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Lanciata la corsa (sempre più affollata) all’Eliseo

Marine Le Pen
Marine Le Pen per questa campagna presidenziale ha lasciato la presidenza del partito, ha eliminato il suo cognome dai manifesti e soprattutto la fiamma tricolore. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved

Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, e Marine Le Pen scendono in campo per sfidare l'uscente Emmanuel Macron che potrebbe essere favorito dalle numerose candidature sia a destra sia a sinistra.

Per “offrire un futuro ai nostri figli”, per una Francia “più giusta”, ecologica e rispettosa, scende in campo la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, al suo secondo mandato alla guida della capitale. Nel suo annuncio, l’attacco diretto a Macron e ai suoi 5 anni di mandato che – secondo lei – hanno “diviso come non mai” i francesi. I sondaggi le assegnano per ora non più dell’8% per ora e i suoi contestatori l’hanno bersagliata fin da oggi per la politica portata avanti a Parigi.

Mentre la Hidalgo si dichiarava nel nord, a Rouen, capoluogo della Normandia, scegliendo come sfondo i “docks” della città portuale, all’opposto del paese, a Fréjus Marine Le Pen celebrava il suo bellicoso ingresso in campagna elettorale affermando che queste presidenziali “non saranno soltanto una scelta di società come nei precedenti scrutini, ma una scelta di civiltà”.

Anne Hidalgo

La discesa in campo di Anne Hidalgo, 62 anni, che nel suo tentativo di aprire Parigi a bici, monopattini chiudendola alle auto si è fatta molti seguaci ma non pochi nemici, era notizia di pubblico dominio da mesi, un evento preparato nei minimi dettagli, tanto che a metà settimana uscirà il suo libro dal titolo “Una donna francese”. Un tasto sul quale ha insistito nel suo discorso davanti ad alcune decine di sostenitori: “Sono una donna francese nata in Spagna”, ha esordito, ricordando il padre “operaio nel cantiere navale di Cadice” e la madre “sarta”. 

“Sarà il primo appuntamento di una donna presidente della Repubblica con le donne francesi”, ha insistito, passando poi al motivo che l’ha spinta a scendere in campo: “I 5 anni che si stanno concludendo dovevano unire i francesi – ha affermato – li hanno divisi come mai prima. Dovevano risolvere problemi sociali, li hanno aggravati. Dovevano proteggere il pianeta, e hanno voltato le spalle all’ecologia”.

Ora la socialista, che ha diversi oppositori anche nel partito – finito ai minimi storici alle presidenziali del 2017 – vuole “fare tutto il possibile per correggere” questo andamento, per “costruire una Francia più giusta”, rivendicando l’eredità di socialisti come Jaurès, Blum, Mendès France e Mitterrand”. 

Marine Le Pen

A Fréjus, una Marine Le Pen apparsa in gran forma e determinata, si è presentata davanti a qualche centinaio di sostenitori riuniti nel teatro romano, arringandoli anche lei con aperti attacchi contro Macron: “ci saranno soltanto due alternative” nelle presidenziali 2022, “o lo scioglimento di una Francia demolita e sommersa dall’immigrazione, o il salutare sussulto che farà entrare la Francia nel terzo millennio attorno all’idea di Nazione”. Al giovane vicepresidente del Rassemblement National, Jordan Bardella, ha affidato il partito in questi 8 mesi di campagna che si annunciano all’ultimo respiro.

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A destra e a sinistra

Tra i repubblicani si sono già presentati Ciotti, Juvin, l’ex commissario Barnier, la governatrice Pécresse o il battitore libero Bertrand, senza che ci sia unanimità sulla tenuta delle primarie. Ma è alla sua destra che la Le Pen potrebbe veder candidarsi il polemista islamofobo Éric Zemmour capace di rubarle voti.

A sinistra, oltre a Anne Hidalgo si sono già candidati Mélenchon per la sinistra radicale, Russel per il partito comunista e l’indipendente Montebourg senza contare il candidato che uscirà dalle primarie verdi a fine settembre.

Secondo Jean-Yves Camus, direttore osservatorio sulla radicalità politica, è incontestabilmente Emmanuel Macron che capitalizza il risultato di questa disintegrazione delle famiglie politiche ma nonostante tutto la partita non è già decisa.


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