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La vendita notturna di alcolici nel mirino delle autorità

RDB

L'Ufficio federale della sanità pubblica considera la possibilità di proibire la vendita di alcolici dalle 21 alle 7 nelle stazioni ferroviarie, nelle aree di servizio e nei take-away.

Il provvedimento mira soprattutto a contrastare il consumo eccessivo da parte dei giovani e si inserisce in un vasto programma nazionale di prevenzione su cui il governo si chinerà in autunno.

Nell’ambito di un nuovo programma nazionale di prevenzione, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sta valutando la possibilità di proibire la vendita di alcol dalle 21 alle 7 nelle aree di servizio stradali, nelle stazioni ferroviarie e nei “take-away”.

Mediante questo possibile divieto si intende combattere il dilagante problema dell’abuso di alcolici presso i giovani. Si stima infatti che un milione di cittadini svizzeri ne faccia uso eccessivo, ciò che causa annualmente 2’100 decessi.

Ricerche scientifiche dimostrano che le limitazioni all’accesso di queste bibite e i rincari figurano tra le misure preventive più efficaci.

Programma di prevenzione

Il divieto in questione costituisce una delle proposte contenute nella bozza del nuovo programma nazionale di prevenzione che sarà presentato al Consiglio federale in autunno.

Anne Lévy, responsabile della sezione alcol e tabacco presso l’UFSP, ha confermato lunedì la notizia, precisando che il provvedimento mira in particolare a fronteggiare l’abuso di alcolici da parte dei giovani ma che il consumo di alcol riguarda tutta la società: si stima infatti che un milione di persone in Svizzera ne abusi.

Per questo motivo, la vendita serale e notturna dovrebbe in futuro essere possibile unicamente nei ristoranti e nei bar.

34 misure

Il divieto proposto rappresenta tuttavia soltanto una delle 34 misure che l’UFSP ha elaborato insieme a circa 50 rappresentanti dell’amministrazione, di istituti di prevenzione, dell’industria e della gastronomia.

Il “Programma nazionale alcol 2007-2011” dovrebbe essere presentato al Consiglio federale in autunno, ha dichiarato Lévy. In seguito, l’UFSP discuterà coi partner che hanno contribuito all’elaborazione del programma in merito alla maniera di attuare i provvedimenti. La competenza in materia di divieto di vendita di alcolici spetterebbe comunque ai cantoni.

Reazioni scettiche

La proposta dell’UFSP ha suscitato scetticismo negli ambienti legati alla vendita di alcolici: “Si tratta di una misura tipicamente inutile”, ha commentato Ernest Dällenbach, direttore dell’Associazione svizzera del commercio dei vini.

A suo parere, è assurdo che un adulto non possa acquistare bevande alcoliche dopo le 21, ad esempio per accompagnare una cena a base di fondue. Secondo Dällenbach, dovrebbero piuttosto essere intensificati i controlli al momento dell’acquisto.

Dal canto suo, l’azienda Aperto – che gestisce numerosi spacci notturni nelle stazioni ferroviarie – ha espresso perplessità in merito alla reale efficacia del divieto, in quanto i giovani possono acquistare alcolici prima delle 21 o più tardi nelle discoteche. Il provvedimento comporterebbe inoltre, secondo Aperto, considerevoli perdite economiche.

swissinfo e agenzie

In Svizzera, il consumo di alcol è all’origine del 5,2% dei decessi presso gli uomini e dell’1,4% presso le donne (cifre risalenti al 2002).

Il consumo di alcol è responsabile del 10,5% degli anni di vita persi dagli individui di sesso maschile, e del 4,9% degli anni persi da quelli di sesso femminile.

A 15 anni, il 25,4% dei ragazzi e il 17,6% delle ragazze consumano alcolici almeno una volta alla settimana (cifre risalenti al 2006). Ogni giorno, da 3 a 4 giovani sono ricoverati per problemi legati all’abuso di alcolici.

Si calcola che in Svizzera vi siano oltre 300’000 persone dipendenti dall’alcol; i costi annui legati all’abuso di alcol in Svizzera sono stimati a 6,7 miliardi di franchi.

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