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La Svizzera vuole parificare il lupo alla lince

Il lupo cattivo continua a far paura Keystone

La Svizzera chiede al comitato permanente della Convenzione di Berna di declassare il lupo da «specie rigorosamente protetta» a «specie protetta».

Se i 27 Stati riuniti a Strasburgo accetteranno la richiesta, in Svizzera anche il lupo, come la lince, potrà essere abbattuto per regolarne la popolazione.

Un simile passo permetterebbe di «adattare la Convenzione alla pratica», afferma Willy Geiger, vicedirettore dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAFP).

Dal canto suo, la commissione permanente della Convenzione ha annunciato di aver rinviato la sua decisione sulla richiesta dell’UFAFP.

La maggioranza della commissione desidera che sia dapprima chiarificata la situazione del lupo in Europa e la sua influenza sull’agricoltura, oltre che alcuni aspetti giuridici della questione.

Lanciare il dibattito

Già oggi la convenzione autorizza l’abbattimento di animali rigorosamente protetti, in particolare quando sia necessario «prevenire danni ingenti al bestiame» e a condizione che la sopravvivenza della specie non sia messa in pericolo. Ma in questo modo – osserva Geiger – lo spirito della Convenzione non è veramente rispettato.

Un declassamento del lupo metterebbe inoltre tutti gli Stati firmatari del documento sullo stesso piano: attualmente infatti, 12 paesi su 27 – ossia quelli del nord e dell’est dell’Europa, dove il lupo è insediato stabilmente – si rifiutano di riservare all’animale la protezione assoluta.

Willy Geiger spera inoltre che la richiesta elvetica permetta di «lanciare il dibattito in seno al Consiglio d’Europa», depositario della Convenzione. Oggi la collaborazione scientifica transfrontaliera funziona, ma il coordinamento a livello politico è inesistente.

Una situazione che gli esperti giudicano aberrante, soprattutto se si considera la grande capacità di spostamento dell’animale: basti pensare che di recente è stata confermata la presenza di lupi «italiani» nei Pirenei orientali.

Scarsa collaborazione transfrontaliera

Anche in Svizzera la volontà di collaborare con altri paesi lascia a desiderare. Il vicedirettore dell’UFAFP fa l’esempio del canton Vallese, che pur sostendo la richiesta svizzera a Strasburgo, «evoca spesso la necessità di collaborare con l’Italia», ma si è rifiutato all’inizio di quest’anno di partecipare al programma interregionale «lupo» lanciato dalla regione Piemonte.

Una proposta respinta anche dai Grigioni, e per la quale soltanto il Ticino ha dimostrato interesse, ma a condizione di non rimanere da solo. «Una gestione transfrontaliera con Piemonte e Lombardia, da dove arrivano i lupi osservati in Svizzera, sarebbe tuttavia più che opportuna», sottolinea Geiger.

Siamo in una situazione di «gestione minima, senza nessuna pianificazione a lungo termine e nemmeno fra paesi», osserva il biologo Jean-Marc Landry, ex responsabile nel Basso Vallese del progetto «Lupo svizzero».

Esperti divisi

Gli addetti ai lavori sono divisi sull’idea di declassare il lupo: «alcuni – dice il biologo – giudicano sensato adattare la legge alla pratica, mentre altri temono che il lupo possa essere in futuro abbattuto sistematicamente».

Landry si schiera nella seconda categoria e afferma: «La popolazione di lupi non è insediata sull’arco alpino; prenderli nel mirino significherebbe metterne in pericolo la sopravvivenza a lungo termine».

Un’argomentazione che viene respinta dal vicedirettore dell’UFAFP, il quale puntualizza che «il lupo resterebbe una specie protetta».

La proposta dell’UFAFP ha suscitato reazioni negative anche tra gli ambientalisti. L’organizzazione Pro Natura teme che la proposta svizzera apra la strada ad una campagna per lo sterminio del lupo in tutta l’Europa.

«La proposta è pericolosa», afferma Urs Tester, specialista di Pro Natura per gli animali predatori. L’organizzazione ha dato il via ad un’azione di protesta, invitando i suoi aderenti a spedire una mail di protesta al ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger.

Undici lupi osservati in Svizzera

In Svizzera sono stati osservati undici esemplari di lupo a partire dal 1995. Sei di questi animali sono stati abbattuti, ma soltanto tre nel rispetto delle norme di legge. Gli esemplari che vivono attualmente sul suolo elvetico sono stimati fra tre e sei.

Per poter essere abbattuto un lupo deve avere ucciso 35 animali domestici nel giro di quattro mesi o 25 altri animali in un mese. Per Jean-Marc Weber, responsabile per la Confederazione dei programmi sul lupo, il vero problema è che le misure di prevenzione contro gli attacchi del predatore sono «insufficienti».

swissinfo e agenzie

Dal 1995 sono stati avvistati 11 lupi in Svizzera.
Sei animali sono stati abbattuti (di cui solo tre legalmente).
Il comitato permanente della Convenzione di Berna si riunisce da lunedì a venerdì a Strasburgo.

Fra le misure atte a proteggere gli animali domestici dagli attacchi dei lupi uno dei più promettenti è l’impiego di cani pastore addestrati allo scopo. Nelle zone visitate dai lupi in Svizzera vi sono però solo 75 cani per 500 alpeggi.

Il budget messo a disposizione dalla Confederazione per proteggere le greggi, pari a 800’000 franchi annui, non sarà aumentato. Ma tra Ufficio dell’ambiente e agricoltori sono in corso discussioni per concentrare gli sforzi.

Una delle alternative discusse è quella di proteggere solo le greggi più grandi, lasciando senza protezione gli alpeggi più piccoli, che non sono stati attaccati dai lupi da tempo.

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