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La Svizzera cattiva allieva in materia di vaccinazioni

Il morbillo inizia con un raffreddore, seguito da febbre e poi apparizione di macchie rosse su tutto il corpo Keystone

Un'epidemia di morbillo sta imperversando da alcuni mesi in Svizzera, soprattutto nella regione centrale. Secondo gli esperti, il tasso di vaccinazione deve essere ulteriormente migliorato.

Un obiettivo non facile da raggiungere, visti i timori che i vaccini suscitano in parte della popolazione.

“Si può facilmente predire che la Svizzera tedesca – in particolare la Svizzera centrale –, il sud della Germania e parte dell’Austria stanno diventando gli ultimi vivai del morbillo in Europa”, commenta Claire-Anne Siegrist, responsabile del Centro di vaccinologia dell’Università di Ginevra e presidente della Commissione federale per le vaccinazioni.

Da inizio anno, più di 600 persone hanno contratto il virus. L’epidemia si è propagata soprattutto nel canton Lucerna, dove il tasso di copertura vaccinale è assai basso.

Copertura vaccinale insufficiente

Per debellare completamente la malattia, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) stima che sarebbe necessaria una copertura del 95% tra i bambini di meno di due anni. Nel canton Lucerna il tasso è invece del 78%.

A livello nazionale la situazione è un po’ migliore: l’86% dei bambini è vaccinato contro il morbillo, una percentuale che sale al 96% all’età di 15-16 anni.

“In Svizzera si vaccina bene – spiega Claire-Anne Siegrist – il problema è che il 10% dei bambini è vaccinato troppo tardi”.

“Il tasso di copertura vaccinale contro il morbillo sale, ma in maniera troppo lenta”, afferma l’esperta di epidemiologia. La Svizzera fa parte, assieme a paesi come Austria, Gran Bretagna, Belgio, Francia, Grecia o Italia, di quel gruppo di Stati europei che non è ancora riuscito a raggiungere l’obiettivo fissato dall’OMS.

Un virus che può anche uccidere

“Nel 2002 in Italia, in particolare nel sud dove il tasso di vaccinazione si aggirava attorno al 60%, un’epidemia di morbillo ha contagiato circa 20’000 persone e ha causato quattro decessi. Da allora le autorità hanno reagito con grandi campagne di prevenzione. La Francia fa altrettanto. In Svizzera invece le autorità non investono praticamente nulla. Il nostro paese sta perdendo terreno”, deplora Claire-Anne Siegrist.

Contrariamente a un’opinione diffusa, il morbillo non è una malattia dal decorso sempre benigno: tra le persone che si sono ammalate in Svizzera negli ultimi mesi, una su 10 ha dovuto essere ricoverata in ospedale, in una trentina di casi è stata diagnosticata una polmonite e quattro bambini hanno sviluppato un’encefalite (infiammazione del cervello). E nei casi più gravi, il morbillo può portare alla morte.

Voci critiche

Il tasso relativamente basso di copertura vaccinale contro il morbillo in Svizzera si spiega anche con il fatto che non mancano le voci critiche, in particolare dei paladini della medicina antroposofica. E non è un caso che proprio nel canton Lucerna questo tipo di medicina sia ben impiantato.

Membro del Gruppo medico di riflessione sui vaccini, il dottore e omeopata Jean-Paul Ecklin non è un integralista antivaccini – in alcuni casi consiglia infatti di vaccinarsi – ma raccomanda sempre ai suoi pazienti di riflettere e di informarsi bene prima di decidere.

“Assistiamo a una drammatizzazione delle malattie infantili, in particolare del morbillo. In alcuni casi queste malattie possono sì portare a complicazioni, ma è molto raro che abbiano conseguenze sulla salute del paziente”, afferma Ecklin. “Fino a qualche anno fa avere una malattia infantile era una cosa del tutto naturale, oggi si è subito vittima di questa o di quest’altra malattia”.

Oltre agli effetti secondari a corto termine, ad esempio la febbre, secondo Ecklin i vaccini hanno effetti collaterali a lungo termine, difficili però da provare poiché si manifestano molto tardi, in un momento in cui la relazione con il vaccino è difficile da confermare.

Inoltre, “un vaccino non è mai efficace al 100% – annota Ecklin. Per la rosolia, ad esempio, il 5-10% delle ragazze pur essendo vaccinate non sono immuni. Ciò che rappresenta un grave pericolo in caso di gravidanza (il virus può infettare il feto, NdR)”.

“Infine, vi sono indizi secondo i quali le malattie infantili sviluppano una protezione contro altre malattie croniche”, sostiene ancora il medico.

Lasciar fare madre natura?

Che i vaccini non siano efficaci al 100% e che possano avere effetti secondari a corto termine è certo. Per quanto concerne la rosolia, Claire-Anne Siegrist osserva però che una dose di vaccino protegge al 98% e 2 dosi a più del 99%.

Inoltre, che siano più pericolosi della malattia è tutto fuorché provato. Un bambino su dieci può reagire con febbre al vaccino MMR (morbillo, orecchioni, rosolia), ma solo in casi estremamente rari (inferiori a uno su un milione) vi possono essere effetti secondari gravi.

Per contro, secondo ad osservazioni sul terreno effettuate in Olanda, in media ogni 1’000 casi di morbillo si registra un decesso.

“Il morbillo, a torto, non fa paura a certe persone. Non fa paura a chi è stato malato quando era bambino e che non si ricorda forse che alcuni dei suoi compagni hanno avuto dei postumi gravi”, afferma Claire-Anne Siegrist.

Lasciar fare madre natura può essere seducente. Chi decide di non vaccinarsi approfitta però pure del fatto che in Svizzera la maggior parte delle persone è vaccinata e quindi tutto sommato non rischia più di quel tanto.

“Ciò che pure mi costerna è che il nostro paese esporta il morbillo – conclude Claire-Anne Siegrist. Siamo a conoscenza di persone che sono partite all’estero in vacanza mentre il virus era in fase di incubazione. Quando il virus è esportato in paesi dove il livello di vita e la qualità di accesso alle cure mediche sono pessimi è molto pericoloso. Si tratta di un’attitudine estremamente egocentrica per non dire egoista”.

swissinfo, Daniele Mariani

In alcuni cantoni svizzeri determinate vaccinazioni sono state rese obbligatorie per ragioni storiche. Nel canton Ginevra, ad esempio, la vaccinazione contro la difterite è stata imposta dalle autorità durante il periodo tra le due Guerre.

In pratica, però, queste disposizioni non sono applicate. In Svizzera le vaccinazioni sono raccomandate ma praticamente mai imposte.

Il piano di vaccinazione di base raccomanda per i bambini vaccinazioni contro la difterite, il tetano, la poliomelite, la pertosse, il morbillo, la rosolia, gli orecchioni, l’epatite B e la varicella.

Per morbillo, rosolia ed orecchioni esiste un vaccino unico (MMR). La prima dose è raccomandata all’età di 12 mesi e la seconda tra 15 e 24 mesi.

Per gli adulti non immuni è raccomandata una vaccinazione MMR fino all’età di 40 anni.

Il morbillo è una delle malattie più contagiose che esistano. In caso di esposizione al virus, praticamente tutti i bambini non immunizzati si ammalano.

Il virus si propaga in particolare con la tosse e gli starnuti.

Secondo le cifre dell’OMS, nel 2005 345’000 persone sono morte nel mondo a causa del morbillo, il 90% delle quali sono bambini di età inferiore ai 5 anni.

Grazie a vaste campagne di vaccinazioni, in particolare in Africa, la mortalità è in calo: nel 1999 si registrarono infatti 873’000 decessi.

Nel 2005 la copertura vaccinale era del 77%.

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