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La Svizzera saluta il bando delle bombe a grappolo

Un esperto ispeziona una bomba a grappolo in Libano Keystone

La Svizzera ha accolto positivamente l'intesa che vieta le bombe a grappolo adottata a Dublino da 111 paesi. La Convenzione sarà firmata a Oslo in dicembre.

La Confederazione è tuttavia rammaricata che i paesi grandi produttori di questo tipo di bombe – Stati Uniti, Russia, Cina, India, Pakistan e Israele – non abbiano partecipato alla Conferenza nella capitale irlandese.

L’ambasciatrice Christine Schraner, che guidava la delegazione elvetica alla Conferenza nella capitale irlandese, ha definito i risultati come “un passo decisivo” e ha parlato di “un momento storico”. La diplomatica elvetica ha comunque ammesso che la Svizzera ha dovuto fare “concessioni necessarie” nelle trattative.

“Avremmo auspicato un documento che apportasse maggiore flessibilità nei termini di transizione al fine di indurre i paesi produttori ad aderire” a questa iniziativa, ha sottolineato Bernard Jeanty, capo del disarmo al Dipartimento federale della difesa e della protezione della popolazione (DDPS).

All’inizio delle negoziazioni nella capitale irlandese, il 19 maggio, la Svizzera auspicava un periodo di transizione per alcuni tipi di bombe a sottomunizione, ha ricordato Christine Schraner. Il progetto approvato mercoledì sancisce il divieto totale e immediato delle bombe a grappolo una volta ratificata la Convenzione da oltre 30 paesi.

Bombe svizzere

Quando l’accordo sarà approvato dal governo svizzero, “verrà effettuata un’analisi per il programma di smilitarizzazione”, ha precisato Jeanty. Secondo cifre non confermate dal DDPS, la Svizzera possiederebbe 200mila bombe a grappolo di tipo M85. Il Dipartimento indica solo che la Confederazione ha investito 600 milioni di franchi per questo tipo di armi negli ultimi anni.

Utilizzate essenzialmente dall’artiglieria, sono fabbricate dall’industria d’armamento di proprietà della Confederazione Ruag, sotto licenza israeliana. Queste munizioni a frammentazione sarebbero dotate di un doppio detonatore che le renderebbe più efficaci. Il tasso di quelle inesplose sarebbe sarebbe così sceso a qualche permille.

“La Svizzera non potrà mantenere le sue scorte di munizioni a frammentazione M85. Gli stati riuniti a Dublino non hanno fatto concessioni su eventuali criteri di qualità”, ha rilevato il direttore della sezione svizzera di Handicap International (HI) Paul Vermeulen.

Un tremendo impatto

Riferendosi alle vittime civili delle bombe a grappolo, Christine Schraner ha evidenziato che, nonostante i limiti, questa convenzione migliora il diritto internazionale umanitario”.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), che ritiene “storico” l’accordo per la messa a bando delle famigerate bombe a frammentazione. L’intesa di Dublino è un grande passo avanti per la protezione dei civili e “la sua applicazione consentirà di prevenire moltissima sofferenza”, si è rallegrato il presidente del CICR Jacob Kellenberger in una dichiarazione pubblicata giovedì a Ginevra.

“La Convenzione adottata a Dublino significa che queste armi sono non solo moralmente inaccettabili ma adesso anche illegali secondo il diritto umanitario internazionale”, ha aggiunto.

Il CICR ha quindi lanciato un appello a tutti i Paesi, a prescindere dalla loro partecipazione ai negoziati di Dublino, ad aderire rapidamente alla Convenzione e di porre fine all’uso delle munizioni a grappolo proibite dalla Convenzioni.

La Croce Rossa internazionale è da anni impegnata nella denuncia degli effetti devastanti delle munizioni a grappolo e a favore di un divieto del loro uso. Già nel 2000, all’indomani della guerra del Kosovo, aveva chiesto con insistenza un trattato che le proibisse. Secondo il CICR, in una ventina di paesi le bombe a grappolo inesplose hanno reso vaste zone pericolose come campi minati.

Qualcuno si aspettava di più

Pur riconoscendo che l’intesa raggiunta a Dublino rappresenta un notevole progresso, diverse organizzazioni non governative hanno criticato alcuni punti della bozza del trattato.

Handicap International ha in particolare puntato l’indice contro l’articolo 21, stilato sotto la direzione della delegazione svizzera. Esso consente operazioni militari congiunte con stati non firmatari che utilizzano ancora questo tipo di sottomunizioni.

L’articolo 21, per esempio, autorizzerebbe le truppe britanniche, il cui stato è firmatario della Convenzione, di ricorrere all’aiuto dell’aviazione statunitense in un’operazione della NATO. Nulla impedirebbe agli aerei americani di sganciare bombe a grappolo, benché la Gran Bretagna si sia impegnata a non più farlo.

La Convenzione sarà formalmente firmata a Oslo all’inizio di dicembre. Tuttavia questo passo non sarà necessariamente compiuto da tutti i paesi le cui delegazioni a Dublino hanno approvato il documento. Alcune delegazioni hanno infatti dato un sì condizionato ad ulteriori discussioni con il proprio governo nazionale.

swissinfo e agenzie

Sono costituite da un contenitore del peso di circa mezza tonnellata, che una volta sganciato da un aereo o lanciato da un cannone si apre ad un’altezza prestabilita facendo uscire decine di altre piccole bombe che si trovano al suo interno.

Queste scendono rallentate da un piccolo paracadute. Il sensore di cui sono dotate permette loro di fissarsi su veicoli o altre masse metalliche che si spostano.

Spesso però, le piccole micidiali bombe restano sul terreno inesplose, rappresentando così un pericolo mortale per chiunque le urti inavvertitamente o le raccolga, come succede ai bambini per gioco.

Noto con il nome di “processo di Oslo”, il processo diplomatico che ha condotto alla convenzione di Dublino è stato avviato nel febbraio 2007 nella capitale norvegese.

All’epoca 46 paesi si erano impegnati a intraprendere negoziati in vista del divieto delle bombe a grappolo.

Dopo la conferenza di Oslo e prima di quella di Dublino, le riunioni si sono svolte a Lima nel maggio 2007, a Vienna nel dicembre 2007 e a Wellington nel febbraio 2008.

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