorative sono state puntualmente respinte in votazione popolare.

swissinfo, Luigi Jorio

Il 9 giugno i ministri del lavoro dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo che permette una deroga al tetto delle 48 ore alla settimana.

Con il consenso del dipendente e dell’azienda, la durata massima della settimana lavorativa potrà essere prolungata a 60 ore. Nel caso in cui le leggi nazionali o i partner sociali dovessero considerare orario di lavoro il periodo inattivo dei turni di guardia (ad esempio in ambito ospedaliero) il limite autorizzato salirebbe a 65 ore.

Il progetto di legge, applicabile soltanto ai contratti che superano le dieci settimane, prevede pure una parità di trattamento per i lavoratori temporanei e quelli a tempo indeterminato per ciò che riguarda la retribuzione, il congedo e la maternità.

Dal voto finale si sono astenuti i ministri di Spagna, Belgio, Grecia, Ungheria e Cipro, i quali hanno definito la proposta «un passo all’indietro».

Sulla questione si dovrà esprimere il Parlamento europeo, dove il campo rosso-verde ha già annunciato opposizione.

Nelle aziende in Svizzera si lavora mediamente 41,7 ore alla settimana (Ufficio federale di statistica, 2007).

Secondo i dati dell’Ufficio europeo di statistica Eurostat, che tiene conto anche delle ore straordinarie, la media sale a 42,7.

Unione europea: 41,8
Austria: 44,3
Grecia: 43,8
Gran Bretagna: 43
Spagna: 42
Germania: 41,7
Italia: 41,1
Francia: 41
Norvegia: 39,2

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