Prospettive svizzere in 10 lingue

La Svizzera entra con tre siti nell’Europa delle culture

La cattedrale Saint Pierre, il simbolo più importante del calvinismo in Europa. Keystone

Simboli di spiritualità, diversità e innovazione, la cattedrale di Saint-Pierre a Ginevra, l'ospizio del San Gottardo e il castello vodese di La Sarraz sono i primi tre siti svizzeri dichiarati Patrimonio europeo. Un'iniziativa che intende promuovere i monumenti più importanti per la storia e la cultura del continente.

È una Svizzera cittadina del mondo, figlia di un’Europa millenaria e madre di culture e lingue diverse quella che giovedì a Ginevra ha ricevuto i primi riconoscimenti del Patrimonio europeo. Una Svizzera che condivide le proprie origini con i paesi vicini e al loro fianco si impegna a promuovere i simboli di un’eredità collettiva.

Nata in Francia appena due anni fa, questa iniziativa ha contagiato in poco tempo 18 paesi come a testimoniare che la cultura non conosce frontiere. I siti premiati sono già una sessantina e spaziano dall’Acropoli di Atene alla Piazza del Campidoglio di Roma.

Anche la Svizzera ha la sua parte di gloria e, oltre ai dieci siti riconosciuti dall’Unesco, da qualche settimana figura anche sulla lista del Patrimonio europeo. La cattedrale di Saint-Pierre a Ginevra, l’ospizio del San Gottardo e il castello vodese di La Sarraz sono infatti stati selezionati come simboli di spiritualità, diversità e innovazione.

«Malgrado taluni si ostinino ancora a parlare di una cultura elvetica al singolare, il nostro paese è a tutti gli effetti parte integrante di un’Europa delle culture», spiega Jean-Frédéric Jauslin. «Ed è anche attraverso questi progetti, continua il direttore dell’Ufficio federale della cultura, che la Confederazione cerca di promuovere il dialogo tra le culture e la coesione sociale».

Un patrimonio immateriale

A tutela del patrimonio esistono però già altre iniziative ben più popolari come quella dell’Unesco. In cosa si distingue dunque questo progetto? «L’idea nasce da un bisogno di promuovere il rispetto e la conoscenza di quei valori universali, dalla tolleranza alla democrazia, che hanno marcato la storia del nostro continente», spiega Fernando Gomez Riesco del Ministero della cultura in Spagna.

«Oltre ad incoraggiare la cultura in senso stretto, questa iniziativa ha dunque anche il compito di favorire un’educazione alla cittadinanza europea, affinché ad unire non siano soltanto gli interessi economici, ma soprattutto un’identità comune», conclude il rappresentante della Spagna, paese che quest’anno gestisce la segreteria del Patrimonio.

La cattedrale Saint-Pierre, culla del calvinismo

Situata nel cuore del centro storico di Ginevra, la cattedrale Saint-Pierre è il simbolo più importante del calvinismo e testimonia l’evoluzione e il progressivo riconoscimento di questa corrente religiosa e culturale in Europa. «Questo riconoscimento non mira a venerare ciecamente la figura di Giovanni Calvino, di cui quest’anno ricorre il 500° anniversario della nascita, sottolinea Jean-Frédéric Jauslin, ma a stimolare la discussione sul suo importante operato».

Costretto a lasciare la Francia dopo la sua conversione al protestantesimo, nel 1535 Calvino si rifugia a Ginevra e trasforma questa chiesa gotica in un punto di riferimento per migliaia di persone in cerca di una nuova spiritualità. Non a caso Ginevra viene spesso ricordata come la “Roma protestante”, per il suo ruolo fondamentale nella diffusione in Europa di un modo alternativo di vivere la fede cristiana e di promuovere le arti e la cultura.

L’Ospizio del San Gottardo, crocevia di culture

Dalla spiritualità alla diversità, dalla città alla montagna. A 2100 metri di altitudine, a cavallo tra Ticino, Grigioni, Uri e Vallese sorge infatti l’ospizio del San Gottardo, che da centinaia di anni è il luogo di incontro e di scambio tra nord e sud.

L’iscrizione a Patrimonio europeo premia dunque il ruolo letterario, culturale e artistico dell’Ospizio, come sottolineato da Marco Borradori, ministro del territorio ticinese. «Questo passaggio in alta quota, nel cuore della catena alpina, traduce la volontà di superare le asperità fisiche del cammino e di avvicinare popoli e comunità, favorendo i contatti nella consapevolezza che l’isolamento è nemico della crescita e del benessere».

Un castello da scoprire

Gli scambi culturali sono una tradizione anche al castello vodese di La Sarraz, dove da oltre un secolo scultori, pittori, poeti e musicisti svizzeri e stranieri condividono l’amore e la passione per la cultura. Edificato nel 1049 per controllare la via tra la Borgogna e l’Italia, il castello si è trasformato da semplice residenza signorile a una fonte di stimoli per l’architettura e l’urbanistica moderne.

Grazie all’iniziativa dell’allora proprietaria Hélène de Mandrot, nel 1928 il castello ospita l’assemblea costitutiva dei Congressi internazionali di architettura moderna (CIAM) al quale partecipano personalità di rilievo come Le Corbusier e Pierre Chareau. Da allora, questo edificio è diventato un luogo di discussione e di promozione della cultura, un simbolo di innovazione che – grazie al marchio Patrimonio europeo – ritrova una nuova legittimità.

Stefania Summermatter, Ginevra, swissinfo.ch

Promosso nel 2007 dalla Francia, questo progetto intergovernativo coinvolge 18 paesi in Europa.

L’obiettivo è di promuovere il patrimonio europeo e i valori ad esso associati, far conoscere la ricchezza e la diversità culturale e favorire gli scambi e la collaborazione tra le nazioni.

Attualmente sono una sessantina i siti che hanno ottenuto questo nuovo marchio.

La Svizzera ne conta tre: la cattedrale di Saint-Pierre a Ginevra, l’ospizio del San Gottardo e il castello vodese di La Sarraz.

Nei prossimi anni, l’iniziativa dovrebbe essere ancorata a livello istituzionale nell’ambito di un progetto dell’Unione Europea.

Nel 2009 la segreteria del Patrimonio europeo è gestita dalla Spagna.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR