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La Swissair a terra

Martedì, molti velivoli Swissair hanno dovuto rimanere a terra Keystone

In mancanza di mezzi finanziatri per assicurare le attività aeree, la compagnia svizzera di bandiera ha dovuto sospendere tutti i voli fino a data indeterminata. La misura ha gravi conseguenze per migliaia di passeggeri, e anche per molti dipendenti in Svizzera e all'estero. Secondo la compagnia, verranno probabilmente soppressi più posti di lavoro di quanti annunciati lunedì. Intanto, il governo belga preannuncia azioni legali, dopo il mancato versamento di 200 milioni di franchi a Sabena.

In seguito al blocco delle forniture di cherosene, Swissair ha dovuto sospendere tutti i suoi voli nel pomeriggio di martedì. Nonostante intensi negoziati con le banche, la compagnia non ha trovato i mezzi finanziari per assicurare l’esercizio, dopo la decisione di BP e Shell di fornire carburante soltanto su pagamento anticipato. All’aeroporto di Kloten, i passeggeri sono stati informati del blocco dei rifornimenti di carburante attraverso gli altoparlanti.

Per non rischiare il pignoramento dei velivoli, Swissair, tra l’altro, aveva già sospeso in mattinata i voli verso il Belgio. Lo Stato belga, infatti, azionista di maggioranza della Sabena, di cui Swissair ha ancora una quota rilevante, ha preannunciato che avvierà azioni legali nei confronti della compagnia elvetica che ha ammesso di non poter sottoscrivere il piano di salvataggio di Sabena.

La ripresa di azioni giudiziarie sospese nell’agosto scorso da parte di Sabena nei confronti di Swissair è stata preannunciata dallo stesso primo ministro belga in un comunicato. Con la richiesta di moratoria concordataria avanzata dal gruppo svizzero, sottolinea Guy Verhofstadt, Swissair si sottrae a tutti gli obblighi sottoscritti, compreso l’aumento di capitale previsto per domani.

Le possibili azioni legali, ha precisato il ministro belga delle partecipazioni statali, Rik Daems, saranno rivolte non solo contro Swissair ma anche contro la sua controllata Crossair e contro le banche «che giocano in questa partita».

Un concordato giudiziario è fra le ipotesi all’esame in queste ore, ha detto il portavoce della compagnia sottolineando però «che vi sono diverse possibilità» legate all’entità della somma che lo Stato belga sarà autorizzato a metterle a disposizione. La Commissione europea infatti è già chiamata a stabilire se la prevista ricapitalizzazione di Sabena sia legittima o costituisca un indebito aiuto di stato. A questo proposito, fonti ufficiali di Bruxelles si sono rifiutate di fornire qualsiasi informazione sull’indagine: «sarebbe prematuro – ha detto un portavoce del Commissario Ue alla concorrenza Mario Monti – dare una risposta o una reazione in questa fase».

L’esecutivo Ue comunque, ha aggiunto, è «in costante contatto» con il governo belga ed è «in attesa di chiarificazioni sulle sue intenzioni». A differenza di quella svizzera, martedì la compagnia belga è operativa: i suoi piloti infatti hanno sospeso per 24 ore lo sciopero avviato venerdì scorso per protestare contro un piano di ristrutturazione, che prevede una riduzione del personale pari al 10% anche attraverso licenziamenti.

Il piano è oggetto di un referendum fra i dipendenti e la conclusione dello spoglio è attesa per stanotte. Intanto la direzione di Sabena, compagnia controllata per il 50,5 % dallo Stato belga e per il restante 49,5 % dal gruppo elvetico, ha convocato un consiglio di amministrazione straordinario.

swissinfo e agenzie

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