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Lanciato uno studio sulle religioni in Svizzera

Panche vuote: un grande problema per le chiese storiche imagepoint

Negli ultimi anni il paesaggio religioso si è complicato. Il Fondo nazionale svizzero vuole contribuire a vederci più chiaro. E lancia uno studio sull'argomento, che dovrebbe condurre anche a raccomandazioni concrete.

In Svizzera, paese tradizionalmente cristiano, si sono rafforzate due tendenze: un allentamento dei legami della popolazione con le chiese e l’importanza crescente delle religioni non cristiane.

Il programma nazionale di ricerca PNR 58 «Religioni in Svizzera» è appena iniziato, ha fatto sapere martedì il Fondo nazionale per la ricerca scientifica (FNS). Durerà tre anni e avrà un finanziamento di 10 milioni di franchi.

Ai lavori partecipano università e enti privati di ricerca. L’obiettivo è lo studio dei mutamenti nel paesaggio religioso elvetico e l’elaborazione di raccomandazioni pratiche all’attenzione del mondo politico, delle autorità e delle scuole.

La sfida delle nuove religioni

Secondo il Fondo nazionale, il paesaggio religioso della Svizzera è caratterizzato da due tendenze di fondo.

Da un lato si allentano le relazioni della popolazione svizzera con le chiese tradizionali. Dall’altra cresce l’importanza delle religioni non cristiane e delle comunità cristiane alternative.

Questa pluralizzazione del paesaggio religioso è strettamente legata con i fenomeni migratori, ma anche con la conversione di molti svizzeri a forme di religiosità alternative, sia in ambito cristiano, sia al di fuori del cristianesimo.

Difficoltà a organizzarsi

Molti migranti fondano la loro identità su forti radici religiose, afferma ancora l’FNS. Le nuove comunità religiose avrebbero però grandi difficoltà ad organizzarsi.

Per farlo mancano un riconoscimento da parte della società circostante, gli spazi adatti e guide religiose con una formazione adeguata. E questo secondo l’FNS rischia di sospingere le comunità verso la ghettizzazione e la radicalizzazione.

Anche l’abbandono della fede ha delle conseguenze per la società. Il fenomeno riguarda tutte le religioni, anche se tocca in modo più ampio le chiese cristiane storiche, che hanno visto il numero dei fedeli calare fin dagli anni Settanta.

Altri sviluppi

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Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS)

Questo contenuto è stato pubblicato al L’FNS è un’organizzazione privata, finanziata in gran parte dal Governo, che promuove la ricerca scientifica in Svizzera. Finanzia studi in tutte le discipline, dalla filosofia alla biologia, dalla nanotecnologia alla medicina. Il compito principale dell’FNS è di valutare i progetti che gli vengono sottoposti e di eventualmente finanziarli. Ogni anno sovvenziona circa 7’000 ricercatori, 5’000…

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Clima politico difficile

Lo stato si trova confrontato alla questione di come reagire di fronte alla perdita di importanza delle religioni tradizionali e ai bisogni e alle rivendicazioni delle nuove comunità religiose.

La risposta non è facile, nell’attuale clima politico. Una discussione oggettiva e pacata è spesso difficile.

In molti casi le difficoltà di integrazione o le discriminazioni che hanno radici sociali ed economiche vengono dibattute come se si trattasse di questioni religiose, afferma l’FNS. La religione è spesso strumentalizzata come copertura per problemi sociali e rivendicazioni politiche.

swissinfo e agenzie

In Svizzera l’85% della popolazione che risiede in campagna e il 78% dei cittadini si definisce credente. Il 77% prega regolarmente, il 34% ogni giorno.

Nel 1970 il 95% della popolazione apparteneva alle chiese cristiane storiche.

Nel 2000 erano il 75%.

È aumentato il numero degli atei o agnostici, ma anche quello di chi è passato a religioni non cristiane.

Cattolici romani: 42%
Cattolici cristiani: 0,2%
Evangelici riformati (con le chiese libere): 33%
Cristiani ortodossi (serbi, russi, macedoni, greci): 1,8%
Anglicani: 0,1%
Musulmani: 4,3%
Ebrei: 0,2%
Buddisti: 0,3%
Indù: 0,4%
Altre comunità religiose: 0,1%
Senza religione: 11%

(fonte: censimento federale 2000)

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