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La Svizzera adotta le sanzioni contro la Russia

consiglio federale conferenza stampa
I consiglieri e le consigliere federali Ueli Maurer, Viola Amherd, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis e Karin Keller Sutter (da sinistra a destra) durante la conferenza stampa nel quale annunciano la decisione di adottare le sanzioni varate dall'Unione europea contro la Russia. Keystone / Peter Schneider

La Confederazione svizzera ha compiuto un passo storico, adottando le sanzioni contro la Russia già decise dall'Unione europea. La decisione è stata presa nel corso di una riunione straordinaria del Governo. Le sanzioni colpiscono beni, società e persone vicine al presidente russo Vladimir Putin. Anche lo spazio aereo elvetico sarà chiuso ai voli russi.

Alla luce dell’intervento militare russo in Ucraina, la Svizzera ha deciso di riprendere le sanzioni adottate dall’Unione europea (UE) il 23 e 25 febbraio. Lo ha annunciato lunedì 28 febbraio il Consiglio federale, al termine di una seduta straordinaria. Parallelamente il Governo ha riaffermato la sua solidarietà con l’Ucraina e il suo popolo e la volontà di aiutare chi è fuggito dal Paese, come ha precisato in un comunicatoCollegamento esterno.

 “Gli Stati che rispettano il diritto internazionale devono poter contare sulla Svizzera. Fare il gioco dell’aggressore non è compatibile con la nostra neutralità”, ha dichiarato il presidente della Confederazione, Ignazio Cassis, di fronte ai media.

L’aggressione della Russia all’Ucraina è un’aggressione alla sovranità, alla libertà, alla democrazia e alla popolazione civile di una Paese sovrano, ha affermato Cassis. Il presidente della Confederazione ha aggiunto che l’intervento miliare russo è inaccettabile non solo per il diritto internazionale, ma anche politicamente e moralmente. Cassis ha sottolineato che si tratta di un passo che il Governo non compie alla leggera.

La conferenza stampa del Consiglio federale del 28 febbraio:

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L’oligarchia russa al centro delle sanzioni

Le misure prevendono che i beni di una serie di persone e società che compaiono nelle liste dell’UE siano congelati con effetto immediato e che tali persone ed entità non possano aprire nuovi conti in Svizzera. Inoltre, vengono adottate sanzioni finanziarie contro il presidente russo Vladimir Putin, il primo ministro Mikhail Mishustin e il ministro degli esteri Sergey Lavrov.

L’ordinanza del Consiglio federale sarà rivista di nuovo questa settimana, non appena i dettagli delle misure europee saranno noti, ha detto il ministro delle finanze Ueli Maurer. Ma è indubbio che la Confederazione partecipi all’esclusione della Russia dal sistema finanziario Swift, ha garantito il consigliere federale. “La Svizzera sosterrà la decisione”, ha sottolineato.

Inoltre oligarchi russi – o di origini russe ma con passaporto ucraino – vicini a Putin non sono più persone gradite in Svizzera, ha detto la consigliera federale Karin Keller-Sutter. Il Consiglio federale ha infatti deciso di vietare l’ingresso a diverse persone che hanno un legame con la Svizzera e fanno parte della cerchia più stretta di Vladimir Putin.

Ma tale misura colpisce la totalità del popolo russo: l’Esecutivo elvetico ha infatti deciso di sospendere parzialmente l’accordo del 2009 sulla facilitazione del rilascio del visto per i russi e le russe. Per consentire alla Svizzera di fornire i suoi buoni uffici portando avanti colloqui e negoziati per la risoluzione del conflitto, i titolari di un passaporto diplomatico potranno continuare a entrare nella Confederazione senza visto.

Chiuso lo spazio aereo elvetico ai velivoli russi

In linea con le decisioni prese dagli altri Paesi europei, anche lo spazio aereo sopra la Confederazione sarà chiuso a tutti i voli provenienti dalla Russia e a tutti i movimenti di aerei con identificativo russo, ad eccezione dei voli per scopi umanitari, medici o diplomatici, a partire dalle 15.00 di lunedì 28 febbraio.

Berna invierà nei prossimi giorni 25 tonnellate di aiuti umanitari, per un valore di 8 milioni di franchi per sostenere i profughi ucraini. Presto inoltre offrirà una protezione speciale ai rifugiati: una proposta in tal senso verrà presto discussa dal Governo.

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