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Adrian, l’esempio dei giovani di Lushnjë

Adrian, a destra, assieme al collega Elvin di fronte al centro fitness di Lushnjë. swissinfo.ch

Numerosi giovani albanesi non dispongono di una vera e propria formazione professionale. Rimangono così disoccupati o sono costretti ad accettare lavori mal retribuiti. Non è però il caso di Adrian, idraulico 26enne di Lushnjë, che ha lanciato con successo un'attività in proprio.

Assieme al collega Elvin, Adrian è indaffarato a controllare alcuni tubi di grosso diametro. Sta verificando le guarnizioni e i filtri della piscina di Lushnjë, che fa parte di un nuovo centro fitness della città. All’inizio della stagione estiva, il lavoro non manca.

Adrian ed Elvin, rispettivamente 26 e 23 anni, sono tecnici specializzati in impianti sanitari, di riscaldamento e di climatizzazione. Qualche anno fa hanno terminato la loro formazione alla scuola professionale di Lushnjë, sostenuta finanziariamente dall’organizzazione elvetica per la promozione dell’aiuto allo sviluppo Swisscontact.

Da allora, i due albanesi sono indipendenti e a seconda delle commissioni si ritrovano a lavorare fianco a fianco. Elvin, che non dispone di un proprio atelier, ha sempre tutti i suoi attrezzi a portata di mano, in macchina. Adrian divide invece un locale con un collega, per risparmiare sull’affitto. A badare al negozio ci pensa un amico. «Quando c’è bisogno di una consulenza, mi chiama», spiega Adrian.

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«Adoro il mio lavoro»

Adrian è stato fortunato. Due anni fa ha staccato un contratto per occuparsi di tutte le infrastrutture del nuovo centro fitness. Ora è responsabile della manutenzione del complesso di Lushnjë, a sud di Tirana. «Devo sempre essere a disposizione per risolvere eventuali problemi». Quando deve ad esempio riparare una pompa è pagato a ore, mentre per le installazioni più importanti riceve un salario mensile.

Già all’età di 14 anni, Adrian si occupava di tutte le riparazioni in casa. «Devi diventare installatore di impianti sanitari. Sei predestinato a questo mestiere», gli ripeteva suo padre. E così è stato, anche perché in Albania non si contraddice il volere del papà. Una scelta professionale che Adrian non ha comunque mai rimpianto. «Adoro il mio lavoro».

Adrian ha iniziato a lavorare su mandati privati già durante il secondo anno di apprendistato, assieme al suo maestro Niko Nikolla. «Dopo la scuola, a differenza degli altri, non rientravo a casa, ma andavo a lavorare. Così ho imparato gli aspetti pratici del mestiere e ho conosciuto un sacco di persone».

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Le vacanze sono rare

«Nel suo lavoro Adrian è diventato più bravo di me», riconosce il suo maestro. «A scuola non era tra i migliori nella parte teorica. Nel lavoro pratico è però stato senza dubbio l’apprendista più abile che abbia mai avuto. Era sempre molto curioso e assetato di conoscenza. Chiedeva sempre: “Cos’è questo? Cosa stai facendo? Perché funziona in questo modo?».

Adrian è un lavoratore indipendente dal 2005 e negli ultimi anni si è costruito una solida rete di clienti. «In città mi considerano un idraulico serio e professionale», ci dice. Durante l’estate si occupa principalmente della manutenzione del centro fitness, alla quale si affiancano altri mandati. «La mattina esco di casa con le tasche vuote e la sera sono molto soddisfatto di quello che ho guadagnato», afferma con orgoglio. «Ho potuto acquistare la mia terza automobile».

La sua attività funziona talmente bene che il tempo libero è assai scarso. «Può succedere di lavorare sette giorni di fila». L’anno scorso si è concesso cinque giorni di vacanza. È andato al mare con gli amici, poco distante da Lushnjë.

Adrian continua a collaborare con Niko Nikolla. Quando ottiene grossi incarichi, non esita a contattare il suo ex insegnante per avere a disposizione un paio di apprendisti. Un modo per loro di fare un po’ di pratica. «Tutti ci guadagnano», sottolinea il ragazzo di Lushnjë, che incoraggia anche le altre aziende ad ingaggiare giovani stagisti.

Non gli dispiacerebbe insegnare nella sua vecchia scuola, confessa. «Ma questo è impossibile: la procedura burocratica è troppo complicata».

Il peso delle tradizioni

Adrian non è mai stato all’estero. «Vorrei visitare l’Italia o lavorare per qualche tempo in Germania o in Svizzera». Il suo futuro professionale se lo immagina comunque a Lushnjë. A casa sua, dove tutti lo conoscono.

Se gli affari andranno bene, vorrebbe espandere la sua attività e assumere i colleghi che per il momento ingaggia soltanto su chiamata. «Mi piacerebbe essere circondato da un team esperto».

Adrian desidera anche avere una famiglia. «A 30 anni mi voglio sposare e avere tre figli: due bambini e una bambina». Per ora abita ancora con i genitori. E in quanto ultimo di tre fratelli, spetta a lui occuparsene. Come tradizione vuole in Albania. 

Dopo il crollo del regime comunista una ventina di anni fa, il governo albanese tenta di modernizzare il sistema di formazione professionale e di adeguarsi agli standard europei.

La cooperazione svizzera con l’Europa dell’Est è attiva in Albania dal 1992 e nel 1997 la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) ha aperto un ufficio a Tirana.

Attraverso il programma AlbVet (Vocational Education Training), la DSC sostiene le riforme intraprese dall’Albania nel settore della formazione professionale (il contributo è di 3,1 milioni franchi per il periodo 2007-2014).

Il progetto si prefigge di formare i giovani affinché possano inserirsi nel mercato del lavoro. Accanto alla teoria viene proposto un insegnamento pratico, sulla base del sistema duale svizzero.

Il settore privato, così come quello pubblico, sono incoraggiati a offrire posti di apprendistato e ad aderire a progetti di formazione professionale destinati ai giovani.

Una missione non facile visto che il settore privato è ancora relativamente fragile. La maggior parte degli imprenditori dispone di aziende di piccole dimensioni.

Traduzione dal tedesco di Luigi Jorio

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