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La Svizzera vota di nuovo su un alleggerimento della fiscalità delle imprese

gente in fila si passa delle scatole di cartone contenenti le firme del referendum
Il Partito socialista e i Verdi - qui durante la consegna delle firme il 5 aprile 2022 - sono all'origine del referendum contro l'abolizione di due imposte che riguardano le aziende svizzere. © Keystone / Anthony Anex

Bisogna ridurre la pressione fiscale sulle imprese svizzere e su chi vi investe? È la domanda a cui è chiamato a rispondere il popolo svizzero nella votazione federale del 25 settembre. La destra vuole permettere alle aziende di finanziarsi più facilmente, la sinistra denuncia dei privilegi concessi alle multinazionali.

Di che cosa si tratta?

In Svizzera, le aziende e le istituzioni che cercano finanziamenti esterni sono assoggettate a diverse imposte.

Una prima tassa si applica alle obbligazioni, cioè ai titoli emessi da un’azienda quando desidera prendere in prestito del denaro. Gli investitori che acquistano queste “parti” del debito prestano un certo importo in cambio di un rendimento regolare prima del rimborso. Ottengono quindi degli interessi su queste obbligazioni che in Svizzera sono soggetti a un’imposta preventiva del 35%. Questa imposta, che ha lo scopo di evitare l’evasione fiscale, può essere successivamente recuperata integralmente o parzialmente.

Inoltre, viene riscossa una tassa di bollo sull’acquisto e la vendita di titoli (obbligazioni e azioni) da parte di operatori svizzeri, ad esempio banche, gestori patrimoniali, ma anche istituti di previdenza e collettività pubbliche. La tassa di negoziazione ammonta all’1,5‰ per i titoli svizzeri e al 3,0‰ per i titoli esteri.

Il 25 settembre, il popolo svizzero sarà chiamato a votare sull’abolizioneCollegamento esterno di queste due imposte, contro la quale è stato lanciato con successo un referendum.

Qual è l’obiettivo della riforma?

Il Governo e la maggioranza del Parlamento ritengono che l’imposta preventiva renda le obbligazioni svizzere poco attraenti per gli investitori, dato che la maggior parte degli altri Paesi non applica un’imposta simile. I gruppi societari svizzeri, affermano, aggirano regolarmente questo onere fiscale emettendo le loro obbligazioni attraverso società estere.

Lo stesso vale per la tassa di negoziazione: essa rende questa attività poco attraente e spinge le società a ricorrere a negoziatori di titoli con sede all’estero.

Con l’abolizione di queste tasse, il Governo e il Parlamento vogliono consentire alle aziende di emettere obbligazioni svizzere competitive e quindi di rilanciare il mercato elvetico.

Chi ha lanciato il referendum?

Il Partito Socialista, il Partito ecologista e i sindacati hanno raccolto le 50’000 firme necessarie per sottoporre la modifica legislativa al voto popolare. Sottolineano che l’imposta preventiva è stata creata per evitare che i rendimenti sulle obbligazioni sfuggano al fisco. Abolirla equivarrebbe, a loro avviso, a “dare via libera ai reati fiscali delle persone ricche in Svizzera e all’estero”.

Il comitato referendarioCollegamento esterno sostiene che buona parte degli investitori non si attiva per recuperare l’imposta preventiva, il che dimostra la loro volontà di evitare qualsiasi contatto con le autorità fiscali. L’abolizione della tassa comporterà quindi una perdita immediata di entrate fiscali senza alcuna compensazione, afferma il comitato.

Secondo le persone che si oppongono, la soppressione di questa tassa non porterà alcun beneficio all’economia svizzera e saranno i contribuenti e le contribuenti del Paese a dover pagare per l’ammanco, con ulteriori tasse o tagli alle prestazioni. Ritengono che questa volontà di abolire l’imposta preventiva e la tassa di negoziazione faccia parte di un piano più globale della destra e degli ambienti economici “che mira a ridurre sempre di più le tasse delle grandi aziende e degli individui ricchi a spese della collettività”.

La sinistra aveva già lanciato con successo un referendum contro l’abolizione della tassa di emissione sul capitale proprio voluta dal Governo e dalla maggioranza di destra in Parlamento. La soppressione della tassa è stata chiaramente respinta alle urne lo scorso mese di febbraio.

Chi beneficerebbe dell’abolizione di queste tasse?

Secondo le stimeCollegamento esterno dell’Amministrazione federale delle contribuzioni, gli investitori svizzeri trarranno maggiori vantaggi dall’abolizione della tassa di negoziazione, mentre gli investitori stranieri beneficeranno maggiormente della soppressione dell’imposta preventiva. Queste riforme potrebbero portare a una riduzione dei tassi di interesse delle obbligazioni svizzere, ciò che consentirebbe alle collettività pubbliche e alle imprese elvetiche di raccogliere capitali a prezzi inferiori.

Il comitato referendario, invece, sostiene che l’abolizione dell’imposta preventiva andrebbe a vantaggio solo delle 200 multinazionali, società di finanziamento e banche che raccolgono capitale attraverso le obbligazioni. Le piccole e medie imprese non ne trarranno beneficio, poiché sono pochissime quelle che si finanziano con le obbligazioni.

Quali sarebbero le conseguenze finanziarie della riforma?

L’abolizione dell’imposta preventiva sulle obbligazioni comporterà un calo del gettito fiscale difficilmente quantificabile, in quanto dipendente dal livello dei tassi di interesse.

Con un tasso di interesse dell’1%, il Dipartimento federale delle finanze (DFF) stima che la Confederazione e i Cantoni dovranno rinunciare a 170 milioni di franchi di entrate annuali. Tuttavia, poiché ci si aspetta che la riforma crei valore e posti di lavoro nel lungo periodo, e quindi nuove entrate fiscali, il DFF prevede che si autofinanzierà dopo circa cinque anni.

L’abolizione della tassa di negoziazione dovrebbe comportare una riduzione delle entrate federali pari a 25 milioni di franchi all’anno.

Il comitato referendario ritiene però che le perdite siano sottostimate dall’amministrazione federale. In caso di aumento dei tassi di interesse, afferma, la perdita di entrate per le collettività pubbliche sarebbe di circa 800 milioni di franchi all’anno.

Quali sono gli argomenti di chi sostiene la riforma?

I partiti di destra e di centro, così come il mondo economico, sostengono l’abolizione delle due imposte al fine di rafforzare la competitività della piazza economica e finanziaria della Svizzera.

L’Associazione svizzera dei banchieri saluta la volontà di “porre rimedio a una situazione svantaggiosa che porta la Svizzera a cedere le proprie entrate fiscali e i propri posti di lavoro all’estero”. Sottolinea che le aziende, come pure i Comuni, i trasporti pubblici e gli ospedali potranno trovare finanziamenti più facilmente e a costi inferiori.

Il Partito liberale radicale (PLR, destra) ritiene che l’imposta preventiva sui rendimenti delle obbligazioni non sia più necessaria, poiché la Confederazione partecipa dal 2014 allo scambio automatico di informazioni a livello internazionale. “Un investitore straniero non può quindi nascondere gli interessi che riceve in Svizzera sulle obbligazioni”, afferma il PLR.

Chi sostiene la modifica legislativaCollegamento esterno afferma inoltre che si tratta di una riforma “prudente”, in quanto l’imposta preventiva verrà mantenuta sui dividendi. La sua abolizione avrebbe creato un grosso ammanco nelle entrate della Confederazione. Sopprimendo soltanto l’imposta preventiva sulle obbligazioni, il comitato di sostegno ritiene che questa riforma non gravi sul bilancio dello Stato e alla fine porterà “molto più di quanto costa”.

Traduzione dal francese: Luigi Jorio

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