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La Svizzera rischia molto sui negoziati con l’UE

Philip Schaufelberger

Le relazioni della Svizzera con l'UE sono un tema costante sia in politica interna che estera. La tattica dilatoria della Svizzera comporta un notevole rischio di erosione delle relazioni economiche. Si tratta di un pericoloso gioco di equilibrismo dal quale anche la Svizzera può uscire sconfitta. 

La Svizzera non vuole aderire all’UE, le votazioni popolariCollegamento esterno lo hanno chiaramente dimostrato. Il governo elvetico svizzero punta invece su accordi bilaterali che gli garantiscono l’accesso al mercato interno europeo. Tuttavia, l’Unione vuole continuare su questa via bilaterale solo se le questioni istituzionali vengono chiarite in un accordo quadro. In Svizzera vi sono resistenze al previsto accordo quadro sia da destra che da sinistra, seppur per motivi diversi. 

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I volti allineati di 5 persone (due donne sui due lati e tre uomini al centro) e sotto di loro il Palazzo federale.

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Come deve posizionarsi la Svizzera nei confronti dell’UE?

Questo contenuto è stato pubblicato al In Svizzera quest’autunno sarà eletto il nuovo parlamento per i prossimi quattro anni. L’accordo quadro – detto anche istituzionale – con l’Unione europea (UE) sarà uno dei temi centrali della campagna elettorale. Per illustrare gli intenti delle principali formazioni politiche, swissinfo.ch ha intervistato cinque loro rappresentanti, membri della Commissione della politica esteraCollegamento esterno del Consiglio…

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Le trattative sono difficili. Finora la Svizzera ha blandito l’UE con rinvii e promesse. La Svizzera ha quasi sempre negoziato con l’UE suddividendo l’oggetto in porzioni separate, dice l’avvocato d’affari svizzero Jean RussottoCollegamento esterno, che consiglia vari attori a Bruxelles. L’accordo quadro è un buon esempio di trattato che contiene vari aspetti e questioni. ” Tradizionalmente, la Svizzera è più a suo agio se può separare tutti questi pezzi, facendone un accurato inventario prima di raggiungere un’intesa sull’insieme”. 

“Sotto pressione raggiungiamo buoni risultati”. 

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Le bandiere dell Unione europea e della Svizzera davanti a una finestra

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“Sotto pressione facciamo delle buone cose, ma bisogna volerlo”

Questo contenuto è stato pubblicato al “Conosco i negoziati. Se chiudiamo i negoziatori di entrambe le parti in una stanza per due giorni, la questione può essere risolta. I progetti già ci sono. Quando siamo sotto pressione – e lo siamo – facciamo delle cose buone. Ma per farlo bisogna volerlo”, dice Russotto a swissinfo.ch. L’avvocato svizzero risiede a Bruxelles dal…

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 La Svizzera si prende il suo tempo 

La posizione ufficiale del governo svizzero al momento è che si sta adoperando per un accordo istituzionale, ma che, sotto la pressione della politica interna, chiede miglioramenti nella protezione dei salari, negli aiuti statali e nelle direttive sulla cittadinanza dell’UE. 

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Verso la fine della libera circolazione delle persone?

Questo contenuto è stato pubblicato al Con una nuova iniziativa, l’UDC esige l’abrogazione della libera circolazione delle persone con l’UE. Il partito di destra sta giocando con il fuoco?

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“Molti punti dovranno ancora essere chiariti, e soprattutto negoziati, dopo il voto popolare sull’iniziativa per la limitazioneCollegamento esterno“. 

Potrebbe essere spossante, ma la Svizzera ritiene che ci voglia tempo per risolvere tutto in modo corretto e che la “tecnica del carciofo” in definitiva giochi a suo favore. “Questo è spesso vero, ma non sempre il metodo è apprezzato dall’Ue”, aggiunge Russotto. 

Secondo il legale, la Svizzera si trova attualmente in un vicolo cieco perché la nuova Commissione UE ha chiaramente respinto nuovi negoziati. “Ci si potrebbe chiedere se in fin dei conti Jean-Claude Juncker non fosse un presidente più flessibile [di Ursula von der Leyen, che è la nuova presidente della Commissione UE dal dicembre 2019, Ndr.]. Ma questa fase è terminata e la nuova normalità non è molto attraente per la Svizzera”. 

La perdente delle trattative bloccate 

A prima vista, la Svizzera se la cava bene con la sua tattica dilatoria: se tutto resta invariato, ha accesso al mercato interno dell’UE, mantenendo al contempo la sua sovranità. 

Ma a un secondo sguardo diventa chiaro che ci sono anche dei perdenti in questa strategia. L’UE non è disposta a rinnovare accordi o a raggiungere nuove intese fino a quando la Svizzera non firmerà l’accordo quadro. 

“Sia la Svizzera che l’UE sono perdenti in questo pericoloso gioco di equilibrismo”, dice Russotto. “Le trattative bloccate stanno causando gravi danni”. Russotto cita come esempio il rifiuto dell’UE di rinnovare l’accordo sul reciproco riconoscimentoCollegamento esterno in materia di valutazione della conformità dei dispositivi medici. “Questo potrebbe rallentare e bloccare il commercio tra la Svizzera e l’UE in un settore estremamente sensibile che riguarda la salute dei pazienti, con grossi rischi di un trasferimento all’estero di questo settore dell’industria svizzera”. 

Una cosa è chiara: non accadrà nulla fino alla votazione popolare di maggio sull’iniziativa per la limitazione, che chiede la fine della libera circolazione delle persone e di conseguenza mette in gioco gli accordi bilaterali. 

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L’anno della Brexit potrebbe marcare le relazioni della Svizzera con Bruxelles

Questo contenuto è stato pubblicato al Al centro dell’Europa, un piccolo paese si oppone da decenni all’ingresso all’Unione Europea, anche se ne è praticamente circondato. La Svizzera punta ai trattati bilaterali invece che all’adesione. L’UE sta esercitando pressioni per regolamentare le questioni istituzionali in un accordo quadro. Anche qui, però, ci sono resistenze. Un’esperta confronta la situazione con quella della Gran Bretagna. swissinfo.ch: Il 2020 sarà l’anno un anno decisivo nelle relazioni tra la Svizzera e l’UE? Christa Tobler: In ogni caso sarà probabilmente un anno in cui si decideranno questioni importanti. Fra queste c’è il referendum di maggio sulla cosiddetta “iniziativa di limitazione” che mira ad abolire la libera circolazione delle persone. Inoltre, in primavera la Commissione UE presenterà un rapporto sulla proroga della sua decisione sull’adeguatezza della protezione dei dati in Svizzera. La Svizzera sta attualmente modernizzando la sua legge sulla protezione dei dati. Resta anche da vedere cosa accadrà in relazione all’accordo istituzionale. Questo accordo dovrebbe creare nuove “regole del gioco” (un nuovo quadro istituzionale) per alcuni degli accordi bilaterali attuali e futuri. swissinfo.ch: In una scala da 1 a 10 (da disaccordo totale ad armonia completa), a che punto siamo oggi? C.T.: Secondo me, circa 7, il che è buono, ma potrebbe essere anche meglio. Non si deve commettere l’errore di estendere il parziale disaccordo sull’accordo istituzionale alle relazioni in generale. Nel complesso, queste relazioni sono ancora buone. swissinfo.ch: E poi cosa accadrà? C.T.: Molto dipenderà dall’esito della votazione sull’iniziativa di limitazione. swissinfo.ch: Cioè? C.T.: Con l’iniziativa di limitazione, sono in gioco elementi fondamentali del diritto bilaterale. Se viene adottata, l’attuale percorso bilaterale non potrà proseguire. Se viene respinta, l’attenzione si concentrerà sui prossimi passi di questo percorso. Inoltre, dal punto di vista della politica interna, ci sarà certamente grande attenzione per le dimensioni del risultato, in un senso o nell’altro. swissinfo.ch: Cosa succede se la Svizzera rifiuta l’accordo quadro? C.T.: Allora, secondo l’UE, non sarà possibile concludere nuovi cosiddetti accordi di accesso al mercato, come il previsto accordo sull’elettricità. L’UE ha anche annunciato che potrebbe non essere più disposta ad adeguare gli attuali accordi alla nuova legislazione comunitaria come ha fatto finora. Ciò significherebbe che accordi importanti perderebbero valore e il percorso bilaterale nel suo complesso non funzionerebbe più così bene come funziona ora. Ciò sarebbe avvertito, ad esempio, dalle aziende che vendono i loro prodotti all’estero. Posti di lavoro in Svizzera sarebbero a rischio. swissinfo.ch: L’UE dice che nuovi negoziati sono esclusi. A suo parere, questa dichiarazione è definitiva, o l’UE – come ha fatto con la Gran Bretagna – potrebbe essere ancora disposta a fare concessioni su questioni di dettaglio? C.T.: Nel caso del Regno Unito, una parte importante delle rinegoziazioni è consistita in un ritorno al modello originariamente favorito dall’UE per quanto riguarda il confine interno dell’Irlanda. Non si tratta di una vera e propria concessione da parte dell’UE. Per quanto riguarda la Svizzera e l’accordo istituzionale, penso che l’UE sarebbe disposta a fare alcune aggiunte esplicative, ma probabilmente non a modificare il testo effettivo dell’accordo. Il motivo è che l’UE ritiene di essere già andata incontro alla Svizzera su alcuni punti importanti. swissinfo.ch: Quanto è realistica un’adesione della Svizzera all’UE? C.T.: Certamente al momento non è realistica. Non c’è una maggioranza a favore dell’adesione e il governo federale non vede l’ingresso nell’UE come un obiettivo. swissinfo.ch: Cosa distingue attualmente la Svizzera dagli altri paesi membri dell’UE? C.T.: La Svizzera partecipa in larga misura a una componente fondamentale del progetto UE, ovvero al mercato interno, anche se finora con regole del gioco in una certa misura diverse. Collabora inoltre con l’UE in vari altri settori. La Svizzera non è tuttavia membro dell’UE e quindi non è coinvolta nelle decisioni interne all’UE. Molti aspetti del progetto UE non si applicano alla Svizzera, ad esempio gli accordi che l’UE conclude con altri Stati o la moneta comune dell’UE, l’euro. A differenza degli Stati membri, in alcuni settori la Svizzera ha piuttosto lo status di uno Stato associato. swissinfo.ch: In che misura la Svizzera si distinguerebbe ancora dai comuni Stati membri dell’UE dopo la firma di un accordo quadro? C.T.: Negli stessi punti di prima. Le nuove regole del gioco sopra menzionate non sono tanto un cambiamento rispetto alla posizione degli Stati membri dell’UE, quanto piuttosto rispetto alla posizione degli altri Stati AELS (Islanda, Liechtenstein, Norvegia) e dello Spazio economico europeo. Con l’accordo istituzionale, la Svizzera diventerebbe più simile a questi paesi. swissinfo.ch: La Svizzera è considerata un paese che vuole i vantaggi dell’adesione all’UE, ma senza perdere la propria sovranità con una vera e propria adesione. Cosa ne pensa di questa strategia? C.T.: È comprensibile che un paese voglia il meglio per sé e al prezzo più basso possibile. Attraverso il diritto bilaterale, la Svizzera non potrà mai ottenere tutti i vantaggi dell’adesione all’UE. Partecipa invece ad alcuni settori di attività dell’UE. La sfida sta nel riconoscere che anche questo ha un certo prezzo. Non è possibile partecipare a un progetto multilaterale pur rimanendo completamente indipendenti. swissinfo.ch: Cosa accadrebbe alla democrazia diretta se la Svizzera entrasse nell’UE? C.T.: Formalmente, niente. Si potrebbe continuare a votare, lanciare iniziative e referendum. Tuttavia, il diritto dell’UE ha la precedenza sul diritto interno degli Stati membri. Le leggi nazionali che contraddicono il diritto comunitario non possono essere applicate e devono essere modificate. A questo proposito, naturalmente, gli strumenti democratici diretti sarebbero di fatto compromessi. Ciò vale già in linea di principio per quanto riguarda i requisiti del diritto internazionale. Tuttavia, il diritto dell’UE è molto più forte nella sua applicazione e riguarda anche molti più settori. swissinfo.ch: Il Regno Unito sarà messo peggio della Svizzera dopo la Brexit? C.T.: A mio parere, sì: la Svizzera intrattiene relazioni regolari con i suoi vicini, ma il Regno Unito deve ripartire da zero. swissinfo.ch: La Svizzera diventerà un’amica speciale del Regno Unito per aver regolamentato le sue relazioni bilaterali con il Regno Unito – a differenza dell’UE – già dopo la decisione sulla Brexit? C.T.: Questo va naturalmente a vantaggio dei rapporti tra la Svizzera e il Regno Unito. Nel caso delle relazioni tra l’UE e il Regno Unito, c’erano molte più cose da regolamentare, in primo luogo l’uscita dall’unione, e questo è complicato di per sé … L’intervista è stata condotta per iscritto.

Di più L’anno della Brexit potrebbe marcare le relazioni della Svizzera con Bruxelles

 Se l’iniziativa fosse approvata, il Consiglio federale dovrebbe negoziare con l’UE “affinché l’Accordo sulla libera circolazione delle persone non sia più in vigore”, entro dodici mesi dopo l’accettazione del testo. Se il governo non riuscisse a trovare una soluzione amichevole con Bruxelles entro tale scadenza, dovrebbe rescindere l’Accordo sulla libera circolazione delle persone nei trenta giorni successivi. 

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