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La visita del Dalai Lama irrita Pechino

Migliaia di persone si sono già iscritte ai corsi sul Buddismo che il Dalai Lama terrà a Zurigo Keystone

La visita in Svizzera del Dalai Lama, che incontrerà tra l'altro il consigliere federale Pascal Couchepin, solleva l'irritazione delle autorità cinesi.

L’ambasciata cinese a Berna ha espresso la sua opposizione, accusando la guida spirituale tibetana di svolgere attività anti-cinesi, utilizzando pretesti religiosi.

Durante la sua visita in Svizzera, il Dalai Lama impartirà dal 5 al 12 agosto dei corsi sui principi fondamentali del Buddismo presso il nuovo Hallenstadion di Zurigo, inaugurato questa fine settimana, dopo oltre un anno di lavori di restauro.

Al centro della visita figura inoltre un incontro con il ministro dell’interno svizzero Pascal Couchepin, in programma presso il Politecnico federale di Zurigo il 4 agosto.

Disappunto cinese

Come prevedibile, il viaggio in Svizzera della guida spirituale tibetana ha sollevato commenti negativi dal parte delle autorità cinesi.

“Il Dalai Lama non è soltanto una figura religiosa, ma anche un esule politico che da molto tempo si impegna in attività che mirano a dividere la Cina e a compromettere l’unità nazionale, servendosi di pretesti religiosi”, hanno dichiarato a swissinfo rappresentanti dell’ambasciata cinese a Berna.

“Il governo cinese si oppone fermamente alle attività anti-cinesi del Dalai Lama e dei suoi seguaci, come pure a qualsiasi invito o incontro con il Dalai Lama da parte dei rappresentanti di qualsiasi Stato”.

Non è la prima volta che un ministro svizzero incontra il leader tibetano in esilio. Gli ex-consiglieri federali René Felber, Flavio Cotti e Ruth Dreifuss avevano già avuto contatti diretti rispettivamente nel 1991, 1995 e 2001.

Dissensi già in passato

“La Svizzera considera il Dalai Lama come la guida spirituale della comunità buddista tibetana. Ed è in questa veste che incontrerà il consigliere federale Pascal Couchepin”, ha dichiarato la portavoce del Dipartimento federale dell’interno Katja Zürcher.

La portavoce ha inoltre reso noto che le autorità cinesi hanno espresso il loro disappunto riguardo alla visita. Per questa ragione, “il governo svizzero intrattiene stretti contatti con i rappresentanti cinesi per illustrare la posizione della Svizzera”.

Non è la prima volta che il Consiglio federale attira l’irritazione cinese in relazione alla spinosa questione tibetana.

Nel 1999, in seguito ad una manifestazione pro-tibetana tenuta durante la sua visita a Berna, il presidente cinese Jiang Zemin aveva dato sfogo alla sua collera nei confronti di Ruth Dreifuss e degli altri membri del Consiglio federale.

Pascal Couchepin è stato tra l’altro il primo ministro svizzero a poter visitare il Tibet nell’ottobre dell’anno scorso. Durante il suo viaggio in Cina, il consigliere federale aveva invitato le autorità di Pechino a rispettare i diritti dei tibetani.

Premio Nobel per la pace

Fuggito in esilio dal Tibet nel 1959, il Dalali Lama ha ricevuto 30 anni dopo il Premio Nobel per la pace per la sua opposizione non violenta in favore della liberazione del Tibet dal controllo delle truppe cinesi.

Oltre ai corsi sul Buddismo previsti a Zurigo, il leader religioso parteciperà ad un incontro interconfessionale ad Einsiedeln e a dei simposi scientifici internazionali all’Università e al Politecnico di Zurigo.

Gli organizzatori hanno annunciato di aver praticamente già venduto la maggior parte dei 10’000 biglietti disponibili per i corsi del Dalai Lama in programma all’Hallenstadion. I proventi verranno attribuiti ad opere di beneficienza.

swissinfo, Matthew Allen, Zurigo
(traduzione di Armando Mombelli)

In Svizzera vivono circa 3’500 tibetani.
Si tratta della comunità tibetana più grande in Europa e della terza nel mondo.
Dal 5 al 12 agosto il Dalai Lama sarà presente all’Hallenstadion di Zurigo, dove parlerà pubblicamente di spiritualità tibetana, in particolare della filosofia e della pratica buddista Makayana.

Il Tibet si estende per 1’200’000 km quadrati (Svizzera: 41’000) nella regione compresa tra Cina, Birmania e India e conta circa 2,5 milioni di abitanti.

Nel 1950, l’esercito cinese guidato da Mao Tze Tung occupa la regione himalayana.

La presenza cinese provoca, nel 1959, una ribellione popolare repressa nel sangue.

Il XIV Dalai Lama è costretto all’esilio in India, a Dharamsala, dove crea un governo tibetano.

Si stima che siano oltre 150’000 i tibetani ad essere fuggiti all’estero.

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