Prospettive svizzere in 10 lingue

La violenza famigliare contro le donne non si frena

La violenza coniugale contro le donne rappresenta un delitto, ma raramente viene punito swissinfo.ch

In Svizzera, nel 2002 è aumentato del 20% il numero di donne rifugiatesi nei centri di assistenza per sfuggire ai maltrattamenti del coniuge.

La ministra degli esteri, Micheline Calmy-Rey, ha denunciato questa “catastrofe silenziosa” in un incontro internazionale a Berna.

In Svizzera, come nel resto del mondo, una donna su cinque è vittima di maltrattamenti da parte del marito o del partner.

In occasione della giornata mondiale contro la violenza ai danni delle donne, il Dipartimento federale degli affari esteri e l’Ufficio federale per l’uguaglianza hanno organizzato, martedì a Berna, un incontro internazionale per attirare l’attenzione su questo drammatico fenomeno.

“I maltrattamenti contro le donne rappresentano una catastrofe silenziosa dal punto di vista umano, economico e sociale” ha dichiarato la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ai partecipanti, tra cui figuravano la relatrice dell’ONU Yakin Ertürk e la segretaria generale di Amnesty International Irene Kahn.

Statistiche incomplete

L’anno scorso, 989 donne si sono rifugiate nei centri aperti in questi ultimi anni in Svizzera per offrire assistenza alle vittime di violenze coniugali.

Secondo le indicazioni fornite da questi centri si tratta di 144 donne in più rispetto al 2001, il che corrisponde ad un aumento del 20%.

Ma questi dati rappresentano solo la punta dell’iceberg, dal momento che tengono unicamente conto delle donne che hanno deciso di lasciare le mura domestiche per cercare rifugio altrove.

“Molto spesso, le sole tracce che abbiamo sono statistiche incomplete” ha affermato la stessa Calmy-Rey.

La ministra degli esteri ha ricordato che, oggigiorno, la violenza contro le donne è punibile nella maggior parte dei paesi. Ma, purtroppo, pochi delitti, come questo, rimangono così spesso senza punizione.

Conseguenze umane e finanziarie

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima peraltro che una donna su cinque viene maltrattata nella sua sfera domestica.

Il dato – continua la nota – trova riscontro anche in Svizzera: secondo uno studio del Fondo nazionale del 1997, oltre un quinto delle donne intervistate, d’età compresa tra i 20 e i 60 anni, hanno indicato di aver subito violenza fisica o sessuale da parte del proprio partner almeno una volta nello loro vita.

Le conseguenze finanziarie della violenza domestica in Svizzera sono stimate in 400 milioni di franchi all’anno.

Tratta di donne e bambini

La violenza contro le donne non conosce confini, né geografici, né culturali. Le donne sono sempre state vittime di stupri di massa in occasione di guerre e conflitti.

Si stima che la tratta di donne e bambini in tutto il mondo interessi circa due milioni di persone.

L’Unione europea calcola che, ogni anno, 120 mila donne e bambini vengono trasferiti clandestinamente nell’Europa occidentale. In Svizzera, vi sarebbero annualmente da 1500 a 3000 vittime della tratta.

Misure di aiuto e di repressione

Da alcuni anni, la Svizzera sta mettendo in atto una strategia multilaterale per combattere il problema della violenza contro le donnne.

Oltre a diversi consultori e case d’accoglienza per le donne, negli ultimi anni sono sorti «centri di intervento» con l’obiettivo di coordinare l’azione della polizia, della giustizia e dei servizi sociali.

All’inizio del 2003 è stato istituito presso l’Ufficio federale di polizia un servizio centrale di coordinamento incaricato di reprimere il traffico di essere umani.

Inoltre, nel corso dell’ultima sessione autunnale, il parlamento ha dichiarato reati punibili d’ufficio la coazione sessuale, lo stupro e le lesioni fisiche tra coniugi.

swissinfo e agenzie

Anche in Svizzera, una donna su cinque è vittima di violenze da parte del coniuge o del partner.
Nel 2002, quasi 1000 donne si sono rivolte ai centri di accoglienza e assistenza per sfuggire ai maltrattamenti in famiglia.
Ogni anno da 1500 a 3000 donne e bambini sono vittime della tratta di esseri umani in Svizzera.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR