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La vela scopre il grande pubblico

Che la vela sia diventata più democratica? In ogni caso, a Valencia c'è folla. ACM/C. Lujan

La 32esima edizione dell'America's Cup, con la sfida tra gli svizzeri di Alinghi e i neozelandesi si rivela un evento popolare come mai prima nella storia della vela.

Più di 5 milioni di spettatori dal 2004, per la fase preliminare. Quasi 200.000 nel primo fine settimana della finalissima tra Alinghi e Team New Zealand. 800 barche in mare ad assistere alle regate decisive. Queste le cifre di un enorme successo di pubblico.

Il vecchio porto nautico di Valencia è stato trasformato in un vero e proprio parco dei divertimenti. Attorno al campo di regata si può fare e vedere di tutto. Ci sono le mostre didattiche sulla vela e sulla storia della Coppa. Ci sono i simulatori delle regate. Ci sono i giochi per i bambini.

E poi ci sono bar, ristoranti, spazi per concerti. Senza dimenticare i numerosissimi negozi, della Coppa e dei Team partecipanti, macchine da soldi messe in pasto a chi (praticamente tutti i visitatori) è alla ricerca di un gadget griffato da mostrare – una volta a casa – con orgoglio ad amici e famigliari. Per la serie “io c’ero”.

E poco importa se i prezzi non possono definirsi popolari. C’è n’è, insomma, per tutti i gusti. Al porto dell’America’s Cup il divertimento è assicurato, la noia è bandita. Il tutto completamente (o quasi) gratuito. Per accedere al villaggio non si paga, infatti, un biglietto d’entrata. E lo stesso succede per le principali attrazioni. A pagamento rimangono – evidentemente – il cibo e i gadgets.

Obiettivo centrato

“Con la città di Valencia volevamo far sì che al porto dell’America’s Cup potesse accedere il maggior numero possibile di persone”, ci dice Markus Hutchinson dell’America’s Cup Management, la società indipendente che ha ricevuto da Alinghi e dalla Société Nautique di Ginevra (in qualità di defender della Coppa) l’incarico di organizzare questa 32esima edizione.

“Puntavamo a mettere in piedi il più grande evento di vela mai realizzato in Europa occidentale”, aggiunge un soddisfatto Hutchinson. E così è stato.

Alinghi contro Team New Zealand

E la vela? A Valencia c’è anche quella, evidentemente. Ma non è più sola. Tutto – naturalmente – ruota attorno alle regate. Il sindacato svizzero che vuole difendere a tutti i costi quella Coppa vinta a sorpresa quattro anni fa contro l’orgoglio di una nazione di velisti che vuole rifarsi con ogni mezzo dello sgarbo subito nel 2003. Una ferita profonda per il popolo neozelandese che non si è ancora rimarginata. Lo si intuisce passeggiando attorno al molo nei giorni di regata.

Vi sono i tifosi svizzeri, orgogliosi sì, ma ancora increduli di poter primeggiare in uno sport di mare. E poi vi sono i kiwi, i tifosi neozelandesi, avvolti nella loro bandiera nazionale e in quella degli All Blacks (la nazionale di rugby), che solo a vederli ti fanno capire quanto per loro sia stata dura digerire la sconfitta contro Alinghi. Per di più ad Auckland, in casa loro. Una seconda disfatta si trasformerebbe in un’altra, e ancora più drammatica, tragedia nazionale.

Tre possibilità per assistere alle regate

O ci si piazza, come fanno quasi tutti, davanti ai numerosi maxi schermi sparsi qua e là nel villaggio della Coppa e ci si gode lo spettacolo in televisione, senza spendere un centesimo.

O si sale su una delle tante barche spettatori – tariffa minima 120 franchi – e si assiste al duello dal mare (compito non particolarmente facile senza l’ausilio della tivù e della grafica).

Oppure ci si infila su uno dei numerosissimi velieri che dal porto di Valencia ogni giorno salpano in direzione del campo di regata (ma per farlo ci vogliono – inutile dirlo – le conoscenze giuste). La maggior parte dei visitatori vede dunque le barche dal vivo in acqua solo per pochi minuti. Quando escono in mare e quando rientrano. Uno spettacolo nello spettacolo, con ai due lati del porto gli spettatori che fanno un tifo da stadio.

Uno spettacolo totale

Ma lo spettacolo, come si diceva, non lo fanno solo le barche e le regate. La 32esima edizione dell’America’s cup è un grande evento popolare, paragonabile all’arrivo di una tappa di un grande tour ciclistico o di un gran premio di automobilismo (e non a caso dal prossimo anno sfruttando le strutture già esistenti Valencia avrà il suo circuito di Formula Uno).

Un giro d’affari da fare invidia
Un grande evento che per essere realizzato necessita di parecchio denaro. Il budget dell’America’s Cup Management si aggira su 200 milioni di euro. E alla fine gli introiti dovrebbero raggiungere i 230 milioni, con un beneficio non indifferente, dunque, che verrà ridistribuito tra i team partecipanti.

Un miracolo economico? Non proprio. A coprire il budget ci pensano, infatti, in particolare, gli sponsor, i diritti televisivi, gli affitti dei posti barca, il contributo della città di Valencia. E poi vi è il merchandising, la vendita di magliette, cappellini, giacche, poster, e più chi ne ha ne metta.

Vela per il grande pubblico

E se l’America’s Cup Management se la ride, se la ridono anche Alinghi e il suo patron, Ernesto Bertarelli. Perché uno degli obiettivi dichiarati del sindacato svizzero, fin dal suo ingresso tra gli eletti della Coppa, nel 2000, era proprio quello di rendere uno sport destinato ai soli addetti ai lavori e considerato per privilegiati, da ricchi insomma, un evento popolare.

La vela che viene resa appetibile al grande pubblico e che di conseguenza attira un numero sempre maggiore di sponsor e l’interesse dei media.

La 32esima edizione dell’America’s Cup verrà ricordata – anche e, forse, soprattutto – per il pubblico e gli eventi (glamour e non) che l’hanno accompagnata. Una cosa che non si era mai vista prima nella sua lunga e prestigiosa storia. Ai puristi forse non piacerà. Ma la scommessa – per chi ha voluto questa trasformazione – può dirsi sicuramente vinta.

swissinfo, Philippe Bernasconi da Valencia

La Coppa America è il più famoso e antico trofeo dello sport della vela.

La competizione, svoltasi per la prima volta nel 1851 in Inghilterra, fu vinta dall’imbarcazione America, del New York Yacht Club, che rimase imbattuto per 132 anni.

Nel 2003, Alinghi strappò la vittoria ai detentori di New Zealand.

La finale 2007 è iniziata il 23 giugno a Valencia, in Spagna. Oppone la barca svizzera Alinghi allo scafo della Nuova Zelanda.

Vince chi per primo si aggiudica cinque regate.

Spinnaker: grande vela issata col vento di poppa.
Albero: elemento che regge le vele con cavi d’acciaio laterali (sartìe) e longitudinali (stralli).
Poppa: parte posteriore dello scafo.
Prua: parte anteriore.
Dritta: fianco destro.
Fiocco: vela triangolare di prua.
Pozzetto: parte posteriore della barca più bassa rispetto alla coperta, dove trovano posto timoniere e alcuni membri dell’equipaggio.
Skipper: comandante dell’equipaggio.
Prodiere: addetto alle manovre di prua.
Grinder: membro dell’equipaggio addetto ai verricelli.
Miglio marittimo: unità di misura ufficiale in acqua. Corrisponde a 1852 metri.
Nodo: unità di misura della velocità in acqua (1852 metri/ora).
Cazzare: tirare un cavo.
Orzare: indirizzare la prua verso la direzione del vento.
Strambata: cambiamento di direzione fatto con vento in poppa.
Virata: cambiamento di direzione effettuato passando con la prua per la direzione del vento.
Navigazione di poppa: procedere con il vento che soffia alle spalle.
Navigazione di traverso: perpendicolare rispetto alla direzione del vento.
Bolina: procedere controvento. Solitamente con un’inclinazione di 40°.

Fino a qualche anno fa Valencia era una tranquilla e sonnecchiante città spagnola. Con 1,2 milioni di abitanti, terza città di Spagna dopo le ben più note e ambiziose Madrid e Barcellona, Valencia in pochi anni è riuscita a trasformarsi e a candidarsi per un posto di primissimo piano sulla scena culturale internazionale.

Valencia è oggi una città alla moda. Grazie all’intraprendenza dell’amministrazione pubblica e all’assegnazione dell’America’s Cup. Il piano urbano è stato rivoltato come un calzino. La zona sud verso il porto – una volta malfamata – è stata completamente bonificata.

Dove una volta scorreva il fiume ora sorge la maestosa Città delle Arti e delle Scienze, progettata dal famoso architetto valenciano Santiago Calatrava. Tutto intorno sono nati nuovi quartieri residenziali, che fanno di quest’area una delle più prestigiose della città.

E poi è arrivata l’America’s Cup con tutto il giro di denaro che la accompagna. In quest’avventura il Comune ha investito 500 milioni di euro, soprattutto nella zona del porto. Ma si calcola che le ricadute possano raggiungere i 3 miliardi.

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