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La Svizzera rafforza la sua presenza a Doha

Doha, la capitale del Qatar, ha conosciuto un'impressionante espansione negli ultimi due decenni Reuters

La Svizzera ha aperto un'ambasciata a Doha, nel Qatar. L'ambasciatore Martin Aeschbacher spiega le ragioni del rafforzamento della presenza elvetica nella piccola monarchia del Golfo, culla di idrocarburi e attore regionale d’importanza crescente.

Il diplomatico svizzero, un esperto del mondo arabo, ha già alle spalle una solida esperienza a Baghdad, Tripoli e Damasco. Dal mese scorso è stato chiamato a prendere in mano la nuova ambasciata di Doha, che dovrebbe permettere alla Svizzera di potenziare i suoi scambi commerciali e culturali con una regione in pieno fermento.

Per Martin Aeschbacher, l’apertura della sede diplomatica riflette anche la volontà della Svizzera di riorientare la sua politica economica estera, tenendo conto del nuovo contesto mondiale, vale a dire lo spostamento degli equilibri internazionali verso la regione Asia-Pacifico.

swissinfo.ch: Perché il Dipartimento degli affari esteri ha deciso di aprire una nuova sede diplomatica nel Qatar?

Martin Aeschbacher: La Svizzera è un paese che cerca di essere universale nei rapporti diplomatici con la maggior parte dei paesi. Abbiamo relazioni con il Qatar dalla sua indipendenza, ma finora erano gestiti dall’ambasciata in Kuwait. Da qualche tempo il Qatar svolge un ruolo sempre più dinamico in questa regione. Le stesse autorità del Qatar hanno espresso il loro interesse per l’apertura di un’ambasciata svizzera a Doha e di un’ambasciata del Qatar a Berna.

Per ora, sono ancora un “ambasciatore senza un’ambasciata”. Ma, tra non molto, l’ambasciata entrerà in funzione.

swissinfo.ch: Qual è l’importanza del Qatar per la Svizzera?

M.A.: Il Qatar è un paese che sta crescendo. Certo, si tratta di un piccolo Stato, tenendo conto della superficie e del numero di abitanti, ma la sua progressione è impressionante. È anche un paese ricco, come la Svizzera, e nutre grandi ambizioni. I suoi giganteschi progetti suscitano non poco interesse presso le nostre aziende, che godono, di fatto, di una buona reputazione da queste parti.

Ma non c’è solo l’aspetto economico. Anche dal profilo politico, il Qatar svolge un ruolo di primo piano non solo nella regione, ma anche in uno spazio più ampio, che si estende dal Sudan al Libano e dallo Yemen alla Libia.

Il Qatar si appresta inoltre ad ospitare grandi eventi internazionali, tra cui i campionati del mondo di calcio del 2022 e numerosi congressi in campo scientifico, culturale ed educativo. Rientra quindi nell’interesse della Svizzera essere pienamente rappresentata in questo paese.

swissinfo.ch: La diplomazia svizzera si sta muovendo verso una specializzazione? Le questioni politiche sembrano riservate piuttosto alle ambasciate di Riyadh e Doha, mentre gli interessi economici vengono affidati soprattutto alle sedi diplomatiche ad Abu Dhabi e nel Kuwait.

M.A.: Assolutamente no. Intratteniamo rapporti in ogni settore con tutti questi paesi. Ogni ambasciata gestisce questioni politiche, ma anche scambi economici, culturali e consolari.

Detto questo, è vero che un campo o l’altro può essere predominante, a seconda della specificità di ciascun paese. In questa logica, è possibile che la dimensione politica sia particolarmente importante nel Qatar. Nel suo insieme, non bisogna dimenticare che è in atto uno spostamento degli assi tradizionali di potere verso la regione Asia-Pacifico.

A livello multilaterale, le potenze emergenti chiedono di avere un maggiore peso politico e un potere decisionale corrispondente alla loro forza economica.

La Svizzera sta quindi cominciando a riorientare la sua politica estera per rispondere in modo proattivo ai mutamenti in corso. In quest’ambito si spiegano anche gli sforzi volti a rafforzare i rapporti con gli Stati del Golfo, che stanno assumendo un’importanza politica ed economica sempre più grande a livello mondiale.

swissinfo.ch: Le autorità del Qatar hanno dimostrato grande abilità e tatto nelle mediazioni svolte per risolvere i conflitti o attenuare le tensioni in Yemen, Somalia, Sudan, Libano. Un ambito in cui la Svizzera dispone di una grande tradizione. Doha e Berna intendono collaborare anche nel campo della mediazione?

M.A.: È vero che abbiamo molto in comune con il Qatar. Siamo entrambi piccoli paesi, ricchi e circondati da vicini più grandi. Intratteniamo entrambi buone relazioni con gli altri Stati e siamo attivi nel campo della mediazione. Vi sono dei paralleli tra la Svizzera e il Qatar e la mia presenza a Doha mi permetterà di seguire da vicino le iniziative e gli sforzi diplomatici intrapresi dal Qatar.

swissinfo.ch: Il Politecnico federale di Losanna è in procinto di aprire una sezione a Abu Dhabi, seguendo l’esempio di diverse università americane e francesi, che si sono già stabilite nella regione. La Svizzera intende rafforzare anche la sua presenza culturale ed educativa in questa regione?

M.A.: La Svizzera è un paese liberale o in cui lo Stato svolge un ruolo meno dominante che altrove. A decidere sono in primo luogo le parti direttamente interessate, vale a dire le imprese economiche e le istituzioni educative.  Il ruolo dello Stato non è di prendere delle decisioni al loro posto, ma di sostenere i loro progetti e di suggerire delle idee.

Ovviamente questo dipende anche dagli investimenti destinati a tali progetti e dalle prospettive di cooperazione. Avrò la possibilità di visitare la famosa Education City di Doha, che conta già oggi quattro facoltà delle più prestigiose università americane. Esaminerò le opportunità di cooperazione per la Svizzera, che sembrano tutt’altro che trascurabili.

swissinfo.ch: Come vede il suo futuro nel Qatar?

M. A.: Quello che sto facendo ora è affascinante. Devo dire che sono qui da poche settimane. Mi informo e sto imparando, ma sono già ora impressionato dai progetti realizzati o previsti. Sono stato anche colpito dal carattere multiculturale del paese, l’atmosfera rilassata, la vegetazione e il desiderio di fare delle cose per rendere la vita più facile.

Berna ha allacciato relazioni diplomatiche con il Qatar subito dopo l’indipendenza del paese arabo nel 1973.

Finora gli interessi della Svizzera nel Qatar erano curati dall’ambasciata elvetica nel Kuwait.

Nel 1995 la Confederazione ha concluso con Doha un accordo bilaterale sul trasporto aereo.

Nel 2004 è entrato in vigore un accordo sulla protezione degli investimenti e i due paesi hanno firmato un memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo della scienza e l’istruzione.

Attualmente circa il 60 vivono gli svizzeri nel Qatar.

Gli scambi commerciali sono in costante crescita da diversi anni, nonostante un calo 2010 e 2011.

Nei primi dieci mesi del 2011 – ultimi dati disponibili – le esportazioni svizzere verso il Qatar hanno raggiunto 330 milioni di franchi, mentre le importazioni si sono attestate a 130 milioni.

Martin Aeschbacher è nato nel 1954 a Berna. Tra il 1975 e il 1982 ha studiato le scienze dell’Islam a Berna, Damasco e Aleppo.

Entrato nel 1985 al servizio del Dipartimento degli affari esteri, ha ricoperto inizialmente diversi incarichi a Mosca e al Cairo.

Tornato a Berna nel 1992, è diventato responsabile delle relazioni tra la Svizzera e il Medio Oriente.

Tra il 2003 e il 2006, è stato responsabile dell’ufficio di collegamento svizzero a Baghdad. È stato in seguito attivo a Tripoli e, dalla fine del 2007, a Damasco.

Lo scorso febbraio è stato nominato ambasciatore a Doha.

Martin Aeschbacher è sposato con la scrittrice Elizabeth Horem e ha due figli adulti.

Traduzione di Armando Mombelli

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