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La Svizzera prende a cuore il Nagorno-Karabakh

Povertà e mancanza di lavoro: due problemi con cui gli azeri sono confrontati ogni giorno Keystone

La ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey vuole facilitare i colloqui tra Azerbaigian e Armenia per risolvere il conflitto nel Nagorno-Karabakh.

Venerdì, il governo dell’Azerbaigian ha invitato la ministra elvetica a visitare un campo che raccoglie i profughi della regione contesa.

Nell’ultimo giorno del suo viaggio in Azerbaigian, la consigliera federale Micheline Calmy-Rey ha visitato un campo di sfollati fuggiti dall’enclave del Nagorno-Karabakh, teatro di un lungo conflitto con l’Armenia. La visita, non prevista inizialmente nel programma ufficiale, è stata proposta dalle autorità azere.

«È duro vedere persone vivere in tali condizioni», ha dichiarato la ministra degli esteri elvetica. «Ma è ancora più difficile capire perché sono qui da tredici anni». Il campo profughi nelle vicinanze di Baku, la capitale azera, esiste dal 1992. Vi vivono attualmente 270 famiglie.

Micheline Calmy-Rey ha affrontato il tema del conflitto nel Nagorno-Karabakh giovedì, nel corso della cena ufficiale col suo omologo azero Elmar Mammadyarov. Pur non svolgendo un ruolo attivo nelle trattive, ha ricordato la ministra, la Svizzera è «disposta a facilitare gli incontri fra le due parti», incontri che ha già organizzato in quattro occasioni.

La ministra ha aggiunto che una proposta di accordo di pace verrà cercata anche con l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

Il conflitto esplode nel 1991, quando la regione del Nagorno-Karabakh si autoproclama repubblica. Tre anni più tardi arriva la firma di un cessate il fuoco proposto dalla Russia. Il documento pone la regione – in territorio azero ma popolata per la maggioranza da armeni – sotto il controllo etnico armeno. Non è però mai stato raggiunto un accordo di pace finale. In 18 anni hanno perso la vita 30’000 persone.

Nemmeno l’incontro tra i due presidenti, avvenuto ad inizio mese a Parigi, ha portato ad un accordo.

Irritazione

Inizialmente Micheline Calmy-Rey doveva recarsi durante questo viaggio anche in Armenia, ma ha dovuto rinunciare per problemi di calendario. L’Associazione Svizzera-Armenia (ASA) ha criticato la visita «unilaterale» e affermato che rimette in questione il ruolo di mediatore di Berna nel Caucaso del sud.

Il co-presidente dell’ASA, Sarkis Shahinian, ha espresso il suo disappunto in un’intervista rilasciata al quotidiano Tages Anzeiger. Secondo Shahinian, la mancata visita in Armenia dimostra che per la Svizzera sono più importanti le buone relazioni con l’Azerbaigian che con gli altri paesi della regione.

Ma il portavoce della ministra, Lars Knuchel, respinge questa interpretazione, affermando che la Svizzera non vuole irritare nessuno dei tre paesi del Caucaso del sud, Armenia, Georgia e Azerbaigian. «Il viaggio di Micheline Calmy-Rey esprimeva l’interesse crescente della Svizzera nei confronti di tutta la regione»

Accordi

Giovedì, la responsabile della diplomazia elvetica ha firmato con le autorità azere una dichiarazione di intenti in materia di migrazioni. Si spera così di arrivare ad un accordo sui rimpatri.

«L’inizio di una collaborazione a questo soggetto è importante per la Svizzera», ha affermato Micheline Calmy-Rey.

Sono inoltre stati firmati altri tre accordi bilaterali di natura economica. «Si tratta di un accordo sulla protezione degli investimenti, di un altro sulla doppia imposizione e di un accordo quadro di cooperazione tecnica, umanitaria e finanziaria», ha spiegato il portavoce Knuchel.

«L’ultimo accordo deve essere visto nel contesto del lavoro umanitario e di aiuto allo sviluppo svolto dalla Svizzera nel Caucaso meridionale. Permetterà alla Confederazione di impegnarsi in modo più incisivo in quest’area».

swissinfo

Micheline Calmy-Rey ha soggiornato a Baku, la capitale azera, dal 22 al 24 febbraio.
Ha incontrato il presidente azero Ilham Alijew e il capo del governo Artur Rasizadeh.
In programma anche colloqui col ministro degli esteri Elmar Mammadyarov, il ministro degli affari fiscali e il ministro dello sviluppo economico.

Le priorità dell’aiuto allo sviluppo elvetico nel Caucaso meridionale: buon funzionamento della democrazia, promozione della pace, gestione sostenibile delle risorse naturali, programmi umanitari.

Nel 2005, la Svizzera ha stanziato 17,7 milioni di franchi per la regione.

La Confederazione rappresenta l’Azerbaigian al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale.

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