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Dalla schiavitù sessuale al premio Sakharov

Lamiya Haji Bashar, insieme a Nadia Murad Basee Taha, è una delle sopravvissute alla schiavizzazione sessuale da parte dello Stato islamico, diventando poi portavoce delle donne colpite dalla campagna di violenza sessuale dell'IS. In questi giorni era di ospite della Camera dei deputati a Roma.

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Il 3 agosto 2014 militanti del seddicente Stato islamico hanno massacrato gli uomini di Kocho, il villaggio natale di Aji Bashar in Iraq, una comunità yazidi. Dopo il massacro, le donne e i bambini sono stati ridotti in schiavitù: tutte le giovani donne, tra cui Haji Bashar, Murad e le loro sorelle sono state rapite, comprate e vendute diverse volte e sfruttate come schiave sessuali. 

La storia

Lamiya Haji Bashar è stata sfruttata come schiava sessuale assieme alle sue sei sorelle. Venduta cinque volte a dei militanti, è stata costretta a fabbricare bombe e corpetti per attentati suicidi a Mosul dopo che i militanti dell’IS avevano trucidato i suoi fratelli e suo padre.

La ragazza ha tentato più volte la fuga, prima di riuscirvi finalmente nell’aprile 2015 con l’aiuto della sua famiglia, che ha pagato dei trafficanti locali. Al momento di attraversare la frontiera curda, tentando di raggiungere il territorio controllato dal governo iracheno e inseguita dai militanti dell’IS, una mina terrestre è esplosa uccidendo due suoi conoscenti e lasciandola ferita e quasi cieca. 

Dalla guerra in Iraq alle cure in Germania

Dopo la fuga si trasferita in Germania per ricevere cure mediche, e dove si è ricongiunta con i suoi fratelli e sorelle sopravvissuti. Una volta ristabilita, Haji Bashar si è adoperata attivamente per sensibilizzare in merito alla tragica condizione della comunità yazidi e continua ad aiutare le donne e i bambini che sono vittime della schiavitù e delle atrocità dello Stato islamico. 

Premio Sakharov 2016

Nel 2016 Lamiya Haji Bashar e Nadia Murad hanno ricevuto dal parlamento europeo il Premio SakharovCollegamento esterno. Istituito nel 1988 il premio viene assegnato annualmente a persone che hanno contribuito in modo eccezionale alla lotta per i diritti umani in tutto il mondo e attira l’attenzione sulla violazione dei diritti umani.

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