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La Svizzera rimane una nazione di volontari

Bevuto troppo? Meglio fare appello a Nez Rouge Keystone

Raccogliere cibo, condurre a casa degli automobilisti che hanno alzato un po’ il gomito, travestirsi da San Nicolao… Stando alle statistiche, un terzo della popolazione svizzera regala un po’ del suo tempo per effettuare azioni di volontariato.

Il volontariato è stato sotto la luce dei riflettori nel 2011. L’anno che sta per concludersi è infatti stato l’Anno Europeo del volontariato.

Dalle statistiche pubblicate all’inizio di quest’anno era emerso che nel 2010 il 33% circa della popolazione svizzera di età superiore ai 15 anni aveva consacrato in maniera formale o informale parte del suo tempo ad attività di volontariato.

Nell’Unione Europea, la media è del 25%, stando a quanto pubblicato sul sito dell’Anno Europeo del volontariato.

In Svizzera la gente dedica in media mezza giornata alla settimana per dei lavori a sostegno di organizzazioni varie o degli aiuti informali a parenti e amici.

Un concetto ben radicato

Herbert Ammann, direttore della Società svizzera di utilità pubblica (SSUP), ente che promuove il volontariato, afferma che la Confederazione può senz’altro essere definita come una nazione di volontari.

«Il concetto di volontariato è profondamente radicato nel nostro paese», dice a swissinfo.ch.

Ciò è da ricondurre al modo in cui lo Stato è nato, aggiunge. Le diverse comunità hanno potuto godere di un’ampia autonomia per decidere come portare avanti dei progetti locali.

«Nelle aree di montagna, ad esempio, il lavoro di protezione delle foreste dalle catastrofi naturali e dalle valanghe è stato fatto gratuitamente da tutta la comunità».

Nel XIX secolo chi voleva diventare qualcuno in società doveva anche assumere un ruolo di volontariato.

Oggi, l’urbanizzazione e la minore pressione sociale fanno sì che il numero di volontari sia in diminuzione. Nel 2000, ad esempio, la percentuale di popolazione che partecipava ad attività di volontariato era del 41%.

«Forse ai giorni nostri, però, chi dedica parte del suo tempo al volontariato lo fa con più convinzione e non tanto per motivi di carriera o altro», dice Ammann.

Il direttore della SSUP stima che il lavoro non pagato contribuisce nella misura del 3-4% al prodotto interno lordo. Ancor più importante, però, è l’apporto del volontariato alla costruzione della società sottolinea Ammann, citando l’esempio di chi organizza allenamenti di calcio per i bambini o aiuta gli immigrati a imparare il tedesco.

Lavoro essenziale

Natale è un periodo particolarmente carico per chi lavora gratuitamente: centinaia di uomini, ad esempio, si travestono da San Nicolao nella settimana del 6 dicembre.

Altre iniziative, come il Tavolino Magico, che raccoglie alimenti quasi scaduti ma ancora commestibili nei negozi per distribuirli a persone nel bisogno, impiega pure molti volontari.

«Circa 1’600 persone ci aiutano in tutto il paese. Senza di loro il Tavolino Magico non esisterebbe. Fanno tutto il lavoro di distribuzione», sottolinea la responsabile della comunicazione Caroline Schneider.

L’associazione, attiva tutto l’anno, non ha difficoltà a trovare volontari, soprattutto donne in età di pensione che hanno voglia di aiutare.

«È un’attività che ha uno scopo, è sociale ed ecologica. Inoltre, investendo un paio di ore alla settimana o ogni due settimane, si incontrano molte persone, i nostri clienti o altri volontari», aggiunge. «Si tratta veramente di un aiuto in prima persona, che si fornisce con piacere».

Un 31 dicembre diverso

Daniel Terrapon è dal canto suo responsabile della sezione friburghese di Nez Rouge, un servizio gratuito attivo durante le feste natalizie che propone a chi è in auto e ha alzato un po’ troppo il gomito di essere riaccompagnato a casa da un altro conducente.

Lo stesso Terrapon è stato conducente volontario per otto anni. «Ho svolto diverse attività di volontariato, ad esempio in campo sportivo. Alcuni anni fa, mi sono detto che trascorrere il 31 dicembre facendo qualcos’altro sarebbe stata una buona idea», dice a swissinfo.ch.

«Il rapporto che si sviluppa con le persone durante il lavoro per Nez Rouge è molto fruttuoso e si ha presto voglia di fare di più». Oggi Terrapon è responsabile di 400 conducenti che lavorano per Nez Rouge una o due volte l’anno, per portare a casa tra 800 e 1’000 persone durante il periodo di Natale.

Per Terrapon si tratta di un’esperienza molto gratificante. «Ci si sente veramente utili e se ci si dice che grazie al nostro servizio forse si è potuto evitare un incidente, si può essere felici».

Gli uomini e le donne non si impegnano negli stessi settori. La grande maggioranza delle attività di volontariato degli uomini è svolta in seno ad associazioni sportive. Seguono le associazioni culturali e

i gruppi d’interesse.

I campi in cui la partecipazione degli uomini risulta essere minore sono i partiti politici e le cariche pubbliche. Anche l’impegno delle donne si rivolge innanzitutto alle associazioni

sportive. Seguono le istituzioni socio-caritative e le istituzioni religiose.

Le associazioni culturali si situano solo al quarto posto. Anche per le donne l’impegno in ambito politico è piuttosto raro.

Fonte: Rapporto Il volontariato in Svizzera

Fare un paragone sul fenomeno del volontariato nei diversi paesi europei è difficile, poiché la definizione varia da un paese all’altro.

La percentuale del 33% per la Svizzera include il volontariato organizzato e informale.

In un rapporto del marzo 2011, l’Ufficio federale di statistica presenta qualche cifra concernente il lavoro di volontariato formale. In Germania il 36% della popolazione presta lavoro non remunerato, in Austria il 43%, in Francia il 26-27%, mentre in Italia «la percentuale di volontari è relativamente bassa».

Traduzione di Daniele Mariani

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