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La Svizzera può trarre vantaggio dal crollo della criptovaluta FTX?

la FTX Arena a Miami
FTX è stata tra i principali sponsor della squadra di pallacanestro dei Miami Heats. Ha dato il nome al palazzetto dello sport che ospita le partite casalinghe della squadra tre volte campionessa della NBA. Copyright 2022 The Associated Press. All Rights Reserved.

Il settore delle criptovalute sta affrontando una catastrofe senza precedenti con il tracollo della piattaforma di trading di valute digitali FTX. Le aziende svizzere sono sul filo del rasoio, combattute tra l'inevitabilità di perdite commerciali a breve termine e la prospettiva che la crisi rafforzi il ruolo della Confederazione in quanto polo mondiale dell'industria della blockchain.

Il gruppo FTX, con sede alle Bahamas, fino a poco tempo fa era considerato una delle società di criptovalute più stabili e innovative al mondo. Combinava la seconda piattaforma di criptovalute più grande a livello internazionale con un’azienda di investimento altamente redditizia, chiamata Alameda Research.

“Probabilmente questa è solo la punta dell’iceberg.”

Michael Guzik, CLST

Ora, FTX ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti ed è indagato per sospetta frode in numerosi Paesi. “Nella mia carriera non ho mai visto un fallimento così completo dei controlli aziendali e una così totale assenza di informazioni finanziarie affidabili”, ha dichiarato alla giustizia americana il liquidatore della società, che si era occupato anche della liquidazione di Enron.

La punta dell’iceberg

Gli effetti a catena dell’implosione di FTX sono destinati a farsi sentire in Svizzera, anche se l’ampiezza dei reali danni sarà nota solo tra qualche settimana. Il settore si prepara a un calo dei volumi di scambio, a una riduzione degli investimenti di capitale di rischio, a ulteriori potenziali fallimenti di aziende legate a FTX e a un calo dell’interesse del settore finanziario tradizionale per le criptovalute, oramai considerate troppo rischiose.

“Probabilmente questa è solo la punta dell’iceberg”, afferma a SWI swissinfo.ch Michael Guzik, amministratore delegato della piattaforma svizzera di prestito di criptovalute CLST. “La fiducia nel mercato è completamente persa. Anche chi opera nelle criptovalute in maniera più sofisticata afferma di aver chiuso”.

“È difficile valutare la gravità del contagio di FTX del mondo svizzero delle criptovalute”, spiega Martin Burgherr, responsabile della clientela della banca Sygnum. “Ci aspettiamo che sia grave per il settore a livello globale, con ulteriori effetti a cascata significativi che devono ancora manifestarsi”.

Diverse società svizzere di criptovalute, tra cui Bitcoin Suisse, Digital Finance, 21Shares, Sygnum e SEBA hanno pubblicato dei comunicati in cui affermano di non rischiare di essere trascinate a fondo dal crollo di FTX.

Bitcoin Suisse ha indicato che una “quantità marginale” dei suoi fondi è intrappolata nella piattaforma FTX, oramai congelata, ma non abbastanza da incidere materialmente sulla sua salute finanziaria. Alameda Research, la filiale di FTX, aveva investito in SEBA, ma la banca afferma che questa partecipazione è inferiore all’1% e non comporta diritti di voto.

Fondi congelati

Crypto Consulting, che gestisce fondi legati alle criptovalute, ha dichiarato che gli enti e le persone che hanno investito avevano alcuni attivi bloccati su FTX. Non ha però indicato chiaramente come e quando questi beni potranno essere recuperati.

Il gruppo FTX aveva lanciato le sue operazioni in Svizzera quest’anno, iniziando con l’acquisizione di uno studio legale locale specializzato in criptovalute. L’intenzione era quella di fare della Svizzera il quartier generale delle sue operazioni in Europa e Medio Oriente.

Le persone responsabili di questa unità operativa hanno modificato i propri profili sui social media per prendere le distanze da FTX e non hanno risposto alle richieste di commento di swissinfo.ch.

“È difficile valutare la gravità del contagio di FTX del mondo svizzero delle criptovalute.”

Martin Burgherr, Sygnum

Tuttavia, la Svizzera, che si presenta al mondo come “il Paese delle criptovalute”, spera di trarre qualche beneficio a lungo termine dal tracollo di FTX. L’industria dovrà probabilmente uscire dall’ombra di opachi paradisi offshore e trasferirsi in Paesi più rispettabili con una più solida tradizione di sorveglianza normativa.

“Le giurisdizioni offshore stanno perdendo la loro attrattiva”, ci dice Ralf Kubli, membro del consiglio d’amministrazione dell’associazione Casper. “La clientela istituzionale che tiene alla propria reputazione non vorrà fare affari con le società che vi si sono stabilite”.

Rifugio sicuro in Svizzera

“[Il crollo di FTX] offre alla Svizzera nuove opportunità di posizionarsi come rifugio sicuro per chi investe in un periodo di incertezza”, dice Martin Burgherr di Sygnum.

La banca afferma che gli attivi della nuova clientela acquisiti questo mese, che sfuggono alla volatilità, ammontano a 345 milioni di franchi. La cifra dovrebbe raggiungere i 400 milioni entro la fine di novembre.

La Svizzera ha già modificato le proprie leggi societarie e finanziarie per adattarsi alla finanza basata sulla blockchain, mentre l’autorità di sorveglianza del Paese è da tempo abituata alle sfumature delle criptovalute.

Questo è ciò che ha spinto BitMEX, un’altra borsa di criptovalute in difficoltà, a prendere in considerazione il trasferimento dalle Seychelles alla Svizzera, dopo essere stata presa di mira dalla giustizia statunitense. 

“La regolamentazione è necessaria per evitare le presunte attività criminali e malevole che sono state osservate su larga scala e a diverse riprese”, si può leggere in un rapporto del gruppo Crypto FinanceCollegamento esterno sul tracollo di FTX.

Il gruppo FTX e il suo fondatore Sam Bankman-Fried erano considerati fino a poco tempo fa tra gli attori di criptovalute più in evidenza a livello mondiale. FTX, con sede alle Bahamas, era valutato 32 miliardi di dollari e comprendeva la seconda più grande piattaforma di trading di criptovalute al mondo e l’unità di investimento Alameda Research.

Il 2 novembre, i media hanno rivelato gravi lacune nascoste nelle finanze del gruppo. Pochi giorni dopo, la borsa rivale Binance ha venduto la sua riserva di token digitali FTX (che sostengono i prestiti di Alameda e facilitano gli scambi sulla piattaforma FTX), facendone crollare il prezzo. Mentre FTX faticava a gestire le conseguenze, Binance si è offerta di acquistare la sua rivale, per poi ritirarsi dall’accordo proposto.

L’11 novembre, FTX ha presentato istanza di protezione della bancarotta negli Stati Uniti. Diversi Paesi hanno iniziato a indagare sulle attività del gruppo. FTX sembra essere stato vittima di hacker, con una grande somma di denaro trasferita su un altro conto.

Il liquidatore nominato per FTX ha descritto la situazione come “un completo fallimento dei controlli aziendali e una totale assenza di informazioni finanziarie affidabili”.

Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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