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La Svizzera mediatrice all’ONU

La futura dimensione del Consiglio di sicurezza è al centro delle divergenze sulla riforma dell'ONU Keystone

La Svizzera, insieme a Svezia, Paesi Bassi e Nuova Zelanda, vuole servire da mediatrice nella discussione sulla riforma del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Vari progetti di riforma sono in discussione. Durante il fine settimana sono previsti a New York alcuni incontri per trovare una soluzione di compromesso.

Nel quadro della grande riforma delle Nazioni Unite attualmente in cantiere, aspre discussioni suscitano in particolare le varie proposte di ampliamento del Consiglio di sicurezza.

Un gruppo di paesi formato da Svizzera, Svezia, Paesi Bassi e Nuova Zelanda ha ora elaborato diverse formulazioni possibili per alcuni paragrafi del progetto di riforma del Consiglio. Queste varianti dovrebbero permettere di raggiungere la maggioranza dei due terzi necessaria perché un progetto in lizza possa essere approvato.

Le proposte riguardano i metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza, il diritto di veto e l’introduzione di una clausola di revisione che dovrebbe permettere un riesame periodico – ogni dieci anni – della composizione del Consiglio, ha indicato venerdì sera l’ambasciatore svizzero all’ONU Peter Maurer davanti ai media elvetici. Alcuni membri potrebbero così essere rimpiazzati.

Progetti concorrenti

Attualmente tre proposte di riforma sono in discussione a New York. La più avanzata è quella del cosiddetto G4 (Germania, Giappone, Brasile e India), che è stata ufficialmente presentata davanti all’Assemblea generale. Ad essa si contrappongono i progetti elaborati dall’Unione africana (UA) e da un gruppo comprendente l’Italia, il Pakistan e il Messico.

Il G4 propone di far passare il numero di membri del Consiglio di sicurezza da 15 a 25, aggiungendo sei seggi permanenti non dotati del diritto di veto e di quattro seggi da occupare a turno. L’UA vuole dal canto suo aumentare di undici il numero di seggi, sei permanenti con diritto di veto e cinque a rotazione. Quanto al terzo testo, questo si accontenta di aggiungere dieci seggi a rotazione.

Attualmente i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Cina, Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Russia) sono i soli che dispongono di un diritto di veto al Consiglio di sicurezza. Da parte sua, la Svizzera è contraria ad un allargamento di questo diritto.

USA contro la proposta del G4

USA, Russia e Cina si sono già espressi in modo negativo sulla proposta del G4. Gli Stati Uniti vorrebbero un ampliamento limitato del Consiglio di sicurezza, con l’aggiunta di due seggi permanenti e tre seggi non permanenti. Una proposta sostenuta anche dalla Russia.

I ministri degli affari esteri del G4 – il tedesco Joschka Fischer, il brasiliano Celso Amorim, l’indiano Natwar Singh e il giapponese Nobutaka Machimura – sono attesi domenica al seggio dell’ONU a New York, dove tenteranno di mettere a punto una strategia prima di un incontro previsto domenica con una delegazione dell’UA. Il sostegno dei 54 paesi africani è infatti essenziale per ottenere la maggioranza davanti all’Assemblea generale.

I capi di Stato dei paesi membri dell’ONU si incontreranno in settembre a New York per discutere la riforma complessiva dell’organizzazione.

swissinfo e agenzie

3 marzo 2002: popolo e cantoni approvano l’adesione della Svizzera all’ONU
10 settembre 2002: la Svizzera aderisce ufficialmente all’ONU
Tra il 1948 e il 2002, la Svizzera ha avuto il ruolo di osservatrice negli organi principali delle Nazioni Unite. Faceva però già parte di numerose organizzazioni speciali, e di molti fondi, programmi e istituti dell’ONU.

Oltre alla Svizzera, il gruppo di paesi intenzionati ad assumere il ruolo di mediatori nella discussione sulla riforma del Consiglio di sicurezza dell’ONU comprende la Svezia, i Paesi Bassi e la Nuova Zelanda.

Le loro proposte riguardano i metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza, il diritto di veto e l’introduzione di una clausola di revisione che dovrebbe permettere un riesame periodico della composizione del consiglio.

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