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La violenza giovanile si esprime in modo più brutale

I reati violenti commessi dai giovani sono sempre più brutali

Può bastare un futile motivo, o una sola parola, per far scatenare una reazione violenta. In Ticino, come in Svizzera, la gravità dei reati commessi dai giovani è cresciuto. La conferma in un rapporto presentato a Bellinzona.

All’indomani dell’uccisione del giovane Damiano Tamagni, in una fredda sera di Carnevale a Locarno, il Ticino si era risvegliato incredulo, stordito, sgomento.

E l’emozione per quel gesto di inaudita brutalità aveva ampiamente superato i confini cantonali. Ora una fondazione dedicata alla memoria di Damiano vuole impegnarsi nella prevenzione contro ogni forma di violenza. Come quella che ha sconvolto la famiglia Tamagni.

In un clima abitato da mille interrogativi, reazioni di rabbia ed evidenti lacerazioni, il Governo ticinese si era subito dovuto confrontare con una società che chiedeva non solo risposte, ma chiavi di lettura per comprendere qualcosa di incomprensibile e, soprattutto, di inaccettabile. Un percorso lungo, certo, ma che l’altro giorno ha raggiunto una prima tappa.

Il pericolo delle bande organizzate

Creato dunque dal governo, il Gruppo operativo “Giovani, violenza, educazione” ha illustrato, martedì a Bellinzona, la dimensione del fenomeno inserendola in un quadro nazionale. Se in Svizzera, complessivamente, la criminalità giovanile non è sostanzialmente aumentata, è invece cresciuta la gravità dei reati violenti commessi dai giovani.

“Sono anche molto più frequenti – si legge nel rapporto – i reati commessi in gruppo coinvolgenti dei minorenni, sia come autori e sia come vittime. I giovani appartenenti ad una banda, inoltre, commettono fino a dieci volte più reati rispetto agli altri”.

Il fenomeno delle bande, conosciuto da tempo in Europa, è presente anche in Ticino ma solo, come evidenzia la polizia cantonale, nel Locarnese e nel Bellinzonese dove si contriddistingue per un’organizzazione molto gerarchica. Sono composte sia da svizzeri che da stranieri”.

Al di là dell’aumento quantitativo dei casi di violenza, l’elemento che spicca e che preoccupa è il grado di maggior brutalità. La pratica della violenza è inoltre talmente banalizzata e quotidiana, che finisce per essere tollerata. Non deve dunque sorprendere l’alto tasso di recidiva, che sembra inarrestabile.

Alle origini della delinquenza

I giovani sono lo specchio della nostra società, pertanto i modelli violenti messi in atto dagli adulti – come espressione della legge del più forte – possono avere un impatto devastante sui giovani. Pesano, inoltre, “la disgregazione familiare e l’influenza dei mass media, che veicolano modelli comportamentali ritenuti vincenti”.

Il giovane d’oggi, insomma, non ha più solidi punti di riferimento e fa quindi fatica ad adattarsi ai rapidi cambiamenti di una società in continuo mutamento e sempre più complessa. Famiglie assenti o fragili dal profilo educativo, incapaci dunque di proporre e imporre delle regole, contribuiscono a rendere più difficile e faticosa la costruzione di un’identità.

I giovani vivono in un clima di costanze antagonismo e competizione dove la cultura del “migliore” non indirizza al rispetto della dignità e non incoraggia un senso di umanità e di solidarietà: quello che conta è conquistare una posizione, sociale o personale, privilegiata.

Etnia, cultura e affetti

Il rapporto sgombra inoltre il campo dal pericoloso amalgama “violenza-straniero” che all’indomani dell’uccisione di Damiano aveva soffiato sulla brace della xenofobia: “al momento non esistono evidenti e documentabili relazioni tra l’etnia di origine e la pratica della violenza”.

Secondo i dati della polizia risulta infatti che i reati violenti sono commessi in proporzione pressoché identica da svizzeri e stranieri. Sono perpetrati da ragazzi di età compresa tra i 13 e i 20 anni, con un pronunciato rischio di recidiva e con una propensione all’accanimento e alla freddezza emotiva.

Un fattore che impone di ripensare tutta la dimensione della relazione, che spesso manca o è filtrata da codici basati su valori come la prevaricazione, la dominazione, la sopraffazione. Oggi i giovani hanno invece un grande bisogno di essere educati all’affettività e alle emozioni.

Proposte: sanzioni per i genitori e coprifuoco

Come uscire da questa spirale di violenza? Il gruppo di lavoro ha elencato una trentina di proposte, come la restrizione della vendita di bevande alcoliche e il potenziamento delle strutture socio terapeutiche per far fronte ai crescenti casi di ragazzi problematici.

Si insiste anche sul coinvolgimento dei genitori e la presa di coscienza della loro responsabilità educativa. Un punto delicato, che susciterà molte discussioni, dal momento che vengono proposte anche delle sanzioni, come la sospensione delle deduzioni fiscali e degli assegni e la copertura delle spese di polizia. Ventilata anche l’idea di riccorrere al coprifuoco, fissando un orario limite notturno cantonale per limitare la presenza di minorenni non accompagnati su suolo pubblico.

Una parte importante, naturalmente, spetta alla prevenzione, nel cui solco si inserisce la neo costituita Fondazione Damiano Tamagni. Il padre del ragazzo, presente alla presentazione del rapporto, ha spiegato che oltre alla prevenzione della violenza, la fondazione si prefigge anche di aiutare le famiglie coinvolte. La cui vita è spesso sconvolta da insopportabili tragedie.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

All’interno della polizia cantonale ticinese opera da due anni un’unità speciale denominata “Visione Giovani”, il cui compito è, oltre agli interventi, quello di monitorare il fenomeno violenza.

Oltre a due responsabili, che hanno seguito una speciale formazione a Zurigo e Losanna, una settantina di agenti fungono da ‘antenne’ sul territorio: una ventina sono agenti della polizia territoriale e una cinquantina fanno capo alle polizie comunali.

Tra i nuovi fenomeno constatati, le risse molto violente tra ragazze, che in alcuni casi richiedono il trasporto all’ospedale. Aumentato anche il ricorso ai calci con colpi inferti in continuazione quando la vittima è a terra. Cresciuto anche il ricorso ai coltelli.

In Ticino le caratteristiche della violenza giovanile sono state illustrate dal primo rapporto del Gruppo Operativo “Giovani, violenza educazione”.

• La violenza è in aumento, sia in numeri assoluti sia in termini di brutalità dei gesti.
• I gesti violenti sono in genere legati a futili motivi e non sono legati ad appartenenze etniche.
• Si tratta di un fenomeno prevalentemente urbano e si manifesta soprattutto durante le ore serali.
• La violenza è spesso accompagnata da consumo di alcool e/o droghe ec è più mediatizzata rispetto alla violenza degli adulti.

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